— 165 — insieme con tanta mia fatica e spesa che a pochi sia credibile; che certo considerando io ai travagli miei passati, non so come io mi sia staio saldo nel mio proponimento. Onde non posso darne lode ad altro che alla Divina bontà che vuole che sia restituita al suo splendore così nobil Provincia dell’Europa. Io dunque ho atteso con ogni solecitudine a procurare di hauere i dissegni di tutte le parti di questa Provincia, non mi contentando di haverne uno o due per ciascneduna parte, ma tutù quelli che ho potuto ottenere con adimandargli e farli adimandare ai Prencipi ed ai Padroni degli Stati d’Italia e ad ingegneri 9 virtuosi die tenevano appresso di sè. Li quali poi tutu da me molto ben considerati e conferiti insieme m'hanno servito a far un’abbozzatura di mia soddisfattione secondo i precetti geografici, seguitando le vestigia dei più approvali autori, compartendo la mia fatica in sessanta pagine in circa di foglio, le quali poi tuite ho mandate a vedere separatamente a’ virtuosi e intendenti di quelle provinole e territorij, acciocché siano emendate degli errori, se commessi se ne fossero nella continuatione delle Tavole e nella dispositione, col supplire anco ai luogni mancanti. Nè mi sono contentato di tar vedere una Tavola ad un solo, ma a molti, come potranno iar fede coloro che sono stati da me per questo effetto travagliati, dei quali sono per tare graia commemorauone, come anco di coloro che hanno travagliato in distender giù le tavole dei loro stati e paesi con longue osservaiioni ad istanza dei principi e signori ai essi stati, overo per propria curiosità; e così ancora nominando quelli che mi han porto aiuio da poter arricchire la descrittione histonca di detta mia fatica. Anzi, perchè molti potrebbero darmi qualch’altro lume anchora, oltre l’informationi sinhora hauute da diversi per lettere ed anco da libri stampati, mi par bene in questa lettera di lasciarmi intendere quali sono quei capi e quelle materie ch’io sono per trattare nella detta mia descrittione. Prima dunque parlaró in generale dell’Italia ed apportarò le divisioni di quella dei tempi passati; poi verrò alla divisione moderna secondo il dominio d’hoggidì e partirò tutta l’opera in quattro parti principali. Una delle quali conterrà tutta quella parte che anticamente fu chiamata Gallia Cisalpina, che si divideva poi in Transpadana e Cispadana per rispetto al fiume Po, che scorre per il mezzo di quella, tralasciando però li Stati del Dominio della Repubblica Veneta di terra ferma, che formano la seconda parte di quest’opera. La terza parte poi abbraccia tutta la Toscana col Latio e Campagna di Roma arrivando fino al Po, per potervi comprender dentro tutto lo Stato della Chiesa. La quarta ed ultima parte sarà il Regno di Napoli con l’Isole di Sicilia e di Sardegna; ma ecco il numero e titolo delle Tavole particolari, che entrano in ciascheduna di queste quattro parti. [Segue l’elenco come nel testo latino a pag. prec., identico per contenuto, numero e ordine. Solo il Mag. avverte che la tavola 8 della l-1 parte si partisce poi nelle 4 successive, che nella tav. 14 è incluso anche Carpi, la Garfagnana e il Frignano, che la 26 della 2a parte include, oltre il Cadore, anche il Comelego, che le tav. 32 e 33 sono una tavola sola]. Queste dunque sono le Tauole ch’ho distribuite nella mia Geographia dell’Italia, le quali sono per la maggior parte a quest’ hora intagliate, non mi mancando da far intagliare se non queste poche, cioè l’Italia intiera in un foglio, lo Stato della Chiesa intiero in un foglio, il Regno di Napoli intiero similmente in un foglio, il Patrimonio di S. Pietro, il Latio o Campagna di Roma e la Sicilia in un foglio, la quale Isola farei volentieri in più tavole, se io potessi havere più particolarmente distesi i territorii delle città di quella, poiché i dissegni mandatimi dalli Signori Giurati di Messina, se bene sono in cinque Tavole in penna di foglio reale, sono però poveri di numero di luoghi, sì che commodamente si possono ridurre in un sol foglio. Già molti anni non mancai di far adimandare al molto illustre Cavalliere Spannocchio, per l’eccellentissimo Signor Angelo suo fratello, Lettor primario di legge in codesto studio di Bologna, li disegni particolari che Sua Signoria ha fatto con molta accuratezza di quest’ Isola, ma non potei esser agratiato, sì come sono stato fatto da tanti altri e non mancarò di nuovo a farglili adimandare per il molto illustre Signor Hannibale Iberti, che va hora ambasciatore del Serenissimo di Mantova alla Maestà Catholica, onde spero che non vorrà defraudare il mondo di così nobil fatica, anzi la propria sua gloria. Desidero anchora poter ridurre la Toschana in Tavole più particolari a similitudine degl’ altri Stati, ma questo non 10 posso fare s’io non sono aiutato dalle communità di quelle Città, che si compiacciano farmi havere li detti dissegni copiosissimi, si come sono per adimandarglili instantemente. Di più mi resta far qualche miglioramento nelle due Tavole dello Stato della Chiesa, che sono 11 Latio ed il Patrimonio di S. Pietro, le quali nell’ istessa Galeria di S. Santità sono difettosamente descritte, e finalménte anchora avrebbero bisogno le Tavole del Genovesato di qualche miglioramento, come anco il Territorio Parmigiano, in che mi potrebbe favorire il Signor Paolo Bolzone, se bene non m’ ha dato finora altro che promesse, forse per sue gravi occupationi, per non dire che defraudi honore alla sua città, come non ha fatto il Signor Smeraldo Smeraldi, partecipandomi cortesemente l’esquisita descrittione del Parmigiano sua patria. Resta eh’ io dica che in ciascheduna di queste quattro parti dell’ Italia, che per com-modità saranno stampate ancora separatamente, accioche ogn’uno possa prendere quella parte che gli tornerà bene, senza fare la spesa di tutto il libro, si trattaranno queste cose nelle 0