— 80 — perchè il Giustiniani lo eseguì prima di rimpatriare dalla Corsica, ove rimase come vescovo di Nebbio, per nove anni (1). Della riduzione dell’Alberti esiste anche una derivazione in rame, misurante cm. 16.5X23.7, identica, salvo piccolissime varianti di nomi, al legno originale (2). La carta dell’Alberti fu poi riprodotta dall’Ortelio nel suo “ Theatrum „, a partire dalla 2° edizione del 1574(3) e anche da altri. 4°) La carta della Corsica nella u Italiae Sclavoniae et Graeciae tabulae geo-graphicae „ del Mercator (1589), che sembra una derivazione della carta gastaldina, con alcune modificazioni e correzioni. Le più importanti carte manoscritte a me note sono : 5°) La pittura della Corsica di Egnazio Danti nella Galleria Vaticana, sulla quale torneremo in seguito. 6°) La grande pittura della Corsica attribuita a Cristoforo De Grassis, che si conserva nel Museo Civico di Genova. È questo un grande quadro dipinto ad olio, che misura circa metri 4.32X2.25, ma abbraccia un vasto campo, cioè a nord tutta la costa ligure da Genoa a Ligorno, poi la Gorgona, parte dell’Elba, la Capraia, la Pianosa, le Formiche e Monte Cristo, a sud un lembo della Sardegna con l’Asinara e Tavolara. La carta ha l’est in alto. La scala è 10 miglia = 148 mm. L’isola misura, dall’estremo nord (C. Corso) al C di Ferro sullo Stretto di Bonifacio, m. 2.20. La distanza dalla Punta di Portofino a C. Corso è invece di soli m. 1.20. La pittura, ricchissima di nomi e di indicazioni, specie sulle coste, è abbrunata dal tempo, sì che molti nomi e particolari oggi male si intravedono. Nel “ Mare Tyrrhenum siue Inferum „ è una grande fascia con la scritta : “ Corographia Xofori di Grassis Insulae Corsicae olim Cyrnus in mari Ligustico Anno MDXCVIII „ ; ma tale scritta è in parte sovrapposta ad altra precedente. Di Cristoforo De Grassis o Grasso è più nota una grande veduta prospettica di Genova del 1594, conservata pure nel Museo Civico, e si conoscono poi alcuni quadri ; discendente da una famiglia di pittori pavesi, è giudicato pittore timido e inetto (4). Ma il De Grassis non è l’autore della carta della Corsica, come non è l’autore primo, ma solo il restauratore, della veduta prospettica di Genova (5). Abbiamo in proposito la testimonianza esplicita di Paolo Monelia, amico dell’Ortelio, il quale, avendo mandato a quest’ultimo da Genova nel marzo 1596 una copia della nostra carta (carta che l’Ortelio mise da parte, preferendo l’altra dell’Alberti, come si è visto) tornava poi a scrivergli il 24 giugno 1596, avvertendo che la carta preferita dall’Ortelio (l’albertiana) era “ magis decora et polita „ ma pur assai manchevole e che egli poteva integrarla con l’altra precedentemente ricevuta, “ nam est integra et probatan soggiungendo poi: “de authore illius parum adhuc constai, cum Christophorus de Grassis, etsi pictoriam artem exercet, contendit tamen se certas locorum dimensiones dedisse. Verum Jeronimus Bordonius quem magi-strum ceremoniarum Respublica haec sibi elegit laudem illam meretur; nam peragravit totam illam insulam atque eo modo quo ad te misi videndam nobis dedit „ (6). L’autore della pittura in questione sarebbe dunque Hieronimus Bordonius; e in effetto, da un esame fatto della scritta “ Corographia Xofori de Grassis Insulae Corsicae ecc. „ sopra citata, apparirebbe che il nome di Cristoforo De Grassis sia stato (1) Cfr. Castigatissimi Annali, già cit., cart. CCIV, e altrove. (2) Questa copia in rame si trova Inserita in nn codice anonimo intitolato Discorsi e Considerazioni sopra il Regno di Corsica fatte l'anno MDCXXXI., che si trova alla Beriana di Genova e fu già di proprietà di Cesare Medici. Ma non risulta che questi sia l'autore della carta o del codice, come dice A. Ferretto, / porti della Corsica ; in « Monografia storica dei porti dell’antichità nell’Italia insulare» Roma, Minist. della Marina, 1916, pag. 20, nota 9. (3) È in una sola tavola, con le carte del Senese e della Marca d’Ancona. Non ha il nome dell’Autore, come altre carte orteliaue, ma la origine si rileva dalla frase finale della breve descrizione dell’ isola premessa alla carta : « Hanc insulam tam accurate, ex Augustini Justiniani commentariis describit Leander Albertus, ut omnino nihil desiderari posse videatur ». (4) Cfr. su di lui AlizERI Federigo, Notizie dei professori di disegno in Liguria, Voi. II, Genova, 1873, pag. 118 e nota; PESSAGNO G., Una veduta df Genova del /_vVo, in « Riv. Ligure di Se. Lettere e Arti», 1909, pag. 123-28. (5) Cfr. Frescura B., Genova e la Liguria ecc., già cit., pag. 40-48. (6) La prima lettera del Monelia (Abhahami Ortelii.... Epistulae già cit., n. 284) del 12 marzo 1596 dice solo: