rale | dal dottore Gio. Antonio Magini | padoano | Mathematico dello Studio di Bologna „ ; e poi le 61 tavole. Questa stampa originale è molto rara: io ne ho esaminato sei esemplari (1). Essa si distìngue per una maggiore freschezza delle tavole incise, le quali sono impresse con inchiostro molto nero; inoltre contiene spesso alcune tavole senza dedica o con dedica diversa dalla consueta, come risulterà da quanto diremo in seguito. Assai più frequente è una ristampa che porta il nome dello stampatore bolognese Clemente Ferroni. Essa differisce dalla precedente nelle 4 carte iniziali non numerate : il frontespizio è identico (compresa la data 1620), ma la dedica al Gonzaga occupa il recto e il verso della 2* carta e solo tre righe della 3*; il verso della 3* carta ha i due privilegi, il recto della 4* ha l’indice delle tavole, il verso ha la licenza ecclesiastica e poi la scritta: “In Bologna MDCXXX | Presso Clemente Ferroni | con licenza de’ Superiori ,. Seguono le 24 carte numerate. Questa ristampa è dunque di dieci anni posteriore alla prima. Il Ferroni dovette poi, negli anni successivi, continuare a dar fuori l’opera, perchè se ne hanno molteplici esemplari, uguali a quello testé descritto, ma senza più la data 1630 e accresciuti invece di un ritratto del Magini, buona incisione in rame firmata H. David Gai® e dedicata a Ferdinando Riario senatore di Bologna. Il ritratto ha la data 163 2, e si trova, sia dopo le 24 carte numerate, sia prima, sul verso della 4* carta ; in tal caso la licenza ecclesiastica e la firma dell’editore son trasportate sul recto della carta stessa sotto l’indice delle tavole. Vi sono anche esemplari, ristampati da Clemente Ferroni, nei quali la dedica al Gonzaga è contenuta per intero sul recto e verso della seconda carta n. n., mentre la terza ha sul recto i privilegi e sul verso il ritratto del Magini, la 4* sul recto l’indice, la licenza e la firma editoriale; il verso della 4* carta è vuoto; la descrizione generale dell1 Italia, composta in corpo più piccolo, è ristretta in sole 20 carte. Vi è infine una ristampa messa in circolazione nel 1642 da Nicolò Tebaldini. Essa ha il solito frontespizio sul recto della prima carta ; la lettera dedicatoria al Gonzaga sul recto e verso della 2* carta ; il privilegio pontificio sul recto della 3*, quello granducale sul verso; sul recto della 4* l'indice e sul verso la licenza ecclesiastica e la scritta: “ Bononiae typis Nicolai Tebaldini 1642 j Superiorum permissu „. Segue la descrizione dell’Italia in 24 carte non numerate. Talora v’è anche il ritratto del Magini, dallo stesso rame e con la data solita 1632. Tutte queste successive ristampe diversificano dunque tra loro solo per differenze formali: il testo della descrizione dell’Italia è ovunque il medesimo, e, quel che più importa, le carte sono sempre identiche e riprodotte sempre dagli stessi rami(2). Come si vedrà nel prossimo capitolo, i rami delle carte erano per la massima parte incisi e pronti molti anni prima che si iniziasse la stampa dell’opera, e all’inizio della stampa non furono più toccati, salvo nelle dediche, le quali, come or ora diremo, furono talora raschiate e sostituite a cura del figlio Fabio. Come conclusione del presente paragrafo è da rilevare che la “Italia „ del Magini fu dunque messa in circolazione, per così dire, a tre diverse riprese : 1") Nel 1620 da Sebastiano Bonomi; 2°) Nel 1630-32 da Clemente Ferroni; 3°) Nel 1642 da Niccolò Tebaldini. L’intervallo di un decennio dall’una all’altra è probabilmente in relazione col fatto che i privilegi di stampa avevano di solito valore appunto per un decennio, come nel nostro caso è esplicitamente dichiarato tanto nel privilegio pontificale che nel granducale. § 2. Caratteri esiekiori delle carte. — Poiché del testo descrittivo — che rappresenta un complemento all’opera cartografica, cui il Magini pensò più tardi e che restò incompiuto — ci occuperemo in un capitolo successivo, esaminiamo qui an- (1) Da« alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma, uno alla Bibl. Corsiniana di Roma, uno alla Palatina di Firenze, ano alla Fredericiana di Fano ed uno alla Comunale di Mantova. (2) Unica eccezione notevole i quota, che nella prima stampa, quella bonomiana, qualche volta, al posto della consueta tavola della * Riviera di Levante», si trova una più vecchia carta della Riviera stessa che il Magini poi scartò. Di dd diremo a lungo nel cap. IV, § I e segg.