282 Caverna di Gabrovizza presso Trieste (i). — Una scoperta accidentale fatta dal D. Marchesetti in una caverna presso San Daniele fece risorgere la passione degli studii cavernicoli che da qualche tempo languiva, nonostante che la voce di un egregio scienziato inglese, Riccardo Burton, avesse richiamata l’attenzione sulla vita preistorica istriana a proposito di un suo lavoro sui castellieri. Il Marchesetti volle visitare un numero considerevole di caverne dei dintorni di Trieste, della penisola e del Goriziano, praticandovi assaggi più o meno estesi, ma sempre fruttuosi e tali da convincerlo anche a posteriori della remota antichità degli abitatori dell’ Istria. Ma la caverna che diede al Marchesetti copia maggiore di oggetti importanti sia per la preistoria che per la paleontologia, è senza dubbio quella di Gabrovizza non lungi da Prosecco. Ecco perchè è proprio questa che ho voluto descrivere ai lettori facendo puramente un sunto di ciò che dice la nostra dottissima guida. Il prof. Marchesetti che è anche un profondo botanico e diede pregevolissimo contributo agli studii botanici del-l’Istria, si era recato a Gabrovizza per raccogliervi il Cro-cus biflorus Miti, e aveva adocchiato quella Caverna dal-1’ entrata così spaziosa e di così facile accesso. Nel Marzo 1884 smovendo un po’ il terriccio rinvenne alcuni cocci che lo invogliarono ad ulteriori ricerche che dovette però protrarre per le sue occupazioni fino al 30 ottobre. Fu in quel giorno che scavati soltanto pochi centimetri del suolo ebbe la fortuna di trovare un bellissimo dente dell’ orso delle caverne (Ursus spelaeus) e poco appresso un’ intera (1) Devo pubblica riconoscenza all’esimio prof. D.r Marchesetti per avermi fornito vani opuscoli suoi relativi a scoperte importantissime da lui fatte nelle caverne istriane. Molto si deve a questo geniale scienziato e molto gli si dovrà in avvenire perchè è attivo, instancabile e appassionato cultore della speleologia istriana. E per lui se offro ai lettori cose precise e molte.