— 43 — Friuli „ anonima del 1562, derivante a sua volta da “ La vera descrizione del Friuli et la patria ecc. „ di G. A. Valvassori (1557); l’idrografìa ad una carta del Friuli’ pubblicata a Venezia da Donato Bertelli, senza data, ma probabilmente tra il 1570 e il 1573. Nell’un campo e nell’altro introdusse poi fondamentali correzioni e modificazioni, servendosi di materiale inedito, e in particolare di sei carte diverse del Friuli, avute dal Governo veneto, tra quelle venti ufficiali delle quali sopra si è parlato (1). Da un disegno speciale a penna, inviatogli da un suo conoscente e da me ritrovato e riprodotto nel lavoro su ricordato, desunse poi il Magini la posizione di Palmanuova, che, per essere stata fondata nel 1593, non figurava probabilmente in nessuna delle carte a sua disposizione. A queste notizie posso aggiungere ora un’altra osservazione di carattere particolare, ma abbastanza interessante. Si potrà notare che la nostra tavola, all’estremo NE, presso il titolo, contiene alcune correzioni ed aggiunte. Il corso sup. del Fella è stato cancellato, e con esso una scritta “ Ponte della Fella „ e un paio di abitati ; sono invece aggiunti il corso sup. della Sava, Raisinfele, Rabi, Plez, la scritta “ Minera di Ferro „ ecc. Queste modificazioni hanno riscontro in alcune note itinerarie sulla strada dalla Travisa (Tarvis) a Gorizia, che si trovano nella nota miscellanea magi-niana dell’Arch. di Stato di Bologna e che io ho pubblicato nello scritto già ripetutamente citato (pagg. 107-08/). Ora, in una miscellanea di carte manoscritte della Bibliot. Marciana (ltal. VI, 188) esiste uno schizzo a penna, assai buono ed interessante, di questa strada e delle regioni attraversate, e anche della strada detta imperiale, dalla Travisa a Pontebba e Chiusa (2), schizzo che si accorda perfettamente con la rappresentazione maginiana, corretta come sopra si è detto. È molto probabile che il Magini abbia realmente avuto sott’occhio, in una con le note itinerarie su dette, uno schizzo del tutto analogo a questo, e che in base ad esso abbia eseguito le modificazioni testé segnalate (3). In conclusione il nostro Friuli é esempio, non unico, come vedremo, nella “Italia „ maginiana, di una carta derivante da molte diverse fonti, sia edite che inedite, e rappresentante perciò il prodotto di un lavoro personale di comparazione, di coordinamento e di vaglio, che viene a conferire alla carta stessa il carattere e il valore di un prodotto originale. Delle carte del Vicentino e del Cremasco è ignota la fonte. Il Vicentino, che nelle copie primitive porta la data 3 maggio 1595, è, come si è detto, la più antica delle carte degli stati veneti, anzi, per quanto a noi risulta, la più antica di tutto l’Atlante. Non conosco carte anteriori del Vicentino, all’ infuori di quella manoscritta del Sorte, che, come si avvertì, il Magini non ha utilizzato (4). Anche il disegno del Vicentino nella pittura della “ Transpadana „ di E. Danti è totalmente diverso e molto inferiore alla carta maginiana (5). Il Magini dovette aver sott’occhio una carta del territorio vicentino puro e semplice, con poche indicazioni per le zone limitrofe, giacché ha lasciato quasi vuote tutte le aree marginali (Tirolo, Veronese, Trevigiano, Padovano), cosa che non ha fatto quasi mai nelle carte posteriori. Nè si (i) Confr. lettera cit. a nota 3 di pag. prec. Append. Ili, n. 3. Per le ragioni esposte a pag. 41 non credo ora, come tendevo a ritener possibile nel mio scritto su citato, che tra codette carte vi potesse essere quella disegnata dal Sorte. (21 II foglio misura circa cm. 34X46, ma è solo parzialmente riempito dal disegno. Questo ha i nomi dei punti cardinali ai quattro margini e a destra la scala di un miglio (= mm. 1 a1/*). Ha i monti in prospettiva grandi, i fiumi a due linee parallele, le strade a tratti, i centri abitati con circoletti o torri, i ponti, il lago di Rabli, le miniere di ferro, l’origine della Sava ecc. (3) Non ^ possibile che il Magini abbia fatto le aggiunte e correzioni di cui sopra, unicamente in base alle suddette note itinerarie, perchè ad es. in esse non si nomina Raisinfele, che il Mag. ha aggiunto e che è invece nello schizzo marciano. (4) La famosa carta del Pigafetta è posteriore, almeno nella redazione a noi nota, annessa all’edizione italiana del «Theatrum * di Ortelio. Del resto anch’essa non presenta alcuna analogia con la maginiana. Vi è poi la carta «Vero-nae, Vicentiae et Patavii ditiones » tra le tavole d’Italia del Mercator (1589); ma questa, che, come si disse a suo luogo, deriva dal Gastaldi pel Padovano e dal Brognolo pel Veronese, per l’interposto territorio vicentino è molto infelice (specie per l’alto Vicentino) è non ha analogie con la carta maginiana, molto superiore. Alcuni disegni comprendenti in parte il \ icentino, nella nota Miscellanea Ambrosiana (B. 51 » non hanno neppur essi analogie con la carta maginiana. (5) Si confronti anche la deficienza di notizie che, specie per la parte alta del Vicentino, si riscontrano nella Descrizione di Leandro Alberti.