— 33 — ginariamente dedicata al suo amico Pirro Malvezzi, per tutto il territorio a nord del Po si cuopre con carte già esaminate, e precisamente, per la parte tra Terdoppio e Adda con la carta n. 12, che è riprodotta fedelmente, salvo l’omissione di qualche nome, per la parte ad ovest del Terdoppio (parte del Novarese e della Lomellina) con le carte del Piemonte. È una delle carte più tormentate da correzioni sul rame di tutto l’Atlante. Nella zona a NE di Pavia le raschiature lasciano intravedere la primitiva posizione errata di alcune località (S. Alessio, Hospedaletto ecc.) ; anche il corso del Ticino e quello del basso Terdoppio furono modificati. Le stesse modificazioni si ritrovano nella tav. n. 12, ma solo in parte (1). Numerose sono anche le correzioni nella zona tra la bassa Olona e il Lambro, introdotte pure, come si è visto, nella tav. 12, e quelle per il Cremasco, cui accenneremo parlando della carta speciale di questo territorio ; più numerose ancora nella zona tra Ticino e Po, e anche qui interessanti non solo i centri abitati, ma puranco l’idrografia (correzione al corso della Gogna [Agogna] in alto ecc.); un confronto con le carte n. 2 (Piemonte e Monferrato) e 4 (Stato di Vercelli), rivela che queste due carte, e specialmente la prima, hanno fornito gli elementi per tali correzioni. La parte della carta n. 13, che comprende il territorio tra Po, Tanaro e Orba, ossia parte del Monferrato, presenta pure parecchie correzioni sul rame, fatte in base ai materiali, avuti posteriormente e migliori, che servirono al Magini appunto per le carte del Monferrato ; con tali correzioni non si sono tuttavia potute eliminare tutte le discordanze tra questa carta n. 13 e le posteriori. La rappresentazione dell’Ol-trepò pavese, anzi di tutto il territorio tra Orba e Trebbia, è discreta per la parte più vicina al Po, che presenta pure correzioni rilevanti sul rame ; ma il corso del Po è tuttavia rappresentato assai sommariamente, e così pure quello dei suoi affluenti di destra. Molto deficiente è poi tutta la rappresentazione delle alte valli della Scrivia, della Staffora, del Tidone, della Trebbia: basti guardare al corso della Bòrbera, che è figurata come sfociante nella Scrivia molto a valle di Serravalle, all’alta valle della Staffora del tutto errata, alla zona intorno a Bobbio, dove sono molte località mal situate ecc. 11 Magini, che pur fu consapevole di tali deficienze (2), non ebbe mai in sostanza per questa regione materiali molto migliori: sì che nella carta del Ducato di Parma e Piacenza troviamo identicamente riprodotta la parte ad ovest della Trebbia, e fin nella più tarda Riviera di Levante, terminata nel 1613, ritroviamo una rappresentazione poco dissimile per la vai di Scrivia ed appena qualche miglioramento (aggiunta del corso dell’Aveto) per la zona di Bobbio. La tav. 14 (Cremonese) deriva sostanzialmente dalla carta del Cremonese di Antonio Campo. Questa carta (3), che può annoverarsi tra i migliori prodotti della cartografia regionale della seconda metà del secolo XVI, ha servito al Magini per il territorio fra il Serio, l’Adda, il Po e l’Oglio. Il nostro cartografo ha omesso la rappresentazione delle strade, che sono accuratamente indicate nella carta del Campo, e per la maggior parte dei centri abitati ha sostituito un circoletto alla figurazione con casette di varie forme adoprata dal finissimo incisore della carta del Campo; inoltre ha omesso pochi abitati dov’eran più fitti (Ca’ di Sfondrati e Sidol presso Vescovato, Malongol a NE di Cremona ecc.). Noto alcuni errori di trascrizione nel Magini : Stagno Paterno (per Stagno Paiero), S. Lorenzo degli Autoli (per S. Lorenzo degli Auroldi), Vicomoscano (per Vicomoscato), Il Gozzo (per il Cogozzo), Farengo (per (1) Ad es. nella tav. 13 S. Alessio, a NE di Pavia, appare sulla destra di un piccolo corso d’acqua, ma si vede bene qual era la sua posizione primitiva sulla sin., e tale posizione ha ancora nella tav. 12, nella quale la correzione fu omessa. (2) Xella tante volte citata lettera in data 20 luglio 1598, nota che il Clarici, cui si era rivolto, non possedeva dati per questa parte : «dalla parte verso l’Alpi di Genova, ove è il Bobbio, dice di non haver cosa alcuna da cotnmunicarmi, non havendo mai avuto commodo d'andarci ». La Misceli. Ambrosiana di disegni corografici dell’ Italia, più volte cit., ha un rozzo disegno (n. 35) del territ. tra Piacenza, Bobbio, Arquata e la foce della Scrivia, senza scala. (3) Il rame misura cm. 4 7 X 321 2 circa. In aito, su una fascia a svolazzi è scritto: « Discritti one del contado territorio et diocesi di Cremona con suoi confini ». In un rett. in basso verso il mezzo della carta : « Antonius Campus Pictor et eques Cremonen. 1’. Anno MDLXXXIII ». Più a sin. è la scala (5 miglia mm. 37). In basso a d. «David de laude Hebreus Creinone incidi » . La carta è riprodotta dall’ Ortelio nel « Theatrum » ed ha servito anche a Egnazio Danti per la pittura « Mediolanensis Ducatus» nella Galleria Vaticana, della quale il Cremonese è proprio la parte migliore. Almagià. 3