— 96 - essa si ha da una lettera del 27 marzo 1602 nella quale il Magini scrive ad Alessandro Striggio che sperava di pubblicare presto un’Italia intera in dodici fogli (1); 10 stesso annunzio è ripetuto nella prefazione all’edizione latina delle Tavole del Primo Mobile (1604); mentre nella prefazione della edizione italiana dell’opera medesima (che è in data 10 gennaio 1605) il Magini precisa che sta “ per dar fuori una Italia grande da otto a dieci fogli „ (2), il che fa supporre che allora il disegno di essa fosse già bene avviato. Dall’avviso dell’intagliatore agli studiosi lettori, che è apposto alla carta stessa, si rileva che 1’ incisione deriva “ da un’altra maggior tavola et assai copiosa di luoghi „ delineata personalmente dal Magini, il quale dunque vi dovette attendere dal 1604 in poi; in questi anni egli era, come si sa, privo di incisori: appena ebbe 11 Wright, gli fece eseguire le due carte d’insieme del Reame di Napoli e dello Stato della Chiesa, terminate nel marzo 1608 e derivanti probabilmente dalla stessa tavola di tutta Italia disegnata dal Magini, poi, tra il marzo e il settembre 1608, la nostra carta generale ; una lettera del 23 settembre all’ Iberti ci informa che a quella data la carta era già pronta (3). Per tutta l’Italia centrale e meridionale, dunque, la nostra carta rappresenta il frutto del medesimo lavoro dal quale hanno avuto origine le due carte dello Stato della Chiesa e del Reame di Napoli (tav. 32 e 48), ma è da osservare che, rispetto all’originale delineato del Magini, queste due tavole da un lato, la carta generale dall’altro, rappresentano due distinte derivazioni. Per lo Stato della Chiesa, ad es., la carta generale ha parecchi nomi in più della tav. 32 e qualcuno in meno; è anche in complesso più accurata, perchè in essa figurano ad esempio i laghi costieri pontini, eliminati nella tav. 32, mentre viceversa vi sono corretti alcuni errori, p. es. è tolta l’isola Zanara tra Giglio e Giannutri. Per il Napoletano poi la carta generale del 1608 è a scala assai più grande della tav. 48 ed è anche più ricca di nomi e di indicazioni. Per l’Italia settentrionale, la carta del 1608, piuttosto che risalire alle carte di insieme (Dominio Veneto, Milanese) può dirsi risalga alle singole carte speciali (4), che utilizza tutte, ad eccezione delle tav. 2, 7, 8, ossia del Piemonte e della Liguria di più recente redazione, le quali, come si è veduto, sono posteriori al 1608. In altri termini per il Piemonte e la Liguria la nostra carta deriva dalle tavole vecchie del Piemonte (tav. 3, 4, 5) e dalle vecchie redazioni delle due Riviere ; e non solo per il contenuto, ma anche, come si vedrà, per gli elementi astronomici. Qualche aggiunta peraltro fu introdotta: p. es. il famoso Forte di Fuentes eretto nel 1605 presso lo sbocco dell’Adda nel lago di Como, a guardia del confine milanese, non figura in nessuna delle carte speciali, mentre si trova nell’“ Italia Nova „ del 1608. In questa non appaiono invece, naturalmente, le particolari correzioni introdotte nelle carte speciali dopo il 1608; le più notevoli tra esse riguardano la tavola del Lucchese, che, come si è visto, proprio in questo periodo (1608-09) veniva rinnovata laboriosamente (5). Mentre la “ Italia Nuova „ non include che un lembo della Sicilia, essa abbraccia a NE parte del bacino della Sava e una porzione della Dalmazia e del relativo retroterra, che non figurano in alcuna delle carte speciali : per questi lembi il Magini ha utilizzato — a quanto sembra — soprattutto materiali desunti dall’Atlante mercato-riano del 1595. Salvo quanto si è testé avvertito pel Piemonte e la Liguria, gli elementi astronomici dell’“ Italia Nova „ sono sensibilmente identici a quelli delle singole carte parziali, comprese nell’Atlante del 1620(6). (1) Cfr. indietro pag. 16. (2) Cfr. Append. IV. (3) Cfr. indietro pag. 19, nota 4. (4) Ciò è dimostrato da parecchie indicazioni (p. es. nomi orografici) che figurano nella carta del 1608 e non nelle precedenti carte d’ insieme. Particolarmente pel Veneto la carta del 1608 è molto migliore della relativa carta d’ insieme. (5) Il corso del Serchio è forse tracciato in base alla carta avuta dal Botti proprio nel 1608 (cfr. indietro pag. 64) ma mancano ad es. le due Torrite ed alcune località notevoli. (6) Solamente la carta del Vicentino, la più antica di tutte le carte speciali (1595) riposa, come si vedrà in seguito,