— 146 — un paziente lavoro di raffronto, difficile ad eseguirsi anche materialmente, finché non si abbiano buone riproduzioni di tutte le pitture dantiane. Le “Italiae Sclavoniae et Graeciae tabulae geographicae „ di Gerardo Mercator, pubblicate a Duisburg al principio dell’anno 1589, contengono una carta generale dell’Italia e quindici carte speciali, e cioè: * 1) Lombardiae Tab. I in qua Alpestris et occidua eius pars describitur; * 2) Lombardiae Tab. II in qua hae praecipuae regiones describuntur, Tirolis Comitatus et Marchia Trevigiana ; * 3) Lombardiae Tab. Ili in qua describuntur Pedemontana, Montisferrati March, et Ge-nuensium Ducatus ; * 4) Lombardiae IV Tab. in qua sunt hae regiones praecipuae, Romandiola, Parma et Ferraria Due. et Man tua March. ; 5) Brescia Comitatus, Mediolanum Ducatus ; 6) Veronae Principatus Vicentiae et Patavii ditiones; * 7) Friuli et Istria, Karstia, Carniola et Windorum Marchia. Cilia Comitatus; * 8) Thuscia; * 9) Anconitana Marchia et Spoleto Ducatus ; 10) Campagna di Roma olim dieta Latium ; * 11) Abruzzo et Terra di Lavoro; 12) Puglia Piana, Terra di Barri, Terra di Otranto, Calabria et Basilicata; 13) Corsica; 14) Sardinia Regnum ; 15) Sicilia Regnum; Le otto carte segnate con asterisco sono tutte alla stessa scala e potrebbero — sopprimendo alcune porzioni marginali talora comuni — riunirsi agevolmente insieme, perchè formano in realtà una carta sola, in proiezione rettangolare, che abbraccia dunque tutta intera l’Italia, tranne l’estremità meridionale, a sud di una linea condotta da Agropoli al lago di Varano. Quest’ultimo lembo trova posto nella tavola n. 12, la quale è stata riprodotta in iscala più piccola, ma evidentemente solo allo scopo di fare entrare in un solo foglio tutto questo lembo estremo: le parti della tav. 12, comuni con la precedente, sono perfettamente identiche quanto a disegno (orografia, idrografia, centri abitati), sì che, se si ingrandisse la tavola di circa due terzi (12 miglia nella scala delle altre tavole corrispondono a 20 circa di questa), si potrebbe perfettamente far combaciare con la tav. 11 e perciò con tutto il resto dell’Italia. Le carte delle tre isole sono a scale diverse ; quanto alle tav. 5, 6 e 10, esse rappresentano carte speciali a scala maggiore. Il Mercator ha costruito dunque in realtà un’unica carta dell’Italia ad una scala (8 miglia = mm. 20 i/2) di gran lunga superiore a quella dell’“ Italia Nuova, maginiana. Un esame particolare di questo lavoro mercatoriano, considerato nel suo insieme, ron è stato mai fatto, e ben varrebbe la pena di farlo ; ma esso esce evidentemente dai limiti del presente scritto. Qui possiamo peraltro ricordare che, come risulta anche dagli accenni fatti a più riprese nel cap. IV, confrontando varie carte regionali del Magini con le singole tavole mer-catoriane, il Mercator ha utilizzato fonti molto svariate per indole e valore, spesso profondamente diverse da quelle delle quali ha tratto partito il cartografo padovano, ma quasi sempre a quelle inferiori per esattezza e copia di particolari. Per conseguenza, sebbene il Mercator abbia poi eseguito il lavoro di coordinamento e di uniformazione di queste fonti diverse in modo assai abile, da cartografo veramente provetto qual’era, ne è risultato un lavoro d’insieme che resta molto al di sotto di quello offertoci dal Magini. Per ciò che concerne il contorno, basta un semplice confronto tra la carta generale del Mercator (che è una fedele riproduzione impiccolita della carta maggiore, quale risulterebbe dalla riunione delle nove tavole sopra ricordate) e la carta maginiana del 1608, per accorgersi come, prescindendo dalle posizioni astronomiche assolute e relative, quest’ ultima sia assai più vicina al vero della mercatoriana. Questa altera considerevolmente la direzione della costa ligure di ponente, onde il Mar Ligure risulta interamente deformato ; attribuisce direzione errata anche alla costa adriatica da Ravenna ad Ancona, introducendo così una deformazione molto disturbante di tutta l’Italia centrale ; ci offre infine una figurazione molto arretrata ed inesatta della Calabria e della Penisola salentina. Anche l’Istria e il Cilento sono completamente sfigurati. Per quanto concerne la rappresentazione del rilievo, anche la carta mercatoriana, come quella generale maginiana del 1608, ha valore sopra tutto in quanto ci offre la linea direttiva principale, così del sistema alpino, come dell’appenninico. Ma pel sistema alpino Mercator ci presenta ben evidente la catena principale solo nella sezione occidentale, mentre nelle restanti parti della catena alpina, accompagnandosi alla figurazione della catena principale quella di numerose diramazioni di importanza ed entità diversa, si perde la visione complessiva che è così netta nella carta maginiana. I nomi orografici non abbondano neppure in