5 — O come ? Allora non mi ci raccapezzo davvero : la bibliografia Istriana è estesissima e le opere sono eccellenti ; parrebbe allora che il libro che chiedo sia più che facile trovarlo. Eppure, monsignore, ella si disse nell’ imbarazzo. — Se non ho errato nell’ intendere, ella voleva un libro che contenesse la Storia dell’ Istria e la sua Geografia, che parlasse di arte e di scienza, della vita del passato e di quella d’ oggi. Domanda troppo per un libro. Le confermo che la bibliografia istriana è quasi tutta commendevole per bontà del contenuto. I Tedeschi che molto produssero sono retti da una grande pazienza e da un grande ordine nelle loro ricerche : raramente falliscono al proprio scopo. Però non sono versatili e manca loro 1’ entusiasmo che, in misura logica, è F aroma di un buon libro. Onde sono più specialisti che universali, così che a conoscere 1’ Istria tutta bisogna unirne venti di loro : uno per la storia, 1’ altro per i monumenti, un terzo per 1’ arte e via dicendo. E, anche così, manca quella nota calda, quel certo non so che di geniale che troviamo nel pensiero latino e senza il quale non si digeriscono dai lettori opere di quel genere. Scrittori istriani non ne mancano, assai lodevoli per la qualità che fa difetto ai tedeschi, 1’ amore alla terra natale che li scalda e li eccita al lavoro, vincendo con pazienza alemanna ostacoli spesso seriissimi ; ma, lo capirà anche lei, appunto per ciò, talora l’affetto patrio, parlo degli antichi specialmente, ha spinto ad esagerare, a vedere ciò che non è. — Comprendo, soggiunsi. È la terribile condizione dello storico, di rimanere calmo per progetto e per necessità di studio, anche quando irresistibile lo trarrebbe l’onda di patria carità alla fulgida visione di eroismi e di glorie passate. La nostra fantasia, del resto, ove un palmo di terra sia un antico volume di tempi ignoti e ci doni la voce di estinti, quasi evocati da noi, è naturale si accenda e tenti soverchiare la calma della critica.