— 53 — sicura, fino a che non si sia eseguito uno studio esauriente anche di tutta l’opera cartografica del Danti. Nel nostro caso, poiché non risulta che quest’ ultimo facesse mai rilievi diretti del Modenese, è da ritenersi più probabile che carta e pittura risalgano ad una fonte comune, a noi ignota, cioè ad una carta ufficiale del Ducato. Men verosimile appare in questo caso l’altra ipotesi possibile, che cioè il Magini utilizzasse de visti la pittura dantiana ; ma anche questa non può escludersi, anzi potrebbe in qualche modo essere avvalorata dall’asserzione del Magini stesso di aver rifatto il Modenese e il Reggiano fino a quattro volte, asserzione che è del luglio 1598, posteriore cioè alla visita a Roma, durante la quale aveva'appunto esaminato le pitture del Danti. Un’altra fonte del Magini può essere indicata negli elenchi di località abitate e nella descrizione generale del Ducato di Modena e Reggio, in forma di appunti (con indicazioni anche sui fiumi ecc.), che costituisce un fascicolo della Miscellanea Bolognese. Per i territori di Correggio e Carpi, e forse anche per il basso Reggiano, il Magini dovette poi servirsi di un disegno speciale che non conosciamo ; per il territorio ad ovest dell’ Enza si servi naturalmente dei materiali relativi al Parmense fornitigli dallo Smeraldi. Infine per il lembo NE, che abbraccia una parte del Ferrarese, la nostra carta in origine era stata delineata in base agli stessi materiali che servirono per la prima edizione del Territorio Bolognese (1595) e per la incisione originaria del Ferrarese (1597). Infatti, come in questa, il Canal di S. Giovanni a valle di Cento volgeva a NO e sboccava nel Panaro; il Canale Muzza passava ad est di Castelfranco e traversava il Bosco di Nonantola. Questi particolari idrografici inesatti furono poi dal Magini corretti sul rame della nostra carta (che però lascia vedere il disegno originale) in base ai nuovi materiali utilizzati per la seconda edizione del Bolognese (gennaio 1599). Quest’ultima però ha sino ab origine il disegno esattamente inciso (1); dovette perciò essere incisa dopo la tavola del Modenese, la quale, come si è detto in principio di questo paragrafo, è pertanto sicuramente del 1598. § 14. Le vecchie carte del Bolognese e della Romagna. — Al Bolognese ed alla Romagna dedica il Magini nel suo Atlante ben quattro tavole, delle quali due (34-35), che peraltro formano nell’insieme una carta sola, al Bolognese, una alla “Romagna olim Flaminia „ (tav. 36), che fa seguito alla “ Parte piana del Territorio Bolognese ma è a scala minore, e un’altra (tav. 33), che, abbracciando il Ferrarese, completa a settentrione le tav. 34 e 36. Del Bolognese e della Romagna abbiamo inoltre, come fu detto nel cap. II, redazioni anteriori, incise e messe in circolazione a guisa di saggio, che perciò occorre esaminare brevemente dapprima. Esse attirano tanto più la nostra attenzione in quanto sono le più antiche carte a stampa di queste regioni, non esistendone di precedenti neppure parziali (2). La prima redazione del Bolognese, rarissima (3), che è riprodotta nella tav. Ili è in un foglio solo, che misura cm. 44.5X33 circa e, portano la data 15 marzo 1595, è assolutamente la più antica tra le carte regionali eseguite dal Magini, come del resto si rileva anche dalla dedica al Card. Sforza: “Volendo io mandare in luce una compita discrittione dell’ Italia, dove sieno, oltre le provincie, i territorij particolari delle città, ho voluto prima far vedere questo di Bologna, non solo per esser desiderato da molti di questa città, ma che anche serva agl’altri per una mostra del mio pensiero.... Et è bene il dovere che questo saggio si faccia chiaro al mondo con Io splendore di V. S. Ill.ma ecc. „. La carta, che è a scala notevolmente più grande della vicina del Modenese (9 miglia = mm. 50), mentre è assai rozza per il disegno orografico — che è puramente dimostrativo, ossia vale a distinguere la parte piana dalla montuosa — (1) Per il Can. Muzza il nuovo Bolognese ha poi ancora ulteriori correzioni sul rame, come si vedrà. (2) Si prescìnde qui dalla carta «Romandiola con Parmensi Ducatu » del Mercator che, anche per questa parte, non ha alcuna analogia con la maginiana. Io non conosco neppur carte manoscritte, anteriori, del Bolognese e della Romagna, se si eccettuino alcuni disegni, assai rozzi, contenuti nella Miscellanea Ambrosiana (B. 51, Inf.) ai numeri 26, 27, 28 e 37. Di questi merita qualche attenzione il num. 26, del quale si fa cenno più avanti pag. 55 nota 2. (3) Ne ho visto solo due o tre copie.