— 70 — La tavola 40 ha poi subito sul rame numerosissimi ritocchi riguardanti i centri abitati. Nello Spoletino, specie a ovest, a sud-ovest e a sud della città di Spoleto, ne furono raschiati e sostituiti una grande quantità, ma riesce difficile restituire le raschiature ; anche al lembo occidentale furono raschiati due nomi presso Titignano. Correzioni rilevanti alla idrografia non sembra siano state apportate. Tutta la metà orientale della carta sembra poi immune da modificazioni ; essa è forse la parte migliore e si segnala per l’abbondanza e la esatta ubicazione dei centri abitati anche nella zona montuosa, come pure per talune altre indicazioni particolari interessanti (M. Vittore, Grotta della Sibilla, lago di Norcia, Fonte del Vescovo, M. Bove (1)). Particolare menzione merita poi la rappresentazione dei laghi reatini e dei loro immissari, che si presterebbe ad uno studio speciale ; per la minuzia delle indicazioni, essa accenna alla utilizzazione di una carta speciale del Reatino. Si noti infine che la rappresentazione della parte dell’Abruzzo, compresa nel lembo SE della carta, è sensibilmente identica, per quanto a scala maggiore, a quella della tav. 49 ; ora, come si è già detto e come vedremo anche in seguito, i materiali per il Regno di Napoli il Magini li ebbe dopo che aveva inciso presso che tutto il rimanente dell’Italia. Ma in questa tav. dell’Umbria, la parte d’Abruzzo non fu aggiunta dopo, ma bensì incisa insieme col resto, almeno con la metà orientale della tavola. Anche questo, come altri dati sopra accennati, porta a concludere che questa carta dell’Umbria, anche se preparata e cominciata a incidere qualche anno prima, fu tuttavia terminata certo dopo il 1601, e forse, se chi ne terminò l’incisione fu il Wright, dopo il 1607. § 19. Le carte del Lazio e la carta generale dell’Italia centrale. — Le due carte n. 41 e 42 “ Patrimonio di S. Pietro, Sabina, Ducato di Castro „ (cm. 46X36 e “ Campagna di Roma „ (cm. 45,5X35.8) sono, per testimonianza del Magini stesso, posteriori al 1606 per quanto riguarda l’incisione, anteriori al 1604 per ciò che concerne il disegno; infatti nell’edizione latina delle Tavole del Primo Mobile (1604), egli dice che queste due tavole erano fra quelle che ancor restavano da incidere, per quanto fossero state già disegnate, e nell’edizione italiana dell’opera stessa, posteriore di due anni, le annovera ancora fra quelle non incise (2) ; l’incisore fu pertanto quasi certamente il Wright, per quanto la sua sigla non figuri in nessuna delle copie da me vedute. Come limiti tra le due carte il Magini prende il basso Tevere e l’Aniene ; la prima di esse infatti comprende tutto il territorio a nord di questa linea e rappresenta solo sommariamente l’area a sud, che è invece interamente compresa nella seconda. Del resto le due carte sono sensibilmente alla medesima scala e fanno seguito l’una all’altra. Nessuna carta a stampa anteriore abbracciava l’intero territorio della prima carta : solo la “ Toscana „ del Bellarmato ha tutto il Patrimonio di S. Pietro fino al Tevere, non però la Sabina, tra Tevere ed Aniene ; la Sabina è pure esclusa dal “ Patri-monium Sancti Petri „ dipinto dal Danti nella Galleria Vaticana. Di quest’ultima pittura, che il Magini, come sappiamo, ebbe occasione di esaminare, egli dice sic et simpliciter, che deriva dalla Toscana del Beliarmato (3) ; giudizio non rispondente a verità, poiché, se nelle linee generali il Danti si è attenuto alla carta bellarmatiana, egli ha tuttavia introdotto correzioni ed aggiunte notevolissime, specialmente per la rete dei corsi d’acqua minori e per gli abitati (4). Il Magini si è servito per la sua carta di un gran numero di fonti assai diverse. (1) Le prime tre indicazioni sono anche nella pittura di E. Danti. La Grotta della Sibilla e il lago di Norcia o di Pilato furono celebri per tutto il medio evo e circondati da leggende impressionanti. Nel 1557 li visitò Ulisse Aldo-vrandi, erborizzando sui M. Sibillini. Cfr. De Toni G. B., Il viaggio e le raccolte botaniche di Ulisse Aldovrandi ai Monti Sibillini nel i$S7, in « Mem. della R. Accad. di Scienze, Lettere e Arti di Modena», Serie III, voi. Vili, 1907, Appendice. (2) Cfr. indietro Cap. Ili, § 2. (3) Lettera 20 luglio 1598 a persona residente in Padova. Confr Append. Ili, lett. n. 3 (4) P. es. nella pittura del Danti figura tutto un ventaglio di corsi d’acqua scendenti dal Viterbese alla Marta : Pan-