— 137 — tutte le province venete di terraferma, bisogna arrivare a quella inserita nell'“ Atlas Uni-versel dressé sur les meilleures cartes modernes „ pubblicato a Venezia da Santini e Remondini nel 1776 (lj. Per il Mantovano si accennò già che per tutto il secolo XVII non apparve alcuna carta migliore della maginiana ; un brutto “ Ducato di Mantova „ di Matteo Greuter (1629) non merita neppur quasi di esser menzionato. La “ Geografia de’ Ducati di Guastalla, Mirandola, Mantova e Ferrara col Polesine di Rovigo ecc. „ di Giuseppe Tomaso Boníiidini (Ferrara 1706) comprende quasi intero il Mantovano; pochi anni dopo compaiono nuovi rilievi ordinati dal duca di Mantova per tutto il territorio (2). Per il Piacentino ed il .Parmense ottimi materiali, cui abbiamo già avuto occasione di accennare (3), ed altri ancora, tuttora esistenti nell’Archivio di Stato di Parma, rimasero inediti, per il che la carta del Magini continuò ad essere largamente utilizzata, come si è visto, per tutto il secolo XVII ; una carta dello Stato di Parma del Baratieri, che è talora citata (4), è finora sfuggita alle mie ricerche. Anche per il Modenese, una nuova carta originale tarda moltissimo : bisogna infatti arrivare agli “ Stati del Serenissimo Signor Duca di Modena in Italia delineati.... da Domenico Vendelli„ (Ferrara 1746), carta molto accurata, preceduta da altra messa in circolazione a Vienna nel 1736 sotto il nome di un tal Ingegnere di Rebain, ma della quale il Vandelli medesimo rivendica a sè la paternità (5). Non diversamente stanno le cose per il Bolognese, per il quale di carte originali a stampa, posteriori e migliori della maginiana, non ne conosco alcuna, fino al grande rilievo eseguito dal perito e architetto Andrea Chiesa nel 1740. Invece per il Ferrarese, ancor prima che vedesse la luce 1’“ Italia „ maginiana, erano apparse due carte, quella notissima dell’Aleotti (1603) e quella di Bartolomeo Gnoli (1606), entrambe assai buone ; per cui la carta del Magini, in una regione della quale i continui lavori di arginazione, canalizzazione, deviazioni di corsi d’acqua mutavano rapidamente la fisionomia, fu subito sorpassata. Per i limitrofi territori della Romagna e dell’Urbinate, le due carte di Filippo Ti ti, comprese nel “ Mercurio Geografico „ (1697), si basano ancora forse in parte sul Magini, rispetto al quale segnano tuttavia, almeno per taluni elementi del disegno cartografico, qualche progresso (6). Al di fuori di queste carte, pochissimi sono i prodotti cartografici originali del secolo XVII per lo Stato Ecclesiastico. Una carta dello “ Stato, Provincia e Diocesi di Fermo „ di Felice Moroni (1633), una carta anonima e senza data del Territorio di Todi, un’altra, pure senza data, della Diocesi di Narni, rappresentano prodotti di scarso valore ; invece le due carte del “ Patrimonio di S. Pietro „ e del “ Lazio „ di Giacomo Filippo Ameti (1696), inserite nel “ Mercurio Geografico „, segnano un progresso assai notevole e sorpassano definitivamente il Magini. Ma per l’intero Stato della Chiesa manca fino alla metà del secolo XVIII una carta migliore delle maginiane, e ciò spiega la grande fortuna di queste e la loro larghissima utilizzazione. Ancora la carta dello Stato Ecclesiastico di Tobia Majer, edita a Norimberga dagli Homann nel 1748, si basa sui materiali del Magini, cui non apporta quei migliora- per ordine di Nicola Foscarini provveditor alla Sanità in Patria del Friuli, si trova all’Arch. di Stato di Venezia «Provv. alla Camera dei Confini». Disegni, busta 336. Non è ricordato nel Saggio di cartografia di G. Marinelli. (1) Cfr. Marinelli G., Saggio di cartografia, n. 1181 e seg. Il Coronelli non ha carte di tutte le province dello stato veneto. Per l’Alto Adige ancora il D’An VILLE (Analyse ecc., pag. 83) trova la carta maginiana preferibile alle carte tedesche. (2) Il D’Anville (Analyse geogr. ecc., pag. 71 e seg.) cita carte del Mantovano levate da ingegneri al servizio della Francia, ma ha ancora sott' occhio la carta del Magini. (3) Cfr. indietro, cap. IV, pag. 50, nota 4. (4) La citano il D’An ville, Analyse geogr. ecc., pag. 59 e il De Vaugondy, Essai sur t’hist de la Ge'ogr. già cit., pag. 199-200, ma in Busching, Ntiova Geografia ecc., tomo XXI, pag. 205, trovo ancora citata come migliore la carta del Magini, insieme con parecchie riproduzioni italiane e straniere di essa. (5) Cfr. la lunga, interessantissima iscrizione apposta dal Vandelli stesso nella sua carta del 1746, nella quale egli dà una notizia storica delle carte del Modenese anteriori, menzionando per prima la carta di Alberto Balugola, per seconda quella del Magini e per terza la sua. Ad una carta del Modenese, preparata dal Cantelli ma non pubblicata, accenna il VISCHI, Nuovi docum. intorno a G. Cantelli già cit. (6) Per la carta dell'Urbinate, Cfr. Marinelli O., Materiali -per la storia della cartografia marchigiana, già cit., pag. 18.