— 68 — incisione della tav. 39 è perciò posteriore a quella della tav. 44 e sarà probabilmente da porsi nel 1599 o 1600. Anche questa tav. 39, come quella precedente, non sembra esser stata ricorretta per quanto concerne il territorio di Orvieto vero e proprio ; subì invece correzioni sul rame nella parte orientale, che è territorio di Todi (1) ; per questa parte si osservi che la rappresentazione è interamente diversa da quella offertaci dalla tav. 40. La tav. 40 — Umbria — è certamente posteriore alle altre due e deriva probabilmente da materiali inediti di carattere ufficiale. Essa rappresenta tutta l’Umbria ad est del Tevere e a sud del Chiascio, fino alla catena principale appenninica, compreso l’Agro Reatino ; la Sabina, o meglio ciò che il Magini chiama Sabina (cioè la parte che manda le acque direttamente al Tevere), non figura qui che per una piccola porzione al lembo meridionale, mentre trova posto per intero nella tav. 41, a proposito della quale ce ne occuperemo. Salvo che per il territ. di Assisi, questa tav. 40 è assai ricca di indicazioni, sia per l’idrografia che per i centri abitati, e anche in genere buona ; l’orografia si limita alla figurazione della catena spartiacque appenninica ; per il resto è arbitraria. , Non conosco alcuna carta a stampa di tutta la regione qui considerata, ad eccezione della u Marchia Anconitana cum Spoletano ducatu „ del Mercator, che non ha alcuna analogia con la nostra. Anche le carte parziali sono pochissime. Io conosco solo una carta dell’Agro Spoletino di Gellio Parenzio, stampata a Roma nel 1597, rarissima, che peraltro non ha servito al Magini (2) ; una carta della Sabina del medico Jubilio Mauro, anteriore al 1596, non ho potuto rintracciare (3) ; una del Territorio di Todi, in legno, anonima, senza data, è probabilmente assai posteriore (4). Tra le carte inedite a me note, ve n’ è una che accompagna la raccolta di disegni e piante delle città e fortezze dell’ Umbria, rilevate, dopo la metà del secolo XVI, da Cipriano Pic-colpasso (n. a Castel Durante 1524, morto 1579), noto ingegnere militare, per incarico ricevutone dal governo di Perugia ; ma questa, che è del resto assai sommaria e priva di scala, non fu certamente utilizzata nè dal Magini, nè dal Danti, come non furono da questi conosciuti gli altri disegni più particolareggiati del Piccolpasso, tra i quali è sopratutto notevole, perchè assai accurato, uno del lago Trasimeno e dei paesi circonvicini (5). avuto notizie dirette. Alcune indicazioni, p. es. quella relativa a tre sorgenti minerali, sembrano appunto derivare da informazioni locali. (1) Fu raschiato un affi, del Tevere che correva ad est di M. Calvo sboccando in Tevere presso l’attuale Pompo-gnano ; questa località era. prima incisa molto più a nord : il circoletto relativo era presso il di di S. Angelo di Casalecchio. (2) L’ unica copia a me nota di questa carta è posseduta dal D. Th. Ashby a Roma. Credo opportuno, appunto in causa della sua grande rarità, di darne un breve cenno. È un’ incisione in rame che misura circa cm. 32.5X35.3 e porta, lungo il margine sup., il titolo : « La pianta di tutto il territorio, dominio et distretto della città di Spoleto et lochi che | si confinano | fatta con giusta osservanza da loco a loco dal Cap. Gellio Parentio de Spoleto ». A destra in basso è una lunga leggenda su Spoleto a firma Jacomo Filippo Leoncelli, e sotto, la firma dell’ incisore «Jo. Turpinus excud. Rom. 1597». Lungo il margine destro evvi una interessante leggenda esplicativa, contenente anche l’elenco di tutti i luoghi, distinti in quattro categorie a seconda dell’ importanza, col numero dei fuochi di ciascuno. A sinistra vi è analogo elenco dei luoghi appartenenti all’Abbadia di Ferentillo e alla Rev. Camera Apostolica. In basso a sin. vi è una ros:; di 8 venti (l’est è in alto) e, sotto, la scala (15 miglia — cm. 14.2). La carta è in complesso assai accurata. Gellio Parenti o Parenzi è noto come uomo d’arme, per essersi segnalato, militando nell’armata veneta, alla presa del Forte di Barbagno presso Cattaro ; poi fu al servizio del Granduca dì Toscana Ferdinando de’ Medici. Nel 1584 era podestà di Giano perii comune di Spoleto. Cfr. Sansi Achille, Storia del comune di Spoleto, Foligno, 1884, voi. II, pag. 259-60. (3) E ricordata da Andrea Baccio. De naturali vinorum historia ecc. (Romae ox offic. Nicholaij Mutij, 1596), che, accennando alle caratteristiche fisiche della Sabina, scrive (lib. V, pag. 273): «In quibus non abhorreo equidem Jubilij Mauri peregregij medici judicìum, qui a Curretìs oriundus, cosmographicam totius Sabinae describens Tabulam, accurate sin-gularium locorum naturam observavit ». (4) E un’ incisione misurante cm. 38-7X53 c^ie porta in alto a destra in un rettangolo la scritta «Pianta | dell’ Illustrissima | città di Todi | e suo territorio* sormontata da un’aquila. In alto in mezzo la scala (cinque miglia = mm. 115). E graduata ai margini di minuto in minuto. Nel complesso è assai rozza. L’Archivio di Stato di Siena ne possiede copia che sembra riproduzione moderna, da legno antico. Altre copie simili ho visto altrove. La riterrei del secolo XVII, come altre analoghe (della diocesi di Narni ecc.). (5) Il manoscritto più importante del Piccolpasso, intitolato Le piante e 1 Ritratti delle Città e Terre dell’ Umbria sottoposte al Governo di Perugia, già di proprietà del Conte Manzoni, ora posseduto dalla Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma, è accuratamente descritto da A. Tenneroni, Catalogo ragionato dei manoscritti apparte?ienti al fu Conte Giacomo Manzoni, Città di Castello, 1894, pag. 124-27. Vi sono le piante eie vedute prospettiche di 28 luoghi dell’Umbria, con notizie sui confini del territorio pertinente a ciascuna città, il numero dei fuochi, le produzioni, lo stato delle fortificazioni ecc. A cc. 143 V - 144 R è la carta dell’ Umbria misurante cm. 451/2X42 c>rca» c^e abbraccia il territorio fino ad Arezzo e a Borgo S. Sepolcro a nord, fino a Camerino e Norcia a est, fino a Civita ducata e Narni a sud, fino a Orvieto