i6i6 . mentisce l' intentione de' preprii J.interi. coni' evidenza dell' m inganno [cambinole tra'due Mi-ttìjfri. ticnfelt^d ' per pie (fità del Senato. delufo dj-J' Amba-feiadore di Francia • eh' afte tira nel? accordo l'Intervento della Lega. uc cui In-terefiì traf-curcfi in fin la no minati on e . 332 DELL’ H1STORIA VENETA ajuti, per opprimere gli emuli, e i nemici, foggiogare ì Pro: tettanti, e gli Heretici, dividerfi l’Inghilterra, e ripartirfi J* Europa. Ma confideravano altri, eh’, effendo gii Intereifi di Francia , e di Spagna incompatibili per 1’ emulatione, e per la potenza , non poteva in queft’ incontro riuicire altr’ effetto , che quello fi vede ne’ Corpi, che, occupati da due {piriti » fono ftranamente agitati ; onde predicevano dover la prò. fente amicitia prorompere ben prefto in maggiori contefe, & in guerre più afpre . In effetto s’eftendeva il trattato con termini, molto divertì da quelli, che ftavano nel cuore de’Tuoi autori, una tal’unione così improvifa mifurandofi per all’ho-ra folo dall’ occafione, e dall’ intereffe . I due Miniftri non ha* vevano mirato, che ad ingannarfi reciprocamente. Il Riche-lieu facrificava qualunque riguardo , per placare una furiofa tempefta, che, con pericolo d’involgere il Regno in guerra civile, contra la fua autorità sì levava. Teneva in oltre gran defiderio d’abbattere la Roccella, & abbalfar gli Ugonotti ; e l’agitava non minore paflìone di sfogare le vendette contra l’Inghilterra, e il Bocchingam . Dall’altro canto l’Olivares credeva , che, trattenendo la Francia , ò nella difeordia intefti-na, ò' nell’ efterne fperanze, e ne’ difegni di grandi profitti , gli riufeirebbe fenza contratto giungere a fonimi vantaggi in Italia, in Alemagna , & in Fiandra , penfando con grandiflimi fatti leggittimare quel Titolo, che nel principio del fuo Comando haveva al Rè fatto affumer di Grande. Tuttavia nelle prime divulgationi di Pace così inopinata, non fi penetravano ancora gli oggetti, ma nella confutìone delle caufe, e de’ difeorfi , nafeeva in tutti ftupore, & in molti fpavento. I Venetiani fé ne moftravano grandemente colpiti j e ftavano fofpefi con tanto maggior maraviglia, quanto che nel giorno medefimo, poco prima, che 1’avvifo giungeffe, era ftato nel Collegio il Signor D’Aligrè , Ambafciator Francete , a portar tìcurezze, che fenza faputa , & affenfo de’ fuoi Collegati, non haverebbe la Corona udite propoiìtioni, non che conchiufo l’accordo. Vagavano perciò molte dubbietà nelle menti, ma quello, che chiaramente appariva , era omiffione non folo del confenfo de’Confederati, ma dell’intereffe , e tìcurezza loro , che non fi fentiva nè pur mentovata j pregiudicati ol- / ,