42.8 DELL’ HISTORIA VENETA 1619 mentre 1’Armate degli Auftriaci, fopraggi ungere poi con l’ar. in ,h tn mi più poderofe, e più frefche, per dare la legge più facilmen-te a gl’inimici confanti, & a gli amici già fianchi. In fine db ¡¡¡chi', ridotti all’ eftremo i mali, fù deliberato in Parigi , che il Car-pr“mo°Arkì. dinaie fi maveile con titolo di GeneraliiUmo verfo l’Italia ; trio M' c che, per tirare alla Corte in congiuntura della di lui atten-Apm'andofi za l’Orleans, che inoltrava abborrirlo, s accoilatte il Rè per rilev*’* 7 acc°sHcrlo a' confini della Lorena, egli confegnatte, per con-iratlii» a tentarlo con qualche apparenza, un mediocre Corpo d’Armaci‘leardi- ta in Sciampagna , a cuilodia delle Frontiere . Ufcì’l Cardinali«^ afien- le di Parigi con grand’applaufo , tenendo in mano l’autori-t>incamina- ta del Rè > e le forze del Regno >• ma non coll’ animo fciolto tofi con li da molte cure , che gli apportavano la faa lontananza di Cor-Zcfiamatìo. te, e gli ordini, altrettanto precifi , quant’ occulti della Reina m dd i^e. Mac{re j che con Tevere protette della faa difgratia gl’ incari-tna co ta- CO di non rompere apertamente con Spagna. Difponendofi le ‘rl/prot% niofle in Francia, Mantova fotteriva acerbamente 1’ Attedio . delia ttqu,jio °ltre a’ danni della ftagione , e del Clima , avvezzi nell’ ampie, m«fti'ndan,' Prov*ncie della Germania, dove, in vece di foldo, corre la MAtova da militare licenza , mancavano nell’ anguilie del Mantovano , già tAjj'fùf'n0 c°nfanto dal ferro , e dal fuoco , non folo di preda , ma d’ ali-per h de- mento. Molti per tanto perivano , altri languivano d’infermità, V;rst altri procuravano con la fuga lo fcampo . Ad ogni modo , ac-to non tro- coflato 1’ efercito alla Città , minacciavano il Borgo di San Gior-mbfofcJìa- g'o > credendolo , quanto debole, per refiftere , altrettanto ApfdiaL- coinodo, per alloggiarvi. Il Principe di Bozzolo, entrato iti ' che peri' Mantova, cercò di perfuadere al Duca alquanto da’pericoli, unó'd^r- c ^agli accidenti turbato, e confufo, di cederlo , per nio-&hi delia tirare qualche rifpetto all’ Infegne Cefaree , dar tempo al ne-Cad'altrui gotio , e fermare 1’ efercito, che indebolito , e bifognofo di perfine. molte cofe , non pretendeva , che prefervare il decoro di Cefare con qualche apparenza. A tal consiglio s’opponeva il Daran-f, ben dif'■ te, Colonnelo de’ Venetiani, offerendoli di fotte ne re il Borgo con le fue genti, e per qualche giorno fiancar’, e trattener' 10confitto. il nemico, dal vigore confeguendo quei vantaggi, che malamente fperar fi potevano dal moiirar debolezza. Ma il Duca , troppo incautamente preferendo alle ragioni l’inganno , ma a-