— 42 — ha dovuti sopprimere parecchi, ma pur viceversa ne ha qualcuno che manca al Sorte (p. es. Canigo e Caia a nord del lago d’iseo, Asinol, Calzat, Vertoua in Val Seriana, Muradella sulla d. del Serio a sud di Bergamo, Stigna fra Brembate e Terzo ecc.). Parecchi nomi, che nel disegno del Sorte sono in forma dialettale, sono stati al solito italianizzati, e talora assai male, dal Magini ; questi ha anche taluni errori di trascrizione (Bazanigo per Cazaniga ecc.). Anche la delineazione del confine del territorio bergamasco si ritrova nel disegno del Sorte, ma questo è più accurato : p. es. la testata di un affi, di sin. del Brembo figura nel Sorte come appartenente allo Stato di Milano, mentre il Magini la include nel Bergamasco. Del resto l’andamento della linea di confine è sensibilmente uguale. Il disegno del Bergamasco, che abbiamo di mano di Giulio Sorte, è anteriore a quello eseguito da Cristoforo per mandato ufficiale, ed anche più ristretto : non comprende infatti tutto il Cremasco, che, come si è visto, doveva essere incluso in quello. Le lievi differenze che abbiamo riscontrato fra la carta maginiana e il disegno a noi rimasto possono derivare da ciò che quella abbia per base la maggiore opera di Cristoforo per noi perduta, anziché l’anteriore disegno di Giulio. Tale è forse anche il caso per il Bresciano, come già si è avvertite. § 9. — Le carte del Bellunese, del Cadorino, del Friuli, del Vicentino e del Cremasco. — Delle altre carte maginiane del Veneto non possiamo indicare con sicurezza le fonti. Per le tav. 27 e 28 (Bellunese-Feltrino e Cadorino) si ha a che fare certo con fonti inedite, poiché non si conosce alcuna carta a stampa di queste regioni anteriore al 1600(1). Per la carta del Cadorino già G. L. Bertolini rilevò sicure tracce della sua derivazione da una carta ufficiale nelle indicazioni “ Bosco da remi di S. Marco „, “Bosco di S. Marco „, “Dote del Forno di Borea „ ecc. (2) ; lo stesso vale per la tav. del Bellunese, che contiene le stesse indicazioni ed altre analoghe. È dunque molto probabile che il Magini si valesse di alcuno di quei venti disegni ricevuti circa la metà del 1598 da Venezia (3). 11 Bellunese è piuttosto grossolano e trascurato rispetto al disegno ; del resto per quasi tutta la metà inferiore (esattamente a sud del 46° 5 lat.) esso non è che un ingrandimento della tav. del Trevigiano, derivata da quella del Bonifacio ; per tutto il lembo occidentale, a ovest del 34° 5’ long., è rozza e poverissima di indicazioni, come la parte corrispondente della tav. 31a (Territorio di Trento); per il lembo orientale, a est del 34° 55’ long., si cuopre con la parte corrispondente della tav. 29a (Friuli). Per il poco che resta, la carta è abbastanza esatta e ricca di indicazioni. La tav. successiva, del Cadorino, di scala più piccola, ma assai più accurata, non aggiunge molto alla precedente, anzi, del Cadorino vero e proprio, solo il bacino del Piave a monte di Lozzo. Ma nelle parti che fra loro coincidono, le due carte non sono perfettamente uguali : diversificano alcuni nomi, come Lago S. Croce (Pasino nella tav. 27), Rio de Orsino (Molino f. nella tav. 27a) ecc. Queste divergenze, del resto molto lievi, indicano forse che la tav. del Cadorino è posteriore all’altra e fu più corretta. In ambedue le tavole, le dediche forono apposte, come già fu detto (4), sul rame già inciso. Della tav. 29 (Patria del Friuli) e delle sue fonti ho trattato partitamente in un mio lavoro particolare (5). In esso, passando in rassegna le non poche carte a stampa anteriori della regione, mostrai come il Magini attingesse probabilmente elementi parziali a più d’una di queste: il disegno orografico ad una “Nova descriptione del (1) Nessun materiale potè procurarsi Egnazio Danti per la sua pittura dello Stato Veneto, che per questa parte è quasi priva di indicazioni. (2) Cfr. Bertolini G. L., Note alla carta del territorio trevigiano del Magini, già cit., in «Boll. Soc. Geogr. lui.», 1906, pp. 575. (3) Lettera a persona residente in Padova del 20 luglio 1598. Confr. Append. Ili lett. n. 3. (4) Cfr. indietro cap. II, § x. (5) La carta e la descrizione del Friuli di G. A. Afagini padovano, in «Bollett. del Museo Cìvico di Padova», anno XIV, 1911, pp. 93-110.