— 99 — Di nomi regionali, se si eccettui quelli che avevano allora valore politico o amministrativo, come Cadore, Polesine, Friuli, Feltrino, Monferrato, Patrimonio, Campagna e pochi altri, non se ne ha che un certo numero concernente valli alpine (Val di Susa, Val di Antigorio, Val Brembana, Val Trompia, V. Camonica, V. di Ran-dena, V. di Non, V. di Fieme ecc.). Non figurano nomi come Casentino, Mugello, Maremma, Marsica, anche quando essi apparivano nelle carte speciali. Grandissima attenzione è posta nella rappresentazione dei confini politici, indicati, come avverte appositamente l’incisore, con due serie di punteggiati : a punti grossi per gli stati che hanno bisogno di una ulteriore suddivisione, a punti più piccoli per gli altri stati e per quelle suddivisioni medesime. Ma di ciò diremo ancora più innanzi (§ 9). Si deve infine osservare, ancora una volta, che la “ Italia Nuova „ del 1608 non rappresenta, per dir così, V ultima -parola del Magini. Come si è già detto, e come risulta anche immediatamente dal confronto con le nostre riproduzioni (tav. I e li), per la Liguria la figurazione del contorno ed ogni altro elemento deriva dalle vecchie carte delle due Riviere; le nuove, non migliori per elementi astronomici, sono molto più ricche ed esatte per contenuto. Altrettanto si dica per il Piemonte, pel quale così l’idrografia come la rappresentazione dei centri abitati apparirebbero più ricche ed esatte, se nell’“ Italia Nuova „ sostituissimo, agli elementi desunti dalle tav. 3 e 5, quelli della più recente tav. 2(1). Al non aver avuto tempo e modo di introdurre queste ed altre meno importanti modificazioni, che avrebbero obbligato a rifare una parte notevole della carta, si deve forse se l’Atlante del 1620 manca di una carta generale moderna dell’ Italia (2). § 5. Le proiezioni delle carte maginiane. — Poche parole possono bastare intorno alle proiezioni delle quali si è servito il Magini. In tutte le carte regionali egli non si è scostato dalla rete a maglie rettangolari, che gli ha servito anche per le carte d’insieme del Milanese, del Dominio Veneto e della Liguria. Nella carta generale del 1608 egli ha usato invece una proiezione trapezoidale, che ha per meridiano centrale il 36°, e la stessa proiezione ha impiegato anche per le carte d’insieme dello Stato della Chiesa e del Napoletano, che, come più volte si è detto, derivano dallo stesso lavoro fondamentale. Degno di nota è che nella tavola dello Stato della Chiesa il meridiano centrale, cioè quello tracciato perpendicolarmente ai margini della carta, è ancora il 36°, che non ha affatto posizione mediana nella carta stessa ; il che mostra la stretta relazione fra questa carta e la generale del 1608. La tav. del Napoletano ha invece per meridiano centrale il 40°. A prima vista potrà sembrare che le tre tavole della Toscana (43, 44 e 47) siano designate su proiezione diversa dalla consueta, perchè meridiani e paralleli sono obliqui rispetto ai margini delle carte; ma chi osservi più da vicino non tarderà a constatare che anche qui il reticolato è a maglie rettangolari tutte uguali. Se esso è, ciò nondimeno, obliquo rispetto ai margini delle carte, ciò deriva dal fatto già accennato che le carte stesse non sono orientate col nord in alto, nonostante che le diciture relative ai punti cardinali facciano credere alla consueta orientazione. Una riprova di ciò si ha confrontando la direzione che hanno i vari tratti della costa toscana in queste carte con quella dei corrispondenti tratti nella tav. d’insieme n. 32, che ha veramente il nord in alto. Si deve supporre che il Magini, che aveva per modello le carte del Buonsignori prive di graduazione, in primo tempo accettasse la orientazione generale data dal Buonsignori ; più tardi, nell’eseguire l’opera di coordinamento di queste carte con le contigue, egli dovè accorgersi che l’orientazione delle carte speciali della Toscana, al pari di quella della limitrofa e sincrona carta del Ducato di Urbino, non era esatta ; (*) Qualche elemento della tav. 2 fu peraltro utilizzato dal Magini per 1’« Italia Nuova» (p. es. i nomi delle A. Cozie, Pennine, Graie). Le coordinate sono più corrette nelle vecchie tav. 3 e 5 che in questa 2 nuova. (2) La utilizzazione delle tavole del Piemonte e della Liguria posteriori al 1608, per la carta generale d’Italia, che il Magini non potè fare, altri fece dopo di lui. Cfr. innanzi cap. VI, §§ 4.5.