§ 9. I confini politici nelle carte maginiane. — LJn altro lato molto notevole dell’ opera personale del Magini, che conferisce alle sue carte d’Italia un carattere e un valore speciale, consiste nella delinazione dei confini territoriali. Questo elemento cartografico gli dovette sembrare, sin dagli inizi del suo lavoro, di grande importanza e tale da meritare una cura speciale, come ci attesta del resto egli stesso, allorché, tracciando il sommario di quelle “ dichiarazioni „ che dovevano accompa- . gnare le singole tavole, accenna in prima linea a u i confini della Provincia, o ducato ovvero Territorio, la sua misura, la forma e il sito ecc... „ ( 1 ). Ma il procurarsi i materiali a ciò necessari fu ardua fatica e forse non ultima causa del ritardo nella definitiva redazione dell’opera; certo costò al nostro cartografo anni di ricerche e di lavoro. Ben lo sapeva il figlio Fabio, il quale, nella lettera con la quale accompagna la pubblicazione dell’ opera paterna, scrive tra 1’ altro : “ scorreva lungo tempo prima ch’egli potesse ottenere da quasi tutti i Potentati d’Italia quell’intera cognizione . che apparteneva al sito di luoghi, al circuito de' confini, al numero di popoli e all’ ampiezza dejle Provincie „ (2). Altre testimonianze sul valore attribuito dal Magini stesso a questa parte dell’ opera sua ha raccolto, in un apposito scritto, G. L. Bertolini (3) ; e da esse, come pure dall’ esame intrinseco delle carte, appare anzi che l’attenzione dal cartografo si facesse più profonda e scrupolosa quanto più progrediva il lavoro. Così, ad esempio, mentre in alcune delle più antiche carte, i confini territoriali non sono tracciati affatto (prima redazione della Romagna, vecchie carte della Liguria) o lo sono solo incompletamente (prima redazione del Bolognese, Vicentino), nelle più recenti l’indicazione dei confini è accuratissima. Un progresso enorme vi è ad es. a questo riguardo, tra le vecchie tavole del Piemonte (tav. 3 e 5), dove i confini sono tracciati in modo assai approssimativo, e le nuove sì del Piemonte che della Liguria (2, 7-8), nelle quali il tracciato dei confini è di una minuzia maravigliosa e tien conto anche di piccole entità territoriali, come ad es. lo Stato del Principe Landi, accuratamente delimitato nella “ Riviera di Levante „ (non invece nella più vecchia tavola del Ducato di Parma e Piacenza). Ma disformità in questo campo vi è, non solo fra le carte più vecchie e le più recenti, ma anche fra le varie parti d’Italia. Ad esempio, mentre per l’Italia settentrionale e centrale troviamo talora indicati i confini di domini secondari o di circoscrizioni minori, per tutto il Napoletano, invece, abbiamo solo i confini della divisione ufficiale in province, e manca qualsiasi confinazione relativa alle numerosissime circo-scrizioni feudali ancor esistenti ; per la Sicilia manca anche la antica, importantissima divisione in tre valli, pur nota al Magini; per la Sardegna e per la Corsica non v’è traccia di confini. Al difuori di queste carte, ancora quella sola dell’Istria non ci mostra alcun confine. Non possiamo qui entrare nell’esame delle singole delimitazioni territoriali per giudicare della loro esattezza. Ve ne sono certamente di inesatte, come quella del Piacentino, della quale rilevammo già le manchevolezze (4) e quella del Friuli, intorno alla quale fornisce interessanti notizie il Bertolini (5) ; vi sono qua e là incertezze e interruzioni, come quella nel confine tra Milanese e Vercellese (tav. 11 Parte Alpestre del Due. di Milano) e vi sono pure delimitazioni che furono più volte corrette sul rame, come abbiamo constatato ad es. per l’Umbria e per il Lucchese. Ma vi sono carte nelle quali i confini sono tracciati con una minuzia ed una precisione, che invano si cercherebbero altrove. Ad es. la tav. 2 e 7 sono preziossime per la indicazione dei confini del Monferrato, oltremodo complicati, specialmente a sud, in corrispondenza alle valli delle due Bormide e dell’ Erro ; la tav. del Lucchese è pure il) Cfr. Tavole del Primo Mobile, Venezia, appresso Damian Zenaro, MDCVI. Cfr. Append. IV. (2) Cfr. la lettera di Fabio Magini a Ferdinando Gonzaga premessa all’ «Italia». (3) Bertolini G. L., Sull1 opera di G. A. Magi.?ii nella, delineazione dei confini territoriali ; in « Riv. Geogr Ita!. », 1913, fase. IV. (4) Cfr. indietro Gap. IV § 12. { (5) Bertolini, Scritto cit. loc. cit.