5 = 3 Ed ora, eccoci a Capodistria. E il mio cuore ha nuove commozioni perchè vi ricordo la figura gentile dell’ onor. Bennati, il presidente della Società politica istriana, una mente equilibrata, un chiaro parlatore, un valore riconosciuto dagli stessi avversari. Il suo nome è un programma, una forza, una battaglia. E poi vi ricordo il podestà, avvocato De Belli, a cui mi sento legato da così profonda e sincera amicizia, che nè tempo, nè vicende muteranno. A quali uomini è affidata la causa italiana ! quando io penso che tali uomini sono ignoti in Italia : quando penso che il Governo italiano per non so quali barocchi riguardi intemazionali, non riconosce in alcun modo quell’ attività fecondissima che essi spendono a prò della santa Causa nazionale : quando io vedo che, come l’eroico petto del capitano Rosso ebbe l’onore di una croce di Savoja, così potrebbero averla tanti altri, che salvano tuttodì milie preziosi ricordi da ben altri naufragi, io mi sento salire sul volto le vampe dell’ indignazione ! O a che stanno le alleanze ? A impedire che il vero valore abbia premio condegno ? Capodistria (V. fig. 8, ig) giace in fondo ad un ampio seno nel golfo di Trieste. E 1’ antica Egida dei Romani che la cinsero di mura con dodici porte : non ne rimane che una. Fu detta più tardi Giustinopoli in onore di Giustino II a quell’ epoca imperatore, quando si accrebbe di Istriani sfuggiti alle invasioni barbariche. Ha teatro, ginnasio superiore, scuola magistrale maschile, l’ospitale, l’Istituto Grisoni e una Società operaia. È importante per i suoi cantieri di costruzione e per le sue saline. Ma a Capodistria vi sono dei capolavori straordinarii d’ arte che non posso passare sotto silenzio, quantunque sappia a priori che la penna è impotente a dire certe commozioni dello spirito di fronte ad una manifestazione artistica di primo ordine. Parlo della tela del Carpaccio nella Cattedrale, e dell’ altra di Cima da Conegliano nella chiesa di Sant’Anna. Si dice che nella prima tela la decorazione di sfondo sia l’architettura della cattedrale antica: certo è d’un effetto assai bello. Ma il gruppo delle persone assorbe tosto ogni attenzione. Principale figura la Vergine col bambino su un trono a gradi, e a destra e a sinistra varii santi. Se nobilissime sono quelle due faccie divine, sorprendente per espressione e verità trovo la testa di S. Giuseppe, che non occupa però, come parrebbe dovesse essere, il posto d’ onore a completare la S. Famiglia, essendovi invece in quello S. Rocco. Questa testa di S. Giuseppe ha un fascino straordinario, come poche dei sommi nell’ arte. Forse è questione soggettiva, forse è che in me perdura il ricordo primo della stupenda storia di Sant’ Orsola ammirata a Venezia all’ accademia delle belle arti, nonché la nobilissima tela (pure del Carpaccio) di S. Vitale, ove stavo ammirato le lunghe ore nella chiesa omonima, ma poche volte mi avviene di alzarmi così nelle regioni divine dell’ arte, come quando io mi trovi dinanzi a quella splendida terna di genii, G. Bellini col suo misticismo, V. Carpaccio colla sua aristocrazia del pennello, P, Veronese nel tripudio più fulgido della vita,