— 93 — Come si vede, il Mag. riduce quasi sempre le distanze gastaldine, ma non secondo un modulo uniforme. Le divergenze non possono perciò spiegarsi, supponendo che il Magini attribuisca al miglio un valore diverso dal gastaldino, ma hanno origine da ciò che il Gastaldi, nel delineare il territorio padovano, aveva essenzialmente preso a base la distanza delle varie località a partire da Padova, oppure le distanze dei luoghi successivi lungo una strada ecc. Ora così facendo, si arriva inevitabilmente ad usurpare troppo spazio; il Magini, inquadrando il territorio padovano entro quelli contermini, è costretto a ridurre. Analoghe osservazioni possiamo fare confrontando la tav. 38 col Perugino del Danti o le tav. 43 col Fiorentino e il Senese del Buonsignori. In moltissimi casi — cioè per la più parte delle tavole elencate a pag. 89 nel gruppo B — ci mancano i termini di confronto, essendo perdute le fonti originali del Magini. Per le tavole del gruppo C, messe insieme da fonti varie, questo lavoro del Magini è stato naturalmente più complicato. Così ad. es. i rapporti di distanza, quali risultano per i luoghi della Campagna Romana dalla carta di Eufrosino Della Volpaja, già alterati dai compilatori del “ Paese di Roma „ del 1557, di cui il Magini si è pure servito, sono nuovamente modificati dal Magini stesso, che ha dovuto spostare le situazioni relative di moltissimi luoghi, specie a est e a sud di Roma. La necessità di curare la continuità fra le varie carte ci è additata dal Magini stesso come la causa principale per cui si indusse a rifar da capo le carte del Bolognese e della Romagna (1); la stessa necessità provocò spostamenti di situazione generale nelle carte della Toscana ecc. In alcuni casi l’attacco fra le varie carte riuscì men bene e diè luogo a inconvenienti (2) ; ciò nondimeno il risultato conseguito, che u tabularum inter se congruenza aperte conspiciatur „ è cagione di giusto vanto per l’autore (3). § 3. Le carte d’insieme. — Si è appunto in virtù di questo arduo lavoro, del quale il Magini intese dai primi dì la necessità, ch’egli potè poi addivinire a comporre — con gli elementi diversi e talora molto disparati che gli avevano servito per le singole carte regionali — una carta generale di tutta l’Italia, che si presenta come un lavoro veramente originale e omogeneo. Questa carta, nota oggi in un solo esemplare, da me scoperto ed altra volta brevemente illustrato (4), fu pubblicata, come si è già detto, nel 1608 con la collaborazione dell’incisore Beniamino Wright. Essa fu peraltro preparata, per così dire, dalle cinque carte d’insieme della Liguria, del Milanese, degli Stati Veneti, dello Stato della Chiesa e Toscana e del Regno di Napoli, che figurano nell’ “ Italia „ e delle quali occorre perciò dire ancora qualche parola. Sono tutte a scale diverse, dovendo adattarsi alle dimensioni generali del-l’Atlante: la più grande è quella del Milanese (10 miglia = min. 27.5), cui segue, pochissimo più piccola, quella della Liguria (10 miglia = mm. 26); la più piccola è naturalmente quella del Napoletano (10 miglia = mm. 10); le altre due occupano una posizione intermedia (Dominio Veneto: 10 miglia = mm. 17 ; Stato della Chiesa 10 miglia = mm. 15). La carta dello Stato di Milano è la più antica di tutte : essa comprende in realtà anche parte del Piemonte, estendendosi dalla linea S. Bernardo-Pineruolo-Saluzzo fino al Mincio ; a sud comprende anche le parti basse del Piacentino e del Parmense. Come carta d’insieme, è assai buona: il lavoro di semplificazione, così per l’idrografia, come per i centri abitati, è fatto con molto cura ed abilità, evitando il sovraccarico, e ottenendo una rappresentazione chiara e copiosa al tempo stesso. Il valore della carta si giudica a pieno paragonandola con quella, solo di 25 anni anteriore e pure buonissima, del Gastaldi-Tilman. La carta fu eseguita dall’Arnoldi, cioè dal-l’incisore stesso, che lavorò alle carte speciali, e poiché, quando essa venne messa (1) Cfr. le dediche alle nuove edizioni delle due carte. (2) Cfr. per la carte dell’Umbria e delle Marche: D’ANVrr.I.E, Analyse géogr. de VItalie già cit., pag. 152. (3). Clr. Prefaz. alle Tatulae Primi Mobilis, ediz. lat. 1604, riprodotta nell’Append. IV. (4) Clr. La carta d'Italia di G. A. Magini (1608), in «L’Universo», 1920, fase. II, pag. 115-19 e facsimili.