— 159 — per Bologna per consegnargli^ Altrimenti io mi uoltarò a Siena ouero a Roma, quando costui non ci uogliq attendere ; ma io dico bene che il Sor Cardinale mi farebbe torto a lasciarlo lavorare altro che le cose mie, fuori del servitio di S. S. Illma, massime uolen-dolo io pagare convenientemente.... Raccordo poi a V. S. le mie carte geografiche dell’ Italia, perchè senza quelle non posso dare soddisfattione al Sermo Sor Principe, e la supplico anche a sollecitare m. Beniamino acciocché colorisca l’Italia mia in tela eh’ io gli lasciai per mandare al detto Sor Principe, della quale io gli lasciai anco il pagamento per la fattura.... 9) Lettera al Duca di Mantova in data 21 dicembre 1611 (Arch. di Stato di Mantova ; inedita). Sono molti giorni ch’io haueuo da far uedere all’A. V. Serma il discorso da me fatto del Mantouano per poterlo dar fuori con buona soddisfattione e gusto suo insieme con gli altri nella mia Descrittione dell’ Italia in libro, che presto uscirà fuori, e il rispetto di non le apportar noia m’ha trattenuto fino ad hora, ch’io non posso andar più in lungo, onde lo recapito in mano del Sigr Paolo Marni, acciò ch’egli mi favorisca di porgerlo all’A. V. con qualche buona occasione che la trovi meno occupata ; il quale sarebbe buono d’accomodarlo secondo il gusto di lei, dove n’ hauesse bisogno, se per avventura ella non intendesse darne il carico ad altri. Non douerà dispiacere a V. A. eh’ io uenga a certe particolari narrationi di giurisdittioni, perchè l’istesso io fo con tutti gli altri stati, non essendo io per tralasciare di far memoria di tutti i feudi e giurisdittioni dell’ Italia, per minime che siano, il che io spero che sia per dar molta sodisfatione a i studiosi e curiosi, altretanta e forse anco più quanto sia stata la fatica e travaglio mio a investigarli. 10) Lettera al Cardinale Gonzaga. Da Bologna 14 luglio 1612 (Arch. di Stato di Mantova ; inedita). Hauendomi mandato il Sigr Giacomo dall’ Armi a sollecitare per quei scritti ch’io havevo promessi a V. S. 111.ma, gli 1’ ho incontanente consegnati e volevo mandarli con la presente havendo ancor io bisogno di supplicare V. S. 111.ma a compiacersi di favorirmi da dovero acciò ch’io non sia più assassinato da quel gagliofo di Beniamino sotto l’ombra di V. S. 111.ma, sendo lui indegno d’ haver l’appoggio di un tanto prencipe, per haver da far questi mali trattamenti a chi s’impaccia seco. Per l’intentione che tre anni sono V. S. IH.ma mi diede eh’ haverei havuto il medesmo costrutto da costui per il mio bisogno degl’ intagli, mi sono assicurato di dargli da intagliare due tavole della riviera di Genova, valendomi del mezo del Sor Spinelli, che gli le consegnasse e gli dasse il pagamento secondo il bisogno, sollecitandolo; ma costui, tutto eh’habbia havuto il pagamento d’auantaggio avanti tutto, non ha mai voluto fornirmi quelle tavole, anzi, quello ch’è peggio, 1’ ha impegnate sino a due volte all’ hosteria, insieme con un’ altra tavola ch’egli mi fece in Bologna, che uolse eh’ io la mandassi con quest’ altre da fornire, dicendo ch’haueva bisogno di vederla. Son andato sopportando il tutto con pazienza, sperando che 1’ arrivo di V. S. Ill.ma in Roma dovesse sollevarmi da questo travaglio, ma, per quanto mi scrive il Sor Gio. Antonio Roffeni, siamo hora a peggio che mai, dicendomi eh’ io gli mandi dieci o dodici scudi, per riscuotere di nuovo i detti rami e per dar qualche denaro ancora a costui. Anzi ch’egli mi scrive che non ha potuto sapere dove siano questi rami, sì che per tal nuova sono restato fuori di me, massime vedendomi lontano da ogni strada di poterli haver, se V. S. Ill.ma per sua benignità non mi aiuta.... 11) Lettera al Card. Gonzaga. Di Bologna 25 luglio 1612 (Arch. di Stato di Mantova; inedita). Scrivendomi da nuovo il Sor Gio Ant° Roffeni ch’egli non ha potuto sin’hora trar alcun costrutto da Beniamino per conto delle mie tavole, le quali sono impegnate in due luoghi e havendogli detto Beniamino mostrata poca fantasia di fornirle, dicendo egli che V. S. Ill.ma non gli fatta istanza alcuna, sono costretto di nuovo a supplicarla che si compiaccia di liberarmi dalle mani di costui, che mi riesce il più fiero e barbaro huomo ch’io habbia mai pratticato, imponendogli che debba fornire questi lavori, e che lei stessa li vuole nelle mani per sua soddisfatione per mandarmeli ; il che facendo m’ obbligarà da dovero in ogni miglior maniera, dando a me tanto fastidio questa cosa, che non se lo potrebbe credere ; e giuro a V. S. Illma che questo gaglioffo col mancarmi di parola ad espedire le tavole del Genovesato, con tutto eh’ io 1’ habbia pagato avanti tutto, m’ ha fatto perdere un