— io- di Pavia) si hanno parecchie raschiature ben visibili nella zona interposta fra le alte valli della Staffora e della Trebbia, mentre di esse non v’è traccia nella tav. 8, ove pure è figurata gran parte di quella zona; nella stessa tavola fu corretta l’idrografia e la posizione di alcune località sulla sin. del basso Adda e tra questo e il Po, come può meglio vedersi dalla tav. successiva (Territ. di Cremona), pur essa corretta ; nella tav. 17 (Ducato di Parma e Piacenza) furono pure introdotti, sul rame inciso, alcuni miglioramenti nell’idrografia e aggiunte di nomi; nella tav. 21 (Cremasco) si hanno correzioni nell’area tra Adda e Torno, che rivelano la trasposizione di alcuni nomi di abitati; nella tav. 40 (Umbria), numerose correzioni nei dintorni di Spoleto; nella tav. 47 (Lucchese), una folla di correzioni, più volte rinnovate, al disegno orografico, ai corsi d’acqua, agli abitati, ai confini; nella tav. 61 (Sicilia) rilevanti correzioni al disegno delle coste. Molte altre tavole presentano correzioni alla idrografia (tav. 25, 33 ecc.), agli abitati, per aggiunte di nomi eseguite sul rame già inciso (tav. 3, 5, 40, 46 ecc.) o viceversa per abrasioni e cancellature tardive (tav. 45). Torneremo naturalmente su queste correzioni nell’esame particolare delle singole tavole. L’aggiunta di tutto o parte del disegno orografico, dopo l’incisione del rimanente della carta, che possiamo documentare per la tav. 46 (Ducato di Urbino), rappresentava un’abitudine forse seguita in parecchi altri casi (1). Nella carta del Ducato di Ferrara, in quelle della Toscana e forse anche in altre, dopo eseguita l’incisione sul rame, furono aggiunte le coordinate geografiche (2). Anche su questo fatto, molto importante, torneremo in seguito. Le tavole della Liguria, della Corsica e della Sardegna sembrano del tutto esenti da correzioni e aggiunte sul rame; e quasi del tutto esenti ne sono anche le carte del Napoletano. § 4. La tecnica del disegno e dell’incisione. — L’esame delle varie carte rivela poi notevoli differenze tra l’una e l’altra nella tecnica del disegno. Ad esempio, il mare ora è rappresentato con una sorta di ondeggio, risultante da un’alternanza di strisce bianche a zig-zag e di strisce tratteggiate (es. tav. del Dominio Fiorentino, dell’is. d’Elba, della Rep. di Lucca, d’Abruzzo Ultra, di Terra di Lavoro, di Sardegna, Sicilia ecc.), ora è a punti (Istria, Abruzzo Citra e Ultra, Capitanata, e quasi tutte le altre del Regno di Napoli), ora è in bianco (Liguria, Campagna di Roma). Anche il disegno orografico, per quanto sia sempre eseguito col sistema prospettico, presenta delle differenze nella modalità di esecuzione : ora si ha un ombreggio leggiero sulla destra (Corsica, Sicilia), ora un ombreggio più intenso, uniforme (Liguria, Umbria, Patrimonio di S. Pietro). Si notano inoltre differenze cospicue nel modo di rappresentazione dei centri abitati, così dei minori, come dei maggiori. Quanto ai minori, vi sono carte nelle quali la grandissima maggioranza è rappresentata con un semplice circoletto (tav. 3 Stato del Piemonte, tav. 9 Corsica, tav. 10-13 Stato di Milano, tav. 14 Cremonese, la maggior parte di quelle del Veneto e del Napoletano), altre carte nelle quali si usa la figurazione di una casetta (tav. 2 Piemonte e Monferrato, tav. 7-8 Liguria, tav. 21 Cremasco, tav. 30 Istria, tav. 41-42 Patrimonio di S. Pietro e Lazio), altre infine nelle quali i due sistemi sono usati promiscuamente, senza che appaia un criterio certo di preferenza (tav. 4 Signoria di Vercelli, tav. 5 Due. di Monferrato, tav. 44 Senese, tav. 46 Due. di Urbino, tav. 47 Repubblica di Lucca). Quanto alle città maggiori, basti confrontare il disegno, accurato e minuto, delle città di Vicenza e Padova nella tav. 23 (Territ. di Vicenza) con quello, molto più sommario e convenzionale, delle città medesime nella successiva tav. 24 (Territorio Padovano). Differenze vi sono pure riguardo al tipo e alla forma dei caratteri adoperati per le scritture, e (I) Cfr. quanto si dirà nel cap. seg. § i e l’allegazione di un brano ivi riprodotto. (a) L’esemplare della carta del Ducato di Ferrara, con dedica originaria, posseduto dall’istituto Geogr. Militare, è privo di coordinate.