527 ricorrere quando non dell’ Istria soltanto si parli, ma di tutta la scienza archeologica. In un diligente articolo di Antonio Battara comparso in Natura e Arte (Maggio 1903) a tale proposito è detto appunto dell’ Archeografo : « I suoi cooperatori, il Cattinelli, il Fontana, il Kandler, il Coen ed altri ed altri ancora, ricercavano nella storia e nella etnografia le origini del diritto sociale e nazionale di loro gente : il Rossetti, il Da Camin, il Besenghi promovevano cortesi gare intellettuali fra gli associati della Minerva ; il Ma-donissa e 1’ Orlandini si apprestavano intanto a pubblicare la Favilla, robusto giornale, dond’ ebbe cominciamento la rinascita di Trieste letteraria... Francesco dall’ Ongaro, Antonio Somma e Antonio Gazzoletti... diressero la Favilla con molto senno. Pasquale Besenghi degli Ughi vi stampava i suoi versi scultorii ; Caterina Percoto vi descriveva le usanza e i costumi del suo Friuli : Graziadio Ascoli vi mostrava già la varia e profonda erudizione filologica. » Su tutti i poeti istriani volano i Triestini Giuseppe Revere e Domenico Rossetti. Oggi il grosso manipolo è già splendida falauge. Sono costretto a fare soltanto dei nomi, appena con un cenno alle loro opere : ma spero bene o altrove, o in una nuova edizione di questo mio lavoro, fermarmi di più sull’ opera letteraria di questi valenti. Ecco Attilio Ilortis, il più forte letterato istriano per sottigliezza di analisi e vastità di erudizione : sul Petrarca e sul Boccaccio scrisse cose originali citate dai più dotti tedeschi. Oggi 1’ Hortis siede in Parlamento a Vienna vindice acuto dei diritti nazionali del suo popolo. Pur troppo però la nuova missione, pur cosi santa, lo distrae dagli studii. Riccardo Pitteri tratta il verso come pochi poeti in Italia, nè la fecondissima Musa gli dà mai stanco il ritmo, anche se l’argomento paia talvolta arido : il concetto è sempre nobilissimo, 1’ arte perfetta. L’anima di questo poeta deve essere uno splendore (1). Cesare Rossi studiò legge all’ Università di Graz : ma quando glielo impone 1’ estro, scrive con invidiabile facilità nitide e scintillanti poesie : e sente ciò che dice! Affetto patrio, sentimenti gentili, bellezza di natura, evocazioni (1) Riccardo Pitteri esordì nel 1878 con « L’ ozio » Primi sorrisi gentili furono nel 1880 le sue « Prime incertezze » ; elegante il suo « In campagna » nel 1881 ; e per la prima volta stampò in Italia nel 1884 i suoi « Versi » (Bologna-Zanichelli) ; profumatissima la sua « Primavera » nel 1891; tra il 1892-93 dà 3 edizioni del suo Cristoforo Colombo ; e giù giù di anno in anno sempre nuovi fiori e splendidi fiori fino al Placito del Risano del 1899 e a « Patria Terra » (Tocoy-Milano) in quest’ anno, 1903. Ma sublime mi parve la sua ultima poesia « In morte di mia madre » un grido, uji augurio, un poema in poche terzine : un capolavoro ! Come conferenziere è forbitissimo ed acuto letterato.