370 governo della Gallia Cisalpina, e a quei dì trovavasi proprio in Aquileja, era Aulo Manlio Vulsone. Gli Istriani avevano saputo fare così alla chetichella gli apparecchi che il loro concentramento era già operato sui confini quando fu riferito al console, il quale, dato il frangente, non aspettò ordini dal senato, ma interpretando largamente il famoso videant consules allestì 1* esercito e ne prese il comando movendo da Aquileja al lago di Timavo (P odierno Doberdò, dice il Ivandler), mentre spediva celeri corrieri al Duumviro Furio perchè colle dieci sue grosse quinqueremi da Ravenna si recasse alla costa superiore dell’Adriatico, per seguire i movimenti dell’esercito di terra, vettovagliarlo e all’uopo proteggerlo. La sua marcia in avanti mostrò l’uomo cauto ed esperto, conscio dunque del valore del nemico. A un certo punto non molto discosto dal mare eresse l’accampamento disponendovi la II. legione : formando l’avanguardia coi 600 uomini della coorte piacentina : a retroguardia (tra 1’ accampamento e il mare) pose 400 uomini destinati a tener continuo il contatto colla flotta. Tra la via poi di Aquileja e l’accampamento scaglionò una legione intera, la III, perchè non gli fossero tagliati fuori foraggi e legna, e come se non bastasse un miglio lontano dalla III legione fece accampare 3000 galli cisalpini ausiliari dei Romani. Così non erano possibili le sorprese nè gli accerchiamenti : da qualunque parte movesse 1’ attacco, era rapido il concentramento delle forze. Ma non era in tali condizioni che gli Istriani volevano attaccare il Console. Celati sull’ altipiano, dalle sporgenze dei colli, dagli anfratti delle roccie potevano seguire le mosse dei Romani cogliendo l’occasione di un colpo di mano. E venne. La spiaggia pareva divenuta un mercato : dalle navi onerarie si sbarcavano le merci, e speculatori privati avevano alzato le baracche per proprio conto. In previsione