- 69 — La pittura “ Umbria „ di Egnazio Danti nella Galleria Vaticana abbraccia all’incirca tutto il territorio stesso della tav. maginiana, salvo l’agro Reatino, che il Danti colloca nella pittura “ Latium et Sabina „. E anche la pittura dantiana è ricchissima, specialmente per ciò che riguarda i centri abitati ; per alcune zone, come il territorio di Todi, è anzi ancora più copiosa della carta del Magini* ed è in genere anche molto buona, ora superiore, ora inferiore, quanto a esattezza, al disegno maginiano ; questo è in genere migliore per l’idrografia. Ma analogie sicure non vi sono, eccezion fatta per il Territorio di Assisi, per il quale entrambe le rappresentazioni sono prive del-1’idrografia ed assai povere di centri abitati; il Danti ne ha una diecina di più; ma la maggior parte son comuni ad entrambi ed hanno situazione identica. Ora il Danti, per una parte del territorio, forse la più vicina al Tevere, può aver eseguito un rilievo personale — poiché, come si b già accennato (1), egli stesso dice di aver rilevato anche parte dell’Umbria — ma per tutto il resto del territorio deve aver avuto tra le mani materiali inediti fornitigli dal governo pontificio ; ed una, o, più verosimilmente, alcune carte diverse, parziali, deve aver avuto sott’occhio anche il Magini. Almeno una di esse, che abbracciava il Territorio di Todi e di Acquasparta, dovette venire in sue mani, dopo che aveva eseguito la tavola dell’Orvietano ; infatti, come si è già accennato, la parte, assai estesa, di quel territorio che è compresa in quest’ultima tavola, ha una figurazione del tutto differente, sia per l’idrografia (a cominciare dal corso del Tevere), sia per la distribuzione eia nomenclatura dei centri abitati. E quale sia stata la fonte per questa parte si può forse indicare. Tra i corrispondenti del Magini, che gli fornirono notizie anche per la sua “ Italia „ figura Francesco Stelluti (1577-1649), amico intimo di Federico Cesi duca d’Acquasparta e autore, tra l’altro, di un Trattatello sul legno fossile o metallofito, scoperto dal Cesi stesso nel territorio di Todi, trattatello composto nel 1636 e stampato l’anno dopo. A tale trattatello è annessa una carta del Territorio di Todi e di Acquasparta, fatta espressamente per accompagnare il trattato, e non priva di analogie con la maginiana per una parte del territorio considerato ; nonostante la data recente della sua pubblicazione, essa è da ritenersi di origine assai più antica e probabilmente fu fornita allo Stelluti dal Principe Cesi medesimo. Le analogie con la carta maginiana trovano la migliore spiegazione nell’ipotesi che il Magini abbia avuto anni prima una carta simile e la abbia parzialmente utilizzata, insieme con altre fonti (2). La tav. maginiana dell’Umbria, che esaminiamo, serba poi forse traccia di essere stata incisa a più riprese : in alcune parti (Territ. di Todi ecc.) prevale infatti la rappresentazione dei centri abitati con casetta, in altre (parte orientale) quella con semplice circoletto ; l’orografia della catena principale appenninica sembra disegno del Wright e si diversifica un poco da quella della parte occidentale, che è forse del-l’Arnoldi. Si osservi poi che i confini fra i vari territori (dei quali ci occuperemo altrove (3)), in alcuni casi (confine merid. del Territ. di Todi, parte del confine tra Todino e Spoletino) furono incisi sul rame, ma poi raschiati e non più sostituiti; il che si spiega pure con l’ipotesi che il Magini, dopo aver tacciato i confini in base ai dati che aveva, ricevesse successivamente nuovi materiali cartografici, che indicavano quelle confinazioni in modo differente, e restasse in dubbio sulla preferenza. e Cortona a ovest. Quale sia lo scopo di questa carta è indicato dall’A. nelle Annotazioni, a carta 6 Recto. A cc. 117 V-118 R è la bella cartina del lago Trasimeno e suoi dintorni, che accompagna uno scritto del Piccolpasso sulla battaglia del lrasimeno ; sono ben indicati in essa i confini di Fiorenza, Un altro manoscritto dei disegni del Piccolpasso è alla Vaticana (Urb. Lat. 279), ma esso contiene le piante di sole 15 città ; la carta dell’ Umbria è più rozza e abbraccia un’area più limitata. (1) Cfr. indietro pag. 44, nota 1. (2) Il Trattato del legno fossile minerale nuovamente scoperto ecc. dello Stelluti fu pubblicato a Roma appresso Vitale Mascardi MDCXXX\I[. Nel fondo urbinate della Biblioteca Vaticana si conserva il manoscritto originale. La prima, tra le molte tavole unite al breve testo è la carta del Territorio, che misura cm. 3ÓX22-2» nou ha graduazione ai margini ed è orientata con l’est in alto un po’ a destra. La scala è 6 miglia = mm. 95 circa. La carta indica in quattro luoghi metallophy ti et succensiones ; è inoltre notevole per la indicazione del tracciato della Via Flaminia, delle rovine di Carsulae, di Cesi e sue rócéhe ecc. Le analogie con la carta maginiana si riferiscono al territorio posto ad est del piccolo tronco del Tevere rappresentato, e a nord del torr. Naja (figurato senza nome). Si ricordi che lo Stelluti, scienziato notissimo, fornì al Magini, come si è visto (pag. 62 e nota 2), notizie circa la zona di confine tra Marche e Umbria, (3) Cfr. innanzi Cap. V, § 9.