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alcune più notevoli diramazioni ; i nomi orografici sono in quantità inconsueta in prodotti analoghi di questo tempo, sia che si tratti di nomi di vette (M. Camelion, M. Iseran, M. Groscaval) sia di nomi di valichi (Col della Croce, Col Prauine, Col di Bries, Col de la Rognosa, e altri molti ; cfr. lo spoglio nell’Append. 11). Si noti poi che questa carta ha subito ancora taluni ritocchi sul rame : tra essi il più notevole si riferisce al corso del Po, modificato nel tratto fra il confluente della Sesia e quello della Scrivia(l).
    Per la Riviera di Ponente — che dunque il Magini desunse anche questa volta dal disegno del Piemonte, non da quelli avuti da Genova — il progresso non è forse altrettanto cospicuo, ma appar tuttavia notevole, sia per il disegno orografico, sia per l’idrografia, sia per il numero di gran lunga maggiore dei centri abitati, sia infine anche per l’andamento della costa, che, già relativamente buono nella carta del 1597, è ora sensibilmente migliorato.
    Anche gli elementi astronomici sono mutati, ma di ciò diremo a suo luogo.
    In conclusione siamo in presenza di un prodotto cartografico eccellente, che si lascia addietro di gran lunga tutte le carte anteriori conosciute.
    La carta della Riviera di Levante — che proviene invece certo dai disegni genovesi — è molto meno buona, ma, confrontata col deficiente prodotto anteriore, mostra tuttavia un non minore progresso. Occorre notare che la rappresentazione del bacino della Magra, o meglio della parte a sinistra del fiume principale, è sensibilmente la stessa che nella carta del 1597 (2), che quella dell’alto bacino della Scrivia ha riscontro con la tav. 13 (Territorio di Pavia ecc.), quella degli alti bacini del Taro e del Ceno (Stato del Principe Landi) ha riscontro con la tav. 17 (Ducato di Parma e Piacenza) (3). Per la Riviera propriamente detta, il disegno è per ogni riguardo molto più povero di quello della Riviera di Ponente, ma tuttavia offre molto più corretto l’andamento della costa, per l’eliminazione del profondo golfo di Monterosso e per la correzione dell’ insenatura tra Portofino e Sestri, nonché per altri miglioramenti (penisolette di Portofino e Portovenere ecc.). Il disegno idrografico è pur alquanto migliorato; ma soprattutto maggiore è il numero e migliore la situazione dei centri abitati interni (4). Per l’orografia il progresso consiste nella molto evidente rappresentazione della catena spartiacque appenninica e nella introduzione di ’alcuni nomi di montagne (M. Bruno, M. Bovo, M. Gottaro, Cento Croce), mancanti del tutto nella carta precedente.
    Quanto alla tav. 6, essa non è che la carta d’insieme delle due Riviere; quantunque eseguita quasi certamente dal Wright stesso, appare tuttavia un po’ trasandata ; mostra però il progresso generale raggiunto in quanto la costa ligure assume per la prima volta nella cartografia italiana un andamento conforme al vero, e tutto l’aspetto e il carattere della Liguria è reso con fedeltà.
     Intorno alla origine dei materiali utilizzati dal Magini per queste più recenti carte del Piemonte e della Liguria, occorre soffermarci ancora un momento. Per il Piemonte, nell’intervallo corso tra le vecchie carte maginiane e le nuove, non era uscito per le stampe alcun notevole prodotto nuovo, se non forse il grande “ Disegno particolare del Piemonte et Monferrato e suoi confini,, di Fabrizio Stechi, da me altra volta descritto, di non molto valore tranne che pel Monferrato (5) ; per la Liguria era apparsa, nell’edizione italiana del “Theatrum,, dell’ Ortelio (1608), la carta del Vrints dedicata ad Antoniotto Sivori (6), ma essa non presenta alcuna analogia con le carte nuove
       (1)	In questi dintorni si osservano anche alcuni nomi raschiati ed uno aggiunto (Valmana). Si ricordi che la carta, per quanto terminata nel 1609, non fu messa in circolazione che nel 1613 e perciò nel quadriennio intercorso potè essere riveduta e corretta.
       (2)	Sono aggiunte alcune confìnazioni, p. es. quella che abbraccia Villa Bolano, Stadano e Arbiano.
       (3)	La rappresentazione dello stato del Principe Landi è peraltro molto migliore qui che nella tav. 17 (Piacentino) Cfr. innanzi § 12.
       (4)	Si osservi che, mentre in questa carta, come nelle due altre del Wright, tutti i centri abitati sono rappresentati con una casetta, se ne trovano sette in Val di Scrivia (Solezola La Costa, C. Piano, La Preda, V. Vecchia, M. Oro e Vignale) indicati con circoletto nero. Sono forse aggiunte posteriori.
       (5)	Cfr. La cartografia dell* Italia nel Cinquecento, già cit.
       (6)	Descritta da Frescura, Genova e la Liguria nelle carte geografiche, già cit., pag. 55-58.