- 57 — Essa presenta sin dall’origine, nella costa a sud della foce di Primaro, la orientazione che si trova nella seconda redazione della Romagna; non ha invece, come altrove si disse, il taglio di Porto Viro, nè la Sacca di Goro ; e rappresenta l’idrografia del territorio tra Panaro e Samoggia allo stesso modo della prima redazione del Bolognese. La parte di questa carta che qui occorre considerare è quella che comprende l’area triangolare tra la foce di Goio, Ficheruolo e la foce di Primaro ; della sezione nord, tra il Po di Goro e il Po delle Fornaci, si parlò già a proposito della tav. del Polesine; tutto il resto del disegno è comune ad altre carte limitrofe (Romagna, Bolognese, Mantovano) e coincide con esso, salvo qualche divergenza, cui si accennerà fra breve. Ora, per l’anzidetta area, che costituisce dunque il nucleo originale della carta, mentre non si conosce alcuna carta a stampa di data anteriore (1), constatiamo di nuovo analogie strettissime con la corrispondente figurazione nella pittura “ Ferrame Ducatus „ del Danti nella Galleria Vaticana. Tra Po di Primaro e Po di Volano le valli di Comacchio, coi campi e gli argini (e i relativi nomi) sono sensibilmente identiche in entrambi ; tra Po di Volano e Po di Goro, troviamo in ambedue indicazioni e rappresentazioni che si riferiscono alla grande bonificazione di Alfonso II : “ Bonificationc „, “ Malea valle “ Vallicelle „, la “ Mesola „ cinta di mura ecc.; a SE di Ferrara v’è comunanza nella nomenclatura e situazione dei centri abitati (2) ; a NO e a nord v’ è comunanza nell’ idrografia ecc. La fonte o le fonti sono perciò comuni al nostro astronomo ed al cartografo pontificio (3), se pure il Magini non attinse direttamente al Danti durante il suo soggiorno a Roma, il che non si può, per questa parte della carta, escludere con certezza, ma si deve tuttavia ritenere improbabile. Le fonti comuni (ovvero le fonti del Danti) possono essere rilievi eseguiti per la delimitazione dei confini tra Ferrarese e Bolognese fatta nel 1579 (4) o disegni eseguiti in occasione della grande bonifica di Alfonso II, terminata nel 1580, come ha supposto il Bertolini (5). La nostra tavola ha poi subito — forse a diverse riprese — molte notevoli correzioni ed aggiunte sul rame. Oltre alla inserzione della graduazione, all’aggiunta del taglio di Porto Viro e della Sacca di Goro, si notano parecchie correzioni ai centri abitati in prossimità della Via Emilia tra Modena e Bologna e modificazioni più importanti nella idrografia, per tutto il territorio tra Panaro e Reno. La rappresentazione originaria era, come si è detto, del tutto simile a quella offertaci dalla vecchia redazione del Bolognese ; sul rame furono aggiunti gli affluenti di sinistra dello Scol-tenna a monte di Nonantola, e tutto il corso di questo stesso fiume nel tronco superiore fu corretto ; fu modificato il percorso del Canal di S. Giovanni, che prima appariva collegato col Panaro, mentre nella redazione definitiva appare tributario del Po di Volano con due rami (uno dei quali non figura neppure nella tav. del Modenese), ecc. Queste modificazioni furono fatte sulla scorta dei materiali che servirono per la nuova redazione del Bolognese, e pertanto sono posteriori al 1599. Anche i confini tra Bolognese e Modenese e tra Modenese e Mirandolino furono aggiunti posteriormente, certo in base alla carta del Modenese, finita solo nel 1598. (1) Non conosco neppure carte manoscritte, salvo • uella di Antonio Pasi già ricordata al § 13. Esistono invece molti disegni parziali riferentisi al basso Po e al suo delta, in parte conservati nell'Archivio di Stato di Venezia, in parte nella già citata « Raccolta di disegni dello stato e città di Ferrara ed altri confini » posseduta dalla Biblioteca Comunale di Ferrara, e anche altrove. (2) Gli edifici di Belriguardo a SE di Ferrara sono figurati molto in grande dal Danti, ma la loro forma risulta anche dalla figurazione più ridotta del Magini, ecc. (3) Ricordisi che lo stesso è per la parte della pittura del Danti che corrisponde al Modenese del Magini Cfr. indietro § 13. (4) Cfr. indietro § 14. La linea rossa, che indica tale delimitazione, figura anche in questa pittura del Danti, come in quella del Bolognese. (5) Cfr* Bertolini G. L., Note alla carta del Territ. trevigiano, già cit. Una carta eseguita probabilmente in questa occasione è quella degli Stati Estensi di Antonio Pasi, già altrove ricordata, la quale, almeno per la parte di pianura, è da ascrivere al 1580. Ma essa non presenta alcuna analogia con Ja rappresentazione Magini-Danti. Sulla bonìfica di Alfonso II, cfr. Fano Luigi, Cenni storici sulla grande bonificazione ferrarese, in «La provincia di Ferrara e le sue bonifiche», Ferrara, 1903, pag. 1-20.