Meglio possiamo giudicare dell’“ A11 as Universeln di Roberto de Vaugondy (1757), perchè egli vi ha premesso una introduzione, nella quale, tra l’altro, discorre delle fonti utilizzate per le singole carte. In questo Atlante (1) si trovano le seguenti carte speciali d’Italia, portanti la data 1750(2): l°-2°) Par de occidentale de la Lombardie e Partie orientale de la Lombardie (30 miglia ital. = mm. 76) costituenti nell’insieme una sola grande carta dell’Italia settentrionale. L’A. dice di essersi servito, pel Piemonte della carta del Borgonio, per la Liguria di quella dello Chatrion, pel Milanese di quella del Frattino, e forse ha anche utilizzato il Parmense del Baratieri ; per lo Stato Veneto invece si è fondato ancora sulle carte particolari maginiane. 3°) Etat de PEgli.se et Toscane (stessa scala delle carte precedenti). È costruita in base alla Carta generale di Tobia Mayer del 1748, confrontata con le carte particolari maginiane. Dopo eseguita la carta, essendo nel frattempo apparsa in luce la grandiosa delineazione dei PP. Maire e Boscovich, l’A. ha aggiunto e corretto alcuni particolari (3). In questa carta trova anche posto la Corsica, delineata in base alla carta del Bellin (1750) (4). 4°-5°) Partie septentrionale dii Royaume de Naples e Partie meridionale del medesimo con la Sicilia (30 miglia =■ mm. 58'/2). Queste due carte, che ne formano in realtà una sola, si basano ancora, secondo avverte l’A., sulle carte speciali del Magini ; la Sicilia è costruita invece secondo l’originale dello Schmettau (1719-21) pubblicato dagli eredi di Homann. L’ “ Atlas Universel „ contiene inoltre una carta speciale del Piemonte, in data 1751, che, come si rileva dal titolo stesso, deriva dalla carta del Borgonio, e una carta generale di tutta l’Italia (120 miglia = mm. 89), che è una fedele riduzione delle carte speciali sopra elencate. L’esame dei fondamenti astronomici delle carte, sui quali il De Vaugondy si trattiene pure nell’ introduzione, esce dai limiti del presente lavoro. I materiali maginiani hanno infine offerto la base per molte carte generali o parziali dell’ Italia, inserite, per fini diversi, in opere straniere. Così ad esempio la “ Sicilia antiqua cum maioribus insulis adiacentibus, item Sardinia et Corsica „ di Filippo Cluverio (Lugduni Batav. 1619) ha due carte della Sicilia (una con luoghi e nomi del periodo greco, l’altra pel periodo romano), una della Corsica ed una della Sardegna, che sono derivazioni rimpiccolite e semplificate (e anche assai tirate via) delle carte del Magini. L’“ Itinerarium Italiae nov-antiquae oder Raiss-Beschreibung durch Italien „ di Martino Zeiller (Francoforte 1640), ottima e accuratissima opera, ha, accanto ad altre carte e piante di città di diversa provenienza, due piccole carte, una dello “Stato della Chiesa con la Toscana „ (cm. 27.2X35) e una del Regno di Napoli (cm. 24.8X28) che sono da considerarsi come riproduzioni (dirette o indirette), molto rimpicciolite e perciò semplificate, delle carte d’insieme maginiane. L’elenco potrebbe continuare ancora; ma non è, come già si disse, nostro intento fare un esame esauriente di tutte le derivazioni maginiane. Si noterà tuttavia che tali derivazioni sono più numerose e persistenti per l’Italia centrale, meridionale e isole, che non per 1’ Italia settentrionale. carte derivanti, certo indirettamente, da materiali maginiani. Ma il nome del De 1’ Isle non figura in nessuna delle carte, molto trascurate, ma solo nel frontespizio. (1) Atlas Universe/, par M. Robert, geogr. ordin. du Roy et par M. Robert de Vaugondy, son fils, géogr. ord. du Roy etc. A. Paris 175;. L’introduzione premessavi era già stata pubblicata a parte col titolo Essai sur V histoire de la Géographie (Paris, Boudet 1745). Questa prima edizione ha qualche variante. Cfr. nota 3. Sul De Vaugondy (1723-96), che fu uno dei collaboratori della famosa Enciclopedia, cfr. qualche cenno interesante in Natali Giov., La Geografia e l'opera degli e7iciclopedisti francesi, Bologna, J922. (2) L’A. avverte nella introduzione che le cinque carte sopra elencate ne formano in realtà una sola (per quanto il Napoletano sia a scala minore) e che nella partizione dell’ Italia egli ha seguito il Sanson. (3) Nella prima edizione dell’ Essai cit. a nota 1, l’A. dice di essersi servito solo della carta del Mayer confrontata con le speciali del Magini, perchè il resultato dei lavori dei Padri Maire e Boscovich si attendeva ancora. Nella prefazione premessa all’Atlante, avverte di aver confrontato la sua carta con quella dei PP. Maire e Boscovich, nel frattempo uscita e di avervi apportato qualche correzione. (4) Una carta della Corsica costruita su materiali originali pubblicò poi il De Vaugondy a parte nel 1768.