— 67 — furono introdotte sul rame dopo quella data. Fonte della carta, per l’intero territorio perugino e pel Marchesato di Castiglione, è la “ Descrittione del territorio di Perugia Augusta et dei luochi circonvicini „ rilevata da Egnazio Danti nel 1577 e pubblicata a Roma nel 1580, in ottima incisione di Mario Cartaro (1). Il Magini ha seguito strettamente il rilievo dantiano, così nell’orografia e idrografia, come nella situazione e nomenclatura dei centri abitati, ed anche in talune indicazioni d’indole storica (“Rotta de’ Romani „ sulla sponda sett. del Trasimeno; “Trasimeno rovinato poco più a NO ecc.), che nelle altre carte maginiane non si ritrovano quasi mai. Solo per la valle del Chiascio, nella quale si incunea un piccolo lembo dell’Agro perugino, il Magini ha seguito preferibilmente la carta dell’ Urbinate, la quale gli ha servito poi per completare il quadro a NE col Territorio di Gubbio ecc. Per il lembo NO della carta, il disegno fu completato in base alla carta del Dominio Fiorentino ; per il territorio di Assisi vi è identità con la rappresentazione data dalla tav. 40 (Ducato di Spoleto); non così per il piccolo lembo del Territorio di Todi (2). I confini del Perugino sono pure tracciati in base alla carta del Danti. Questa tavola 38 non subì alterazione alcuna in seguito, poiché è una delle poche che non ha tracce di correzioni sul rame. Per la tavola 39 (Territorio d’Orvieto), il Magini ha avuto certamente sottocchio la “ Urbis veteris Antiquae Ditionis descriptio „ dello stesso Egnazio Danti, pubblicata a Roma nel 1583, ma le analogie sono solo parziali e non molto strette (3). Per la zona a nord del lago di Bolsena, tra questo e la Paglia, come pure per la zona tra la Paglia e la Chiana, il Magini ha desunto dal Danti gli elementi della orografia (rappresentazione generale, ed anche alcuni particolari, p. es. M. la pelia, M. Gioue) e della idrografia ; inoltre la posizione di molte località abitate. Ma il Magini ha parecchie località (e anche altre indicazioni, p. es. ponti) che mancano nella carta del Danti. Anche il tratto del corso del Tevere comune alle due carte è assai simile. Diversa è invece la forma del lago di Bolsena, per la quale il Magini segue la figurazione che è nella notissima carta della Toscana del Beliarmato. Per tutta l’area ad ovest e a NO del lago di Bologna le analogie tra Macini e Danti sono assai minori ; il disegno di questa parte si ritrova invece, a scala molto più piccola, ma concordante per le linee generali della figurazione, nella tav. 44 (Stato di Siena), che deriva dal Buonsignori ; il lago di Mezano ed il suo emissario Olpita, che mancano nella carta del Danti (4), si trovano pure, identicamente, tanto in questa tav. 39 dell’Orvietano, che nella tav. 44 (Senese), ma, mentre in quest’ ultima il corso dell’Olpita fu, come già avvertimmo, corretto sul rame, nella tav. 39 invece il disegno è ab origine inciso sul rame (5). La (1) Sui particolari del rilievo, che il Danti esegui nell’estate 1576 in ventotto giorni, è da vedersi una lettera del Danti stesso a Vincenzo Borghini, priore degli Innocenti a Firenze in data 23 nov. 1578, pubblicata da P. Ferrato, in Lettere di celebri scrittori dei secoli XVI e XVII, Padova, 1873, pag. 7-8. Cfr. Del Badia J., Scritto cit., pag. 21-22 e Palmesi, Scritto cit., loc. cit. La carta, che misura cm. 80X61, è rarissima ; io ne ho veduto solo tre o quattro copie. Fu peraltro riprodotta in grandezza naturale, con brevi illustrazioni, da A. Bellucci, in « Boll. Soc. Geogr. Jtal. » 1913, pag. 328-44. Cfr. il mio scritto: Un cartografo italiano del secolo XVI; in «Riv. Geogr. Ital. », 1913, fase. II-III. Ne derivano naturalmente la pittura del Perugino fatta dal Danti stesso nella Galleria Vaticana e la carta del Territorio Perugino che compare nel «Theatrum» orteliano a partire dalla edizione del 1601. (2) Cfr. più innanzi pag. 69. (3) La carta dantiana originale è rarissima ; 1’ unico esemplare da me visto è posseduto dall’ Istituto Geografico Militare di Firenze, sl un’ incisione in rame che misura cm. 47X67 compreso il margine graduato, ma senza indicazioni numeriche. Il titolo suindicato è nella parte centrale del margine inferiore. A sinistra in basso, in un grande riquadro, è la dedica di E. Danti a Monaldo Monaldesco, che comincia : « Cum Italiam omnem in quadraginta tabulas diuisam in ambulacro Vaticano pingi curarem ad Vrbisq. Veteris ditionem perventum esset, illius limites, oppida, totiusq. loci aspectum sum descrip-tionc complexus, quam nunc ad amplitudinem tuam eo mittere consitui ecc.... ». La data è IX Kalendas aprilis MDLXXXIII. Non vi è nome di incisore, nè scala. La carta, orientata a un dipresso con l’ovest in alto, comprende un tratto del litorale, da paiamone fino a sud di Corneto, i bacini dell’Albegna, Fiora, Marta e Paglia, tutta la Chiana romana e un tratto del medio Tevere da Marsciano fin oltre Graffignano. L’orografia è in prospettiva con monti grandi, fortemente ombreggiati a destra ; i fiumi sono grandi, a doppia linea, gli abitati con casetta. La carta è di gran lunga inferiore, sia per valore, sia per disegno, a quella del Perugino. Cfr. la riproduzione in Catalogo della Mostra di Cartografia Storica dell’Italia ecc., Firenze, 1921. Una derivazione molto semplificata di questa carta è nel « Theatro d’Abramo Ortelio ridotta in forma piccola» di Filippo Gallo, Anversa, 1603. (4) Il lago e il corso dell’Olpita, col suo gomito caratteristico, si trovano invece nella pittura « Patrimonium Sancti Petri » del Danti nella Galleria Vaticana, pittura che ha, con la tav. 39 del Magini, maggiori analogie che non la carta dantiana dell’Orvietano. Ma la pittura suddetta fu forse restaurata più tardi. (5) Ignoro a quali fonti abbia il Magini attinto questo particolare relativo al lago di Mezzano e al suo emissario. Si tenga presente peraltro che, essendo la moglie del Magini nativa di Gradoli nel Bolsenese, potrebbe il nostro cartografo aver