— 16 — Chiesa è più mal descritto degl’altri, Il Patrimonio di S. Pietro è cavato da quella carta del Bell’armato della Toscana, la Marca d’Ancona è cavata da quella di stampa che fa la parte littorale dell’oriente ad occidente.... et non ha fatto altro in detta tavola che aggiungere alquanti nomi, sendo che ne è stato aiutato da paesani che si trovavano in Roma. Il Regno di Napoli è tanto sciagurato in detta Galeria che non mi è bastato l’animo di cavarci cosa alcuna, tutto che m’habbia detto il Duca di Sora di haverlo havuto lui da un viceré di Napoli per cosa rara „. Nonostante tutto ciò, il Magini, come vedremo in seguito, si è giovato in qualche parte delle pitture del Danti. Quanto ai disegni del Reame di Napoli, dalla stessa lettera risulta che il Magini non era riuscito a procurarsene di soddisfacenti, ed era assai indeciso su quello che gli sarebbe convenuto di fare riguardo a questa parte d’Italia. L’ intoppo derivante dalla mancanza di buoni elementi per l’Italia meridionale, fece sì che negli anni seguenti, cioè dal 1598 al 1601, il Magini attendesse a rivedere e migliorare le tavole già fatte, anziché a proseguir nel lavoro. Si è già veduto come nel luglio 1598 egli ricevesse venti disegni originali degli Stati Veneti e se ne servisse per correggere le sue tavole ; la tavola del Modenese e Reggiano fu rifatta quattro volte in questo tempo e terminata nella seconda metà del 1598(1); la tavola della Romagna o Flaminia fu pubblicata nella nuova edizione definitiva alla fine del 1598; al principio del 1599 venne messa in circolazione la nuova carta del Bolognese, divisa in due fogli, e nel corso dell’anno stesso verosimilmente la redazione definitiva del-1’ Urbinate; tra il 1598 e il 1600 furono incise probabilmente le tavole del Dom. Fiorentino, del Senese, dell’ Elba, del Perugino, dell’Oi vietano, del Parmense e Piacentino ; tra il 1600 e il 1601 quella dell’ Umbria o Due. di Spoleto ; tra il 1600 e il 1603 la tavola del Mantovano fu nuovamente inviata alla corte di Mantova per altra revisione (2). Frattanto il piano generale dcH'opern, attraverso varie modificazioni suggerite dalla maggiore o minor ricchezza di materiali raccolti per le varie parti d’Italia e da altre opportunità, si veniva definitivamente maturando nella mente dell’Autore. Nel corso dell’anno 1601 o al principio del 1602, finalmente, fu dato al Magini di ottenere, non sappiamo per quale via, gli elementi per le sue tavole del Napoletano ; poiché in una lettera del 27 marzo 1602 ad Alessandro Striggio scrive: “ Sono stato tanto intento al distender giù e compartire il Regno di Napoli in 9 tavole da foglio, che non ho atteso ad altra cosa sino a che non 1’ ho espedito.... „ (3). Questa stessa lettera ci dà qualche altra informazione sullo stato dell’opera, che il Magini sin d’allora aveva diviso in quattro parti. Mancavano da intagliare in tutto diciotto tavole, comprese le nove del Napoletano; ma per il momento il Magini non aveva incisore, per il che pensava alla possibilità di dar fuori intanto le prime due parti (che comprendevano — come si vedrà — tutto il Piemonte, la Lombardia, lo Stato Veneto, i domini della Rep. di Genova e i ducati emiliani), alle quali non mancavano che tre carte da incidere. Pensava inoltre sin d’allora ad una carta d’ insieme dell’ Italia in 12 fogli. Da quest’epoca data anche la ricerca del privilegio imperiale per garantire la proprietà letteraria ; il Magini aveva avuto un grosso dispiacere e non lievi danni a proposito della ristampa fatta a sua insaputa in Germania della Geografia tolemaica (4) e voleva garantirsi contro nuove frodi del genere. L’insistenza per ottenere i privi- (1) Lettera 20 luglio 1598, Append. Ili, lett. n. 3. (2) Il 3 luglio 1600 il Magini, scrivendo ad un familiare del Duca (probabilmente Annibaie Chieppio), diceva : « E un pezzo che io volevo scrivere a V. S____ per mandargli di nuovo una carta del Mantovano, acciò si degnasse con ogni suo comodo di farla rivedere e migliorare». Il 18 dicembre 1602 sollecitava queste correzioni, rivolgendosi sempre alla stessa persona con la preghiera «che sia per tavorirmi della correttione del Mantovano», e ancora il 1 gennaio 1603 scriveva al medesimo : «Aspetto con desiderio le correttioni del Mantovano.... ». Cfr. anche la lettera in data 8 genn. 1603 in Appendice III, n. 4. Del resto per la cronologia delle carte vedi il riassunto alla fine del cap. IV. (3. Cfr. Appendice III, lettera n. 4. Dalla lettera dal Colio all’Ortelio riferita a pag. prec., risulterebbe che in origine il Magini pensava di destinare ben 25 tavole al Napoletano ; ora si parla di nove tavole, e nove sono esse realmente, se si escluda quella dell’Abruzzo Ultra, che è fuori di posto e, come vedremo, avrebbe dovuto essere eliminata. (4) Kavaro, Carteggio cit., pag. 144-45. Cfr. indietro Cap. I, pag. 2