— 32 — fatto che il Cianci condusse a compimento, nel 1600, solo una carta dei contorni di Milano entro il raggio di cinque miglia, della quale l’Archivio storico comunale di Milano conserva l’originale e che più tardi fu anche data in stampa (1). Meno buona è la rappresentazione del lembo orientale (ad est del 31°45’ long, circa), che è inoltre molto tormentata da correzioni eseguite sul rame : fu modificato 11 corso del Muccia o Muzza e più ancora quello del Silaro, che nell’ incisione originaria figurava tributario dell’Adda, anziché del Lambro ; fu cancellata una grossa area rappresentata come stagno o acquitrino a nord-est di Casalpusterlengo ; una quindicina di centri abitati sono stati raschiati e spostati. Tutte queste correzioni sul rame si trovano anche nella tav. 14 (Cremonese). Anche più a nord, si notano raschiature nella zona di confine col Cremasco, come diremo parlando della carta di questo territorio. Altre modificazioni sul rame furono eseguite nell’area a nord e nord-est di Pavia. Per questa parte la rappresentazione primitiva era assai scorretta e nella tav. 12 fu anche assai malamente corretta; molto meglio nella carta speciale del Pavese, come ora si dirà. Nella “ Parte Alpestre „ dello Stato di Milano, si nota subito la buona rappresentazione dei laghi, di gran lunga superiore a quella offerta da qualunque carta precedente e che potrebbe far pensare alla utilizzazione di fonti speciali. Invero, per il lago di Como esisteva una carta particolare assai nota, quella che accompagna la descrizione di Paolo Giovio, riportata anche dall’ Ortelio (2) ; per i laghi Maggiore e di Lugano non conosciamo carte particolari, ma chi legge la descrizione datane da Leandro Alberti, avvertirà subito come questi dovesse aver sott’ occhio una carta molto copiosa ed assai esatta (quale non aveva per il resto della Lombardia), carta forse non dissimile da quella che servì di base al Magini (3). Deficiente ed incerta è per contro nel Magini la rappresentazione del rilievo, scarsi i nomi orografici (noto solo M. Sempione, M. di S. Gottardo e alcuni passi all’angolo NE), imperfetta la rete idrografica per i lembi posti fuor dai confini dello stato milanese, come la Val Leventina (4) e la Val Maggia, inquinata da errori anche per la zona ad ovest del lago Maggiore, dove ad es. la Val di Vegiezzo appare tributaria della Tosa (Toce), anziché della Maggia, mancando ogni traccia del F. Melezza (5). Questa carta della Parte Alpestre del ducato presenta pure alcune cancellature e correzioni fatte, sul rame, per la parte confinante con lo stato di Vercelli, che comprende l’alta vai Sesia e la valle della Sesera : la località di Trivero, prima situata presso Croce di Mosto, è stata spostata poi a NO; altri due o tre nomi sono sostituiti in vai Sesia, qualche altro è aggiunto sul rame. La carta del Territorio di Vercelli serba ancora le situazioni primitive degli abitati stessi, perchè non fu corretta. Nella nostra tavola le correzioni furono probabilmente introdotte dal Magini, dopo aver avuto i materiali che gli servirono a comporre la carta n. 2 (Piemonte e Monferrato della più recente redazione), che include pure questa zona. La carta n. 13 (Territorio di Pavia, Novara, Tortona ecc.), che il Magini aveva ori- li) Verga. E., op. cit., pagg. 74-75- (2) Si trova sin dalla prima edizione (15 70) del « Theatrum » orteliano, in una stessa tavola con il territorio di Roma e il Friuli. (3) Cfr. Descrittionc di tutta Italia, ediz. di Venezia 1568, pag. 443 e seg. L’Alberti cita come sue fonti special-mente la Verbani lacus loccrumq. adìaccutium chorographica descriptìo di Domenico Maccagno (1490), più volte stampata e assai accurata, e il libretto Gallorum Insubrum antiquae sedes di Bonaventura Castiglione (1 edizione, rarissima, Milano, 1541), che contiene una buona descrizione del lago Maggiore, della Val Leventina ecc. (pag. 94 e segJ ; ma nè 1’ uno nè l’altro dei due scrittori avevano delineato carte. Nella descrizione dell’Alberti, invece, le indicazioni sulla forma del lago di Lugano (cc. 444 R-V) non possono essere state scritte se non seguendo una carta. (4) Per questa valle dava invece una buona descrizione Bonaventura Castiglione ; cfr. nota preced. (5) Leandro Alberti {op. cit., cc. 450 R e V) ha invece migliori e più esatte notìzie sulla valle della Toce eie adiacenti. Egli sa che la valle Vigezzo (Veggetia) finisce nella Maggia, e ricorda anche parecchie località che il Magini non segna nella sua carta. L’Archivio di Stato di Parma possiede una grandissima, magnifica carta manoscritta di tutto lo Stato di Milano con gran parte del Piemonte ecc., che per il suo contenuto si può considerare opera della prima metà del secolo XVII, la quale, anche per la parte alpestre, si rivela molto più esatta e copiosa di dati della carta maginiana. Quella carta, che mi propongo di illustrare in altra occasione, rappresenta certamente il frutto di un lungo lavoro, fatto probabilmente per incarico ufficiale, che peraltro è posteriore — se pure di pochi anni — al Magini.