— 25 — prima volta nel 1555 in Venezia da Matteo Pagano come intaglio in legno misurante cm. 73.5X50 circa. Graduata ai margini di minuto in minuto, comprende anche tutta la Riviera da Monaco a Genova, la cerchia alpina con parte del Delfìnato e della Savoia, una porzione della Lombardia transpadana fino a Milano e della cispadana tino a Bobbio. È la più importante tra le carte del Piemonte apparse nel secolo XVI ed ebbe numerose derivazioni, a partire dalla prima edizione in rame (Venezia, appresso Gabriel Giolito 1556). Ne deriva anche la carta del Piemonte inserita nel “ Theatrum Orbis „ dell’Ortelio sin dalla prima edizione (1570). 5) La “ Nova descrittione di tutto il Ducato di Milano, del Piamonte, del paese de Suizzeri ecc. „ pubblicata a Venezia da Ferando Bertelli nel 1567 ; incisione in rame, misuiante cm. 44X29.5, priva di scala, che comprende tutta intera la Liguria a partire dalla foce del Varo, ma solo un tratto del paese interno; prodotto di scarsissimo valore, che sembra derivare in parte da “ E1 Piamonte „ del 1553, con aggiunte desunte dalla carta gastaldina. 6) Là “Pedemontana regio cum Genuensium territorio et Montisferrati marchio-natu „ di Gerardo Mercatore, inserita nelle “ Italiae, Sclavoniae et Graeciae tabulae geo-graphicae „ del 1589 e poi riprodotta nel famoso “ Atlas „ del 1595. Comprende l’intera Riviera e il Piemonte con le regioni contermini. È graduata ai margini di 2’ in 2’ (1). Un confronto tra le carte maginiane e questi prodotti anteriori non rivela alcuna analogia. Il Magini conobbe certo sia la carta gastaldina, sia la mercatoriana, ma non le utilizzò, perchè ebbe a sua disposizione materiali inediti. Si sa infatti da una lettera del Magini stesso al duca di Mantova in data 23 marzo 1597 che la tavola del Monferrato fu intagliata in base a un disegno mandato dal duca stesso (2) ; dalla dedica della Riviera di Ponente a Orazio Bracelli si rileva poi che questi gli aveva inviato un disegno originale di tutta la Riviera di Genova, dal Magini poi “ molto accresciuto et assai ben corretto Più esplicito è poi il Magini in una lettera inviata il 28 luglio 1598 a persona residente in Padova (3), nella quale egli si scusa della imperfezione del disegno della vecchia Riviera di Levante, e, sebbene accenni all’invio fattogli dal, Bracelli, soggiunge : “ La parte di Ponente posso hauer fatta manco imperfetta, per non dir più esquisita, per hauerla hauuta dal Duca di Mantova insieme con il Piemonte e Monferrato, hauendo quel principe fatto fare tutti quelli stati assai diligentemente sino a Genova, e dio volesse ch’havesse fatto far più oltre, non havendo egli bisogno d’altro per non esser confine „. Da queste parole si deduce chiaramente che il Magini aveva ricevuto dal Duca di Mantova un disegno, eseguito per questioni di confìnazioni, che comprendeva tutto il Piemonte, il Monferrato e la Riviera di Ponente e che di esso si era servito per delineare, non solo le tav. 3 e 5, ma anche la Riviera di Ponente, avendo preferito questo disegno a quello del Bracelli. E di fatto, se ben si guardi, queste tre carte sono la continuazione una dell’altra; nelle parti comuni (bacini della Stura e del Gesso, valli della Bormida e dell’Erro ecc.) sono sostanzialmente identiche ; in realtà dunque esse, nonostante la differenza delle scale, costituiscono una carta sola. Confrontate con i già citati prodotti a stampa anteriori — tra i quali i migliori sono dunque il Piemonte gastaldino e la carta di Mercator — anche queste tre carte maginiane di vecchio tipo costituiscono un notevole progresso, sia per la rete idrografica, sia per la copia e la situazione dei centri abitati. Per l’orografia, invece, la carta del Gastaldi, come è migliore di quella del Mercator, cosi supera anche le maginiane, se non altro perchè mette meglio in vista la principal catena alpina e, per il Piemonte vero e proprio, ha qualche nome orografico in più. Degli elementi astronomici non ci occupiamo qui, perchè ne tratteremo in un capitolo speciale. (1) Cfr. su questa carta Ferrand Henri, Lcs cortes alpines de VAtlas de Mercator, Grenoble 1905. Vedi poi 1 Append. I. Anche E. Oberhummer (Die àltesteiPKarten der Westalpen in « Zeitschr. des deutsch-oesterr. Alpenvereins » , 1909, pagg. 1-20) accenna brevemente ad alcune delle carte ora ricordate ed anche a quella del Magini, della quale riproduce un frammento (pag. 14). (2) Cfr. Appendice III, lett. n. 2. (3) È riportata integralmente nell’Append. III, lett. n. 3.