— 11 — riguardo alla parte ornamentale (esecuzione dei iregi delle leggende e dediche, animali e barche nel mare ecc.). Queste differenze, in base alle quali si potrebbero forse distinguere diversi stili cartografici relativamente alla esecuzione artistica, dipendono dai differenti disegnatori, o meglio incisori, dei quali il Magini ebbe a valersi nel lungo periodo di elaborazione dell’Atlante. Dell’argomento parleremo più diffusamente nel capitolo seguente ; qui, limitandoci sempre a considerare i caratteri esteriori delle carte, osserveremo che esse non portano il nome dell’esecutore, ad eccezione di undici, cioè Piemonte e Monferrato, Riviera di Genova di Ponente e di Levante, Territorio di Trento, Istria, Stato della Chiesa, Regno di Napoli, Abruzzo Citra e Ultra, Terra di Lavoro, Calabria Citra e Calabria Ultra, le quali hanno la firma di Beniamino Wright, l’incisore londinese del quale il Magini si valse negli ultimi anni; firma che talora è per disteso (“ Beniamin(us) Wright Londinensis Anglus fecit Bononiae 1613 „ nella prima delle tavole su citate), più spesso è sotto forma di semplice sigla (Ben. "W. oppure B.W)(1). § 5. Altre differenze fra le tavole. — Un’altra differenza, che si riferisce peraltro al criterio con cui le tavole sono compilate, sta in ciò, che, mentre nella grande maggioranza, oltre al territorio indicato dal titolo e al quale la carta è particolarmente dedicata, son rappresentati — pur di solito con minor copia di particolari — anche i territori adiacenti, in alcune poche (Vicentino, Abruzzo Ulteriore) quei territori sono lasciati quasi interamente in bianco. Ciò salta agli occhi soprattutto per la carta di Abruzzo Ultra, che contrasta singolarmente a tal riguardo con tutte le altre del Regno di Napoli. La differenza non è fortuita, e ne vedremo in seguito le ragioni. Qui, come chiusa di questo capitolo, accenneremo al piano generale dell’opera, che (prescindendo dalla tav. 1, cioè l’Italia tolemaica) comprende carte d’insieme e carte regionali. Sono carte d’insieme la tav. ò Liguria, che abbraccia il territorio delle due seguenti, la 10 (Stato di Milano), che comprende le quattro seguenti, la 18 (Dominio Veneto), che abbraccia le tredici seguenti, la 32 (Stato della Chiesa e Granducato di Toscana), che abbraccia le quindici seguenti, e la 48 (Regno di Napoli), che comprende le undici seguenti. Manca una tavola d’insieme pel Piemonte, dacché tale non è la tav. 2, e manca pure una tavola di insieme pei Ducati emiliani, che evidentemente non fu ritenuta necessaria. Sappiamo che la tav. 61 (Sicilia) doveva servire di carta d’insieme a tre carte, dedicate alle tre valli dell’isola, carte le quali peraltro non furon mai eseguite(2). Una carta generale di tutta l’Italia non figura nel-l’Atlante, ma fu pubblicata a parte nel 1608, come a suo luogo diremo; la carta tolemaica dell’Italia, che il Magini aveva pensato dapprima molto più grande e particolareggiata, sta interamente a sè. (i) Sul Wright, incisore valentissimo, ma uomo volgare, dedito al vino e al giuoco, che procurò al Magini tante noie negli ultimi anni, cfr. Favaro, Carteggio inedito cit., pag. 154 e segg. e le notizie da noi date nel cap. seg. Sulla sua operosità di incisore in Inghilterra si trovano alcuni cenni in Colvin S., Early Engraving and Engravers in England, Londra, 1905. (a) Cfr. innanzi Cap. Ill, § 3.