— 116 — Appare in generale, stando a quanto ci è rimasto, che nella raccolta dei materiali c nella redazione del testo il Magini procedesse — come in sostanza per la parte cartografica — da nord a sud : poco abbiamo per la Toscana, 1’ Umbria e il Lazio, al di fuori di un po’ di materiale storico, appunti sui singoli luoghi e elenchi di località, talora pregevoli; pochissimo pel Napoletano (solo qualche appunto sulla Terra di Lavoro e sul Principato Citra), nulla sulla Sicilia e la Sardegna. Ma è certo che il materiale della Miscellanea bolognese non rappresenta tutto quello che il Magini aveva messo insieme, giacché fin dal marzo 1608 egli sci;iveva che era prossimo alla fine del lavoro, e, se nel 1611 mandava a rivedere al Duca di Mantova il discorso del Mantovano e nel 1616 esprimeva il desiderio che quegli esaminasse i due sul Monferrato e sul Piemonte, ciò vuol dire che sì il primo che gli altri due erano stati redatti in forma definitiva, mentre oggi nessuno dei tre ci è pervenuto completo. È assai deplorevole che una parte molto cospicua di questa fatica maginiana sia andata perduta ; quello che rimane è tuttavia sufficiente a dimostrarci che l’opera divisata dal Magini sarebbe risultata una descrizione, non forse ricca di elementi originali dal lato fisico, ma tale nel campo politico-amministrativo e statistico-storico, quale mai per l’innanzi si era avuta, quale non fu tentata neppure più tardi, se non c’ inganniamo, fino allo scorcio del secolo XVIII. Ciò basta a mettere in rilievo il valore di questa parte dell’opera personale del nostro cartografo ; del resto una indagine particolare sui materiali conservatici, per quanto non priva certo di importanza in sè, esce dai limiti del presente lavoro, non ricavandosi da quei materiali altri elementi, oltre quelli qua e là accennati in precedenza, atti a chiarire o a completare le nostre conoscenze sulle fonti o su dati particolari relativi alla parte cartografica. i