— 41 — è sostanzialmente diverso per tutti i suoi elementi, or più or meno esatto, or più or meno ricco di dati (1) ; il disegno del Veronese presenta invece moltissime analogie con quello del Sorte, ma ciò è dovuto al fatto che anche il Sorte, come il Magini, ha seguito strettamente la carta del Brognolo, anteriore di 17 anni all’opera sortiana(2). Anche per il Trentino e l’Alto Adige il disegno maginiano della tav. 31a (Territorio di Trento) è sostanzialmente diverso da quello del Sorte ; qualche analogia, p. es. per la Val di Noce e di Sole, rivela, se mai, 1’ uso di fonti comuni. 11 Friuli del Sorte, che, come abbiamo detto, si conserva a Vienna, non fu potuto da me esaminare, ma da quanto sappiamo della carta, non sembra che neppure esso sia stato utilizzato, almeno in modo diretto, dal Magini (3). Del Bergamasco di Cristoforo Sorte non abbiamo più, per quanto a me consta, l’originale ; abbiamo peraltro un disegno a penna, eseguito in data 29 luglio 15/5 dal figlio Giulio, il quale, come risulta da altra parte, coadiuvava il padre nei lavori corografici (4). Questo disegno è la fonte principalissima, se non unica, della tav. 19 “Territorio di Bergamo „ del Magini (5). Le analogie sono, per tutti gli elementi del disegno, evidentissime. In prima linea per l’idrografia, tanto delle parti montuose, come del basso Bergamasco ; solo il Magini ha semplificato un poco la rete idrografica, sopprimendo alcuni corsi d’acqua secondarissimi, ed ha commesso qualche errore, da imputarsi peraltro forse all’incisore (6). Notevolissime le somiglianze, fino ai minori particolari, nel disegno dei corsi d’acqua che formano il Serio e il Dezzo (Val di Scalve e Val d’Angolo) e dei laghetti che li alimentano ; questi peraltro sono esagerati per dimensioni nella carta maginiana, che in tre casi ne dà il nome (Lago Barbelino, L. dclli Foppi e Laghi de Muraeoi) mancante nel disegno del Sorte. La rappresentazione del rilievo è in entrambi arbitraria e diretta quasi solo a distinguere la parte bassa del territorio dall’alta. Mancano nomi di monti ; vi sono invece nel disegno del Sorte numerosi nomi di valichi in testa alla Valseriana e alla Val Brembana, e il Magini li riporta tutti, tranne quello di Corna d’Alba e i due più orientali — di Gardena e di Forcellina — che non entrano nella carta (7)- Si nota nel Magini qualche errore di trascrizione (Muraeoi per Muroeoi) e lo scambio del passo di Tarten con quello di Albaredo. I nomi delle valli sono pure identici ; il Magini ha peraltro Val de Scalve, che manca nel Sorte. Le analogie sono strettissime anche riguardo ai centri abitati, dei quali il disegno del Sorte è ricchissimo, specie in talune zone ; il Magini, per ragione di spazio, ne riportata 1’ interessante leggenda che è nel quadro in basso a sin. La carta misura m. 2.80X1.54, cioè a un dipresso piedi io\(5. Analoghe sono le dimensioni della carta del Friuli, che purtroppo si trova nell’Arch. di Guerra di Vienna, della quale peraltro il Marinelli (Saggio, n. 102) riporta la lunga leggenda, analoga a quella della carta precedente. (1 ) Per il Vicentino vero e proprio di solito il Sorte è più ricco di dati, specie per i centri abitati. (2) Alcuni particolari attestano indubbiamente che il Magini ha attinto al Brognolo, non al Sorte. P. es. l’isola di Frati nel Lago di Garda appare come isola in Mag. e Brogn., come penisola in Sorte ; la « Laguna» a sud del Garda manca nel Sorte. Il F. Fibio nella carta del Sorte nasce a sud di Montorio, mentre in Mag. e Brogn. appare congiunto col Fiumi-cello di Verona ; il nome di quest’ ultimo è nel Sorte, ma manca in Brogn. e Mag. (3) Per cortesia del proi. Olinto Marinelli, io ho potuto esaminare l’incartamento originale della corrispondenza scambista ira G. Marinelli e alcuni ufficiali austriaci che gli fornirono notizie sulla carta. In tale incartamento evvi anche uno schizzo sommario dell’ insieme della carta. Essa non comprende 1’ Istria, che come si è detto a pag. prec., il Sorte aveva l’intenzione di disegnare. (4) Il disegno, che misura cm. 93XI04> acquerellato a colori, si conserva nella Marciana con altre carte e piante portanti la segnatura Ms. Ital VI, 189. Cfr. Mostre ordinate in occasione del VI Congresso geografico italiano. Catalogo. Venezia, 1907, pag. 14, n. 27, e Baratta M., Sopra alcuni schizzi di Leonardo da Vinci ecc.; in «Riv. Geog. Ital. », 1911, pag. II e seg. In un piccolo quadro in basso a sin. è la scala (Miglia quattro = min. 8 circa) e la scritta: «Io Giulio Sorte ho fatto il presente disegno del Territorio Bergamascho j qual è chiuso da una linea dorro et le linee che sono fatte di j argiento sono le strade maestre le porte come questa “ che | sono allì confini di terre aliene significa li passi per li quali luochi | si poi passar in terre aliene le qual terre aliene sono scrite | de litere rosse et li paesi a quelo circunuicini della III .ma Sig.a di Venetia | sono scriti de letere di argiento, cioè le litere maiuscole come in esso disegno si puoi vedere. Fatto a di 29 lugl. | 1575», Questa scritta rivela che il presente disegno, sebbene anteriore a quelli ufficiali, è fatto con lo stesso sistema e per gli stessi scopi. Che Giulio coadiuvasse il padre, si rileva dalla leggenda annessa a un disegno manoscritto di parte della Campagna di Verona conservato all’Arch. Prefettizio veronese, su cui dr. Marinelli, Saggio, n. 76. (5) No° conosco alcuna carta speciale del Bergamasco anteriore a questa di Giulio Sorte, nè alcuu’altra, manoscritta o a stampa, riferibile al periodo 1.5 75 '1620, all’ infuori del disegno ambrosiano cit. a pag. 31, nota 6, buono per l’alto Bergamasco. (6) Un aiti. di sin. del Brembo, che sbocca a S. Giovanni Bianco, presenta nel disegno maginiano due rami, uno a sin. e uno a destra, fusi con corsi d’acqua limitrofi. Ciò non è nell’originale del Sorte. (7) Furono omessi anche nella tav. del Bresciano, che per questo lembo del Bergamasco deriva dal disegno sortiano e indica i passi più a occidente fino a quello di Gleno.