— 14 — principi] dell’arte metono insieme un disegno universale, senza andare a visitare i luoghi.... „ (1). Della carta del Mantovano sappiamo che più volte, tra il 1600 e il 1603, la mandò a vedere al Duca, e che di nuovo nel 1611 sollecitò un’altra revisione (2) ; anche le tavole del Piemonte e Monferrato furono mandate in giro per revisione assai spesso fra il 1610 e il 1613, come del resto eran state rivedute in passato più volte (3). Nel lavoro di raccolta dei materiali, parecchie persone lo aiutarono, che verremo nominando volta per volta. Il Magini professa a tal riguardo la sua particolare gratitudine, oltre che ai Gonzaga di Mantova, al card. Antonio Maria Salviati, che, già prima del 1599, gli aveva procurato disegni di regioni e città d’Italia (4). Aiuti in denaro per la preparazione e pubblicazione delle singole carte il Magini sollecitò pure dai vari governi ; n’ebbe da Messina, per mediazione di G. B. Cortese, lettore di medicina nello studio messinese (5), e dalla Repubblica di Genova per intercessione di Luca Grimaldi e Ambrogio Gentile, che, come vedremo, gli procurarono anche il disegno di quello stato (ò). § 2. Cronologia del lavoro maginiano fino al 1606. — L’idea di comporre una grande descrizione cartografica delle varie parti d’Italia venne certamente al Magini allorché, sorvegliando la esecuzione della “ Geografia „ tolemaica, dovette accorgersi quanto imperfetti e lacunosi fossero per l’Italia i materiali a stampa già esistenti, sui quali sono, come si è visto, esclusivamente fondate le tavole nuove di quella tt Geografia . È probabile che egli desse mano alla raccolta del materiale ed anche all’esecuzione delle prime carte ancora nel 1594; certo nel 1595 il lavoro era già ben avviato. Il Magini nè dà pubblico annunzio nella dedica alla prima edizione della carta del Territorio Bolognese (cfr. tav. Ili), che ha la data 15 marzo 1595 : “ Volendo io mandare in luce una compita descrittione dell’Italia, dove sieno, oltre le provincie, i territori] particolari delle città, ho voluto prima far vedere questo di Bologna, non solo per esser desiderato da molti di questa città, ma che anche serva agl’altri per mostra del mio pensiero, onde siano come invitati a farmi havere i loro paesi descritti estesamente.... „. Da queste parole sembra dedursi con sicurezza che questa carta del Bolognese fu la prima eseguita dal Magini; ma essa fu poi sostituita da altra in due fogli ; per modo che la più antica carta entrata definitivamente a far parte del-1’ “ Italia „ del 1620 dovrebb’essere il Vicentino, che nell’edizione originale ha la data 3 maggio 1595. Nella già citata prefazione al Primo Mobile, che è del gennaio 1605, il Magini dice che lavorava già da dieci anni a. questa impresa (7) e nella lettera del 20 luglio 1598, riprodotta in appendice (8), rileva il molto tempo speso attorno a questa “ Geografia d’Italia „ negli ultimi quattro anni. Il lavoro dapprima procedette spedito. Da una lettera del Magini al duca di Mantova del 26 settembre 1596 (9) si ricava che a quell’ora egli aveva fatto intagliare quasi tutte le tavole della Lombardia, compreso il Cremonese (oltre al Vicentino inciso nel 1595) e lavorava intorno a quelle degli Stati Estensi (Modenese, Reggiano, Garfagnana) ; per poter curare la continuità territoriale delle varie carte, chie- (1) Vedi 11 testo di questa importantissima lettera nell’Appendice III, lett. n. 3. (2) Cfr. più avanti cap. IV, § 5 e i documenti ivi citati. (3) Cfr. più avanti cap. IV, § 3, e i documenti ivi allegati. (4) Cfr. Ephemerides eoe lest iurn motuum Jo Antonii Magini patavini ab anno domini 1598 usqut ad annum 1610 secundum Copernici observationes ecc., Venetiis apud Damianum Zenarum 1599. Nella dedica in data I maggio 1599 al Salviati il Magini scrive : « Cum tu studio per quam laboriosissimo difficultatibus obstructo innumeris et incredibilibus ìtaliae totius Geographiae describendae, cuius nunc mihi restat quarta pene pars, me summo opere incumbentem, intellexisses, pro ea, qua viges heroica humanitate conspicuus, benigne ad modum te te mihi obtulisti non defuturum, quominus haec mea communis utilitatis assumpta provincia omnino adimpleretur. Comprobasti demum re ipsa liberalitatem verbis antea mihi declaratam ; siquidem chorographias nonnullarum Itallae urbium ac provinciarum a me valde expetitas curasti delineandas et ad me transmittendas». (5) Vedi la Prefaz. alle «Tavole del Primo Mobile», nell’Append. IV. (6) Cfr. Cap. IV, § 3. (7) Cfr. Appendice IV. (8) Cfr. Appendice III, lett. n. 3. (9) Cfr. Appendice III, lettera n. 1.