— 102 — Vicentino (maggio 1595), fu invece mantenuta senza correzioni ( 1 ). Abbiamo poi un gruppo di carte che in origine erano prive di coordinate, e cioè le carte della Romagna, del Ferrarese, del Ducato di Urbino e le tre della Toscana (2). Queste carte, che sono tutte fra di loro contigue, furono dunque in origine delineate senza base astronomica ; anzi quella del Ducato di Urbino rimase sempre priva di coordinate. Quest’ultimo caso si ripete poi per altre due carte isolate, cioè l’Abruzzo Ultra, che è una carta vecchia e inutile nella Raccolta, e la Sardegna. Ma oltre queste, altre carte potevano essere in origine prive dì coordinate ; quante e quali, non possiamo tuttavia dire. In ogni modo è da notare che, una volta determinata la rete delle coordinate, il Magini non la mutò più: infatti, se si prescinde sempre dalla carta del Vicentino, non vi sono discordanze negli elementi astronomici, tra le singole carte regionali, le carte d’insieme parziali anteriori al 1608 eia “ Italia Nuova „ del 1608, ma tutte riposano sulla stessa base. Un nuovo mutamento presentano invece le quattro carte posteriori al 1608, cioè il nuovo Piemonte e le Riviere. Quanto all’epoca a cui risale quella definitiva determinazione della rete delle coordinate, io credo che il Magini vi arrivasse per tutta l’Italia solo dopo il 1599; poiché, se in quest’anno egli fosse già venuto a capo di quel lavoro, se ne sarebbe valso per l’elenco contenuto nella edizione 1599 delle Ephemerides. Ma bisogna tener anche conto che nella raccolta del materiale cartografico regionale, che, come si è visto, richiese molti anni, il Magini prese le mosse dalla Italia settentrionale e procedette poi alla centrale ed alla meridionale; sì che, ad es. nel 1599, mentre aveva già per intero il suddetto materiale per l’Italia settentrionale e gran parte della centrale, mancava ancora di quello relativo al Patrimonio di S. Pietro, al Lazio, a tutto il Reame di Napoli e alla Sicilia. Ora, dato lo stato di cose esposto sopra, due ipotesi sono possibili: o il Magini determinò la rete delle coordinate per tutta l’Italia dopo aver eseguito il disegno di tutte le carte regionali, nel qual caso bisognerebbe ammettere che tutte le carte siano state delineate in origine senza coordinate e abbiano subito poi l’aggiunta in gran parte sul rame; ovvero il Magini determinò inizialmente, a partire dal 1596, la rete delle coordinate per le carte dell’Italia settentrionale, le più antiche, e ad essa venne poi allacciando quella per l’Italia centrale (superato un periodo di esitazione, corrispondente agii anni 1597-99 in cui delineò le carte della Romagna, del Ferrarese, della Toscana originariamente prive di graduazione), e da ultimo la rete per l’Italia meridionale. Di queste due ipotesi, la prima è peraltro certamente da scartarsi. Non sapremmo infatti spiegarci come il Magini potesse lavorare senza avere alcuni capisaldi fissi o alcune linee di base determinate in precedenza mediante la loro posizione astronomica ; nè sapremmo spiegarci talune sue espessioni, cui or ora accenneremo, alludenti a correzioni introdotte. Conviene perciò attenersi alla seconda ipotesi. Nella ricerca dei capisaldi cui ora si è accennato, e nella ricostruzione ipotetica, del procedimento generale tenuto dal Magini, si deve ancora tener presente che, per quanto ci consta, egli non fece mai personalmente osservazioni, neppure di latitudine, e che nelle sue opere non ci offre mai (eccezion fatta per gli elenchi delle Ephemerides), alcun altro dato al riguardo. Dalla corrispondenza con Ticone Brahé risulta bensì che questi richiese al Magini se egli possedesse determinazioni più cori-ette delie consuete per le latitudini e longitudini dei luoghi d’Italia (3), ma non ci è noto che cosa il nostro astronomo rispondesse; da quel carteggio si rileva tuttavia (1) La carta del Vicentino dà perciò ad es. per Padova e Trento valori che si discostano notevolmente, soprattutto per le longitudini, da quelli che si desumono dalle altre carte speciali del Veneto, concordi sempre con la « Italia Nuova » del 1608. Si osservi poi che i valori che si desumono dalle carte del 1595 (anteriori cioè anche alla pubblicazione della edizione della « Geografia » tolemaica) sono tuttavia diversi da quelli adottati per le tavole nuove del Tolomeo stesso e diversi da quelli degli elenchi inseriti nelle Ephemerides. (2) Cfr. indietro Cap. IV, §§ 15, 16 e 17. (3) Cfr. Favaro, Carteggio inedito, ecc., pag. 240 e Magini, Tabuìat Primi Mobilis, ecc., Venetiis, MDCIIII, prefazione.