tiene una carta generale d’Italia, riduzione della “Italia Nuova „ magini anadel 1608, poi tutte le carte regionali del 1620, susseguentisi nello .stesso ordine, senza alcuna mutazione di contenuto. Soltanto la Corsica e la Sardegna non sono magi-niane; sono riunite in una carta sola le due del Bolognese e le due del Lazio e Patrimonio; mancano l’Elba e l’Abruzzo Ultra; alcune carte sono un po’ingrandite (notevolmente la carta del Cadorino). Le carte della Toscana e quella del Ducato d’Urbino sono rettificate quanto ad orientazione; quest’ultima è provvista di graduazione ed è posta prima della tavola della Marca d’Ancona. Per ciò che concerne le coordinate, le latitutidini coincidono sempre con le maginiane, non così le longitudini, sempre differenti, di solito per circa 4 gradi (1). Mancano le longitudini nelle carte generali del Dominio Veneto, dello Stato della Chiesa e del Reame di Napoli. Unica innovazione degna di rilievo è, per le maggiori citth, la sostituzione, alla rappresentazione prospettica, di piantine molto accurate e spesso assai interessanti (p. es. Torino, Alessandria, Milano, Como, Mantova, Trento, Vicenza, Padova, Bologna, Firenze, Roma). Altre più tarde derivazioni, riduzioni e contraffazioni straniere delle carte maginiane —• come ad es. le cartine dell’Italia e sue regioni introdotte nell’Atlantino edito a Lione (Lugduni Batavorum) da Petrus van der Aa e altre simili •— potremmo citare in buon numero; ma qui occorre limitarsi alle raccolte cartografiche di maggior mole. § 4. La carta d’Italia di Matteo Greuter. — La serie delle carte che introducono qualche notevole modificazione agli originali maginiani si apre con la grandissima “ Italia „ di Matteo Greuter. È questi un incisore tedesco, nato a Strasburgo circa il 1565, ma vissuto poi moltissimi anni a Roma, ove morì nel 1638; è autore di stampe in rame di vario genere, di una grande rarissima pianta di Roma, di due celebri globi, uno celeste e l’altro terrestre, di qualche veduta di città e di poche carte geografiche, le quali sono, tra le molte diverse sue opere, le meno conosciute ai biografi moderni (2). L’u Italia „, che dovette dunque essere pubblicata prima del 1638 (3), era in dodici fogli e dedicata al Principe Federico Cesi; ma l’originale, per quanto citato ed utilizzato assai spesso, a quanto pare, durante tutto il secolo XVII, non si trova più. Si conoscono peraltro almeno tre riproduzioni, una eseguita a Venezia da Stefano Scolari nel 1657, la seconda a Bologna, da Gioseffo Longhi nel 1676, la terza in Roma dalla celebre officina dei De Rossi alla Pace nel 1695; ma anche quest’ultima fu per me irreperibile (4). Io ho pertanto esaminato l’edizione veneta, pur essa di estrema rarità (5). È un’ in- (1) Forse è diverso il meridiano di origine. Ma le differenze tra Magmi e Bleaw non sono sempre uniformi e attestano la utilizzazione di elementi diversi. (2) Cfr. Fiorini M., Sfere terrestri e celesti di autore italiano ecc,, Roma, 1898, pagg. 282-94 e 367-70; egli, descrivendo i due famosi globi del Greuter (ch’ebbero tre edizioni), raccoglie anche notizie biografiche sull’autore. Il «Disegno Nuovo di Roma moderna ecc.», stampato a Roma nel 1608 è descritto da Hülsen C., Saggio di bibliografia ragionata delle piante iconografiche e prospettiche di Roma, Roma, 1915 (estr. di «Atti della Soc. Rom. di St. Patria», vol. XXXVIII), pagg. 81-84 » e ne dà una riproduzione I’Orban, Documenti sul barocco, in Roma, Roma, 1920, tav. III. L’Hiilsen descrive anche due ristampe, del 1615 e del 1638, dagli stessi rami. G. Baglione (Le vite deipi ttori, scultori, architetti ed intagliatori dal Pontificato di Gregorio XIII nel 1572 sino ai tempi di Papa Urbano Vili, Napoli. 1733. Pagg- 282-83), che fu contemporaneo del Seutter, ricorda appena, tra le opere di lui, la carta d’Italia; e cosi pure il (tandem.I\l {Notizie istoriche degli intagliatori, tomo II, pagg. 92-94), mentre i più recenti biografi, p. es. il Bryan (Dictionary of painters ecc.), non citano alcuna sua incisione di carattere geografico. Il British Museum possiede di lui quattro vedute di città, ma non carte geografiche. Una sua carta del Ducato di Mantova, con la data 1629 si conserva alla Bibl. Comun. di Ferrara. (3) Robert de Vaugondy (Essai stir l'histoire de la Geographie, Parigi, Boudet, 1745, pagg. 198-99), che, a quanto pare, ebbe sotto mano l’originale, lo attribuisce al 1640 ; nè si può escludere del tutto una pubblicazione postuma. (4) Ne possiede copia la Biblioteca del Re a Madrid. Cfr. Duro F. C., Noticia breve de las cartas y planos ecc., già cit. (in «Bol. R. Soc. Geogr. di Madrid», 1889, voi. II, pagg. 135'). La carta è ricordata nell 'Indice delle stampe intagliate in rame a bulino e in acquafòrte esiste?iti nella stamperia di Domenico de Rossi ecc., Roma, 1705, in questi termini (pag. 10): «L’Italia di Matteo Greuter, rivista e accresciuta in più parti in 12 fogli reali grandi stampata l’anno 1695 ’• 1 rami dei De Rossi furono acquistati, come è noto, nel 1638 dalla Camera Apostolica, ed ebbe orìgine cosi la Calcografia Camerale, ora R. Calcografia. La carta del Greuter figura ancora nel primo indice delle stampe della Calcografia (Roma, 1741). Forse fu tra i molti rami distrutti nel 1798 ovvero fra quelli scartati dal Valadier nel 1804. Cfr. Ovidi E., La calcografia in Roma e l'arte dell' incisione in Italia, Roma. ìqo^, pagg. 24-25. (5) L’unico esemplare da me visto è a Firenze nella Biblioteca Palatina. Essa è citata anche da G. Targioni Toz-zetti, Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti di Toscana, 2a ediz., Firenze, 1768, t. I, pag. XXV. I