— 94 — insieme, il Magini doveva esser già in possesso anche dei materiali pel Bresciano e pel Parmense-Piacentino, può essere riferita al 1598 o al 1599. Fu corretta più tardi sul rame, ma solo in parte, p. es. per i dintorni di Pavia e per l’idrografia della zona tra Adda e Oglio ; mentre per altre parti, p. es. per l’alta e media Val Sesia, per l’idrografia della zona a SE di Lodi, per l’Oltrepò Pavese, presenta inalterato il disegno originale, che invece nelle singole carte speciali subì, come si è veduto a suo tempo, molteplici modificazioni sul rame. Notevole è sopratutto la differenza fra questa carta e la tav. 1 1 (Parte Alpestre del Ducato di Milano) per il corso della Sesia a valle di Varallo. In questa tavola generale i confini politici sono curati meglio che nelle carte speciali : così vi appaiono, ad esempio, le aree pertinenti al territorio Piacentino a nord del Po, che non si veggono nella tavola del Piacentino ; anche il confine tra Milanese e Vercellese, non completo nella tav. 11, appare qui integralmente. Della carta generale del “ Dominio Veneto nell’ Italia „ si è già discorso altrove(l). Essa comprende in realtà anche una buona metà della carta precedente, perchè ad ovest arriva fino al lago di Como, a Milano e a Pavia. Nelle parti comuni alla precedente, rivela gli stessi criteri ed anche la medesima tecnica, tranne che, essendo a scala molto più piccola, presenta una semplificazione maggiore, soprattutto pei centri abitati : è certo di mano dell’Arnoldi e però dovrebb’essere anteriore al 1600. Come si è già avvertito, essa rappresenta la sintesi di tutte le carte parziali del Veneto, eccezion fatta per quella del Territorio di Trento, che è posterioi'e. Appare chiaro lo sforzo di comporre un quadro omogeneo dai diversi materiali utilizzati per le carte speciali, di disforme carattere e valore ; e in ciò la carta differisce profondamente ad es. dalla pittura degli Stati Veneti di E. Danti nella Galleria Vaticana, la quale, come si è già notato, rivela immediatamente la sua derivazione da elementi diversi, anzi disparati. Anche in questa carta maginiana il lavoro di omogeneazione non è sempre riuscito a perfezione : basti confrontare ad es. la parte alta del Trivigiano, povera ed imperfetta, con i territori circostanti, tutti meglio rappresentati. La rappresentazione del rilievo ha in tutta la carta, come anche in quella dello Stato di Milano, soltanto valore dimostrativo: non appaiono affatto le principali catene alpine e solo è a mala pena e genericamente distinta l’area piana dalla montuosa. Manca qualsiasi indicazione di confini. Come si è già detto, la carta non presenta nessuna delle correzioni introdotte sul rame nelle carte speciali, salvo talune raschiature nella zona tra Adda e Serio, corrispondenti a quelle fatte nella carta generale dello Stato di Milano. Nel complesso la carta del Dominio Veneto è inferiore a quest’ ultima e forse la men felice delle carte d’insieme; tuttavia un confronto con la già ricordata carta del Gastaldi-Tilman o anche con la pittura di Egnazio Danti rivela a primo aspetto un progresso enorme. Le altre tre carte sono molto posteriori e furono incise da B. Wright. Le due tav. 32 (Stato della Chiesa) e 48 (Reame di Napoli) dovrebbero essere a un dipresso coni-temporanee e sono da ascriversi con tutta probabilità agli ultimi mesi del 1607 ed ai primi del 1608(2); per quanto a scala diversa, esse fanno seguito l’una all’altra e porgono, prese insieme, un’ immagine similissima a quella che avrà la carta generale d’Italia del 1608; si può dire anzi che rappresentano in sostanza i risultati di un medesimo lavoro. Come infatti si dirà, risulta dalla leggenda della carta generale del 1608 che quest’ ultima fu incisa riducendo e semplificando una carta manoscritta di dimensioni maggiori fatta dal Magini; orbene, le due tav. 32 e 48 debbono ritenersi anche esse riduzioni parziali e semplificate della medesima carta manoscritta. Comune ad entrambe è l’attenzione prestata nel rappresentare i lineamenti fondamentali del rilievo appenninico, a differenza di quanto avviene, non solo nelle due carte d’insieme della regione alpina testé esaminate, ma anche in talune carte speciali, come il Bolognese montuoso e la Romagna, nelle quali il rilievo è rappresentato in (1) Cfr. indietro Cap. IV § li. (2) Cfr. indietro pag. 19, 73 e 78.