340 E eli vero : il Sergi parla delle invasioni arie preistoriche : qual nesso può egli porre tra un popolo invasore di quattro o seimila anni fa, col popolo odierno ? Se misurando i crani dei piemontesi ha trovato che essi gli rammentavano il tipo mongolico e turanico, dal qual fatto e da molti altri dedusse che 1* invasione in Europa fu mongolica e turanica, offende forse i piemontesi togliendo loro la nazionalità o dà qualche diritto ai mongoli d’ oggi di guardare con cupido sguardo il Piemonte ? Tutta 1’ Europa fu invasa dagli Arii, nè importa sapere se erano iranici o tu-ranici : asiatici lo erano di certo. E nonostante le nazionalità si sono affermate a Nord, a Sud e al centro d’Europa: Celti, Germani e Slavi, le tre branche più dirette della primitiva famiglia asiatica hanno affermato nazione, lingua e costumi propri, senza più curarsi dell’ Hindu-Kush asiatico, la designata loro culla, nè senza che 1’ Hindu-kush abbia delle minime volontà di rapire possessi e patrimonii a questi loro recentissimi nepoti. Il protoslavo del resto è presentato dal Sergi come un tipo barbaro, con coltura assai minore della primitiva Europea che fu sempre improntata al genio mediterraneo. Agli odierni slavi non deve piacere certo la pittura ser-giana dei loro padri. La storia dice il resto : nelle invasioni più recenti la loro barbarie in contatto alla nostra civiltà si fa più manifesta: e oggi sono ancora in via di formazione, se 1’ occhio non erra guardando i Balcani. E poi la teoria del Sergi lascia adito a ragionare quanto a misture etniche in favore dell’ Istria (per la sua posizione geografica) meglio assai che in favore dell’ Italia. Poiché nell’ ammettere la prima invasione dei protocelti lascia 1’ I-stria italica e sotto 1’ influenza mediterranea. E quando parla dei protoslavi occupanti Istria e Veneto mette i due centri di azione aria in Halstatt e in Felsina: nè nega che per un nuovo movimento a ritroso dei celti italici, più ita-