_ 44 — è curato di completare il quadro della carta più tardi, per il che essa non si accorda, per le parti comuni, con quelle del Veronese e del Trevigiano. La carta non ha traccia di correzioni sul rame ; perciò il Magini non vi introdusse modificazioni neppur quando, nel 1598, ebbe i noti disegni ufficiali dal Governo veneto. È del resto una carta molto buona e particolareggiata : per la rappresentazione del territorio a sud e sudest di Vicenza è anche migliore della gastaldina ed a ragione il Magini la ha perciò preferita anche nel disegno di questa parte, che entra nella tav. seguente (Padovano). E notevole la eccezionale frequenza di nomi orografici sull’altopiano di Asiago (Montagna de Manazzo, M. Marcesena, Campomulo, Meletta, Miela, Longara, Zevio, Galmarara ecc. e Valle del Martello, Val de Noas ecc.)(l). Anche l’idrografia è ricca e buona; numerosi sono i centri abitati. Si notano l’uso frequente di forme dialettali (Perzene, Lievigo, Astego, Muzolon, Mon-celese, mentre nel Padovano si legge Monselice, ecc.) e la comparsa, del tutto eccezionale, di taluni nomi classici (Athesis, Meduacus maior, Meduacus minor). Anche come disegno e incisione, la carta è diversa da quelle posteriori e molto buona : si vegga l’accurata figurazione di Padova, di Vicenza, Trento, Cittadella ecc., Monselice con la sua rócca a ridosso, e il fine tratteggio dei monti. Lo stile del-l’incisione non par quello dell’Arnoldi e vien fatto di pensare che l’incisore possa essere stato quel valentissimo Girolamo Porro, che nel 1595 doveva attendere ad incidere le carte per il Tolomeo del Magini. La piccola carta del Cremasco, a scala molto grande, abbraccia un territorio già interamente compreso nella tav. precedente e in gran parte anche nelle tav. 12 (Ducato o Territ. di Milano) e 13 (Territ. di Pavia ecc.). È probabilmente una carta derivante da materiali ufficiali, assai buoni, incomparabilmente superiore al rozzo Cremasco di Paolo Furlani, l’unica carta a stampa della regione anteriore alla maginiana (1570), che si trova frequentemente nelle così dette Raccolte Lafrery e che fu utilizzata anche dall’Ortelio (2). Io ritengo che questa tavola non entrasse nel piano originario dell’atlante maginiano, ma che il Magini ve l’aggiungesse poi, appunto per aver avuto, probabilmente nel 1598, insieme con le altre della Rep. Veneta, una carta speciale, che gli servi anche per completare, per questa parte, la tav. precedente (Territ. di Brescia), derivante, pel resto, dal Sorte. Ritengo perciò questa tavola posteriore al 1598 ; certo è posteriore alle tav. 12 e 13 (che erano già incise alla fine del 1596), poiché essa ha fornito gli elementi per alcune correzioni fatte in quelle due sul rame nell’area a NO di Crema (nella tav. 13 p. es. furono raschiati Vailat, Arzago ecc.). La tavola del Cremasco ha poi subito anch’essa correzioni sul rame: p. es. l’ultimo tratto del F. Torna fu modificato, in modo che Cereto, che figurava sulla destra, venne a trovarsi sulla sinistra ; furono raschiati i nomi Predara (che era al posto di Nosadel), Gradello, che era figurato presso il D. di Douera, Ron-cadello che era al posto di Gradello attuale ; furono spostati perciò Gradello e Ron-cadello, che hanno assunto posizione più esatta ; furono aggiunti, ma in situazione poco corrispondente alla reale, Pandino e Douera. È da notare che queste correzioni e aggiunte furono introdotte anch’esse (come le altre sopraccennate) nella tav. 12 e, meno bene, nella 13, ma non nella tav. 20 (Territ. di Brescia e Crema), che perciò presenta la fisionomia originaria. In questa manca anche la indicazione del Fosso Bergamasco tra Serio e Oglio, e vi é qualche errore di nome (Tonsin invece di Toriino ecc.). Tutto ciò conferma che il Cremasco è posteriore, per redazione definitiva, sia alle tav. 12 e 13, che alla 20. § 10. La carta del Polesine. — La carta maginiana del Polesine presenta problemi abbastanza complessi, sia riguardo all’epoca di redazione, sia riguardo alle fonti. (1) Cnfr. l’elenco nell’Appendice II a). (2) La carta del Furlani è un’incisione in rame che misura cm. 36.2 X 22.5. Non ha squadratura ai margini, nè graduazione, nè scale. La tabella dedicatoria porta la firma di Paolo Furlani e la data «In Venezia l’anno 1570». Si trova già riprodotta nell’ediz. 1574 del «Theatrum» di Ortelio.