— 63 — cm. 45X34.2); e inoltre l’isola d’Elba (tav. 45), che sarà esaminata più tardi con le altre carte delle isole. Tutte e quattro le tavole sono già annunziate nell’Elenco unito alle edizioni latina e italiana delle Tavole del Primo Mobile (1); inoltre nella edizione italiana (1606) troviamo questo periodo: “Desidero anchora poter ridurre la Toschana in in Tavole più particolari a similitudine degl’altri Stati, ma questo non lo posso fare, s’io non sono aiutato dalle Communità di quelle Città, che si compiacciano di farmi avere li detti dissegni copiosissimi, sì come sono per adimandarglili istantemente „. Dal che si deduce che fino al 1606 il Magini non aveva potuto avere disegni ufficiali, inediti, nè per il Dominio Fiorentino, nè per il Senese (e probabilmente, come vedremo, neppure per il Lucchese) ; nè tali disegni ebbe in seguito — tranne che pel Lucchese — essendo il Granduca molto restìo a farne parte a privati (2) ; per il che il Magini dovette rassegnarsi a riprodurre carte già stampate, e cioè tanto per il Dominio Fiorentino quanto per il Senese le famose carte di Stefano Buonsignori. Infatti un confronto accurato fra la carta del Dominio Fiorentino del Buonsignori (1584) (3) e quella del Magini, che è solo leggermente più piccola (4) e abbraccia sostanzialmente lo stesso quadro, rivela una identità quasi perfetta per tutti gli elementi del disegno cartografico, orografia, idrografia, centri abitati (5). Anche i confini del Dominio sono desunti dal Buonsignori. Il Magini ha al solito completato il quadro della carta, oltre i confini del Dominio, utilizzando i materiali di altre sue carte (Modenese, Romagne, Stato di Urbino, Senese ecc.), non però quelli della carta del Lucchese, che ebbe solo assai più tardi (6). Anche il disegno delle isole Gorgona, Capraia e Meloria deriva dal Buonsignori. Solo alcuni nomi regionali — Casentino, Pratomagno, Nievole, Gherardesca — sono aggiunti dal Magini ; originale è poi l’inserzione della rete delle coordinate geografiche, delle quali la carta del Buonsignori è priva. La dedica è aggiunta dopo, poiché si conoscono esemplari, del resto identici agli altri, che ne sono mancanti (7). Anche per il Senese la identità tra il Buonsignori ed il Magini è quasi perfetta, anzi in questo caso la scala è pur sensibilmente la stessa; se la carta maginiana ha dimensioni maggiori di quella del monaco toscano, ciò si deve al solito fatto che il Magini ha incluso i territori circostanti. Qualche lieve divergenza riguarda il territorio di Piombino e dintorni, per il quale il Magini deve avere attinto ad una fonte particolare alcune indicazioni (Porto Baratto, Caldane palude, Selva Vetletto, Rocchetto) che mancano nel Buonsignori. Originale è il disegno dell’Elba, corrispondente a quello della carta speciale, che sarà esaminata altrove, come pure il disegno di Pianosa e Monte Christo. Qualche altra divergenza deriva da correzioni fatte sul rame : la più notevole tra esse, riguardante l’alto corso dell’Olpita affluente di sinistra del Fiore (Fiora), che esce da un lago (1. di Mezzano) a SE di Pitigliano, fu fatta in base ai materiali che il Magini utilizzò poi per l’Orvietano, come si dirà. I confini del (1) Cfr. Append. IV. (2) Aveva rifiutato qualsiasi aiuto anche al Danti, che gli aveva scritto in proposito già nel 1588. Cfr. Del Badia, Op. cit., pag. 22-23. Disegni di carattere ufficiale di tutta la Toscana, risalenti a quest’epoca, non ne conosciamo neppure adesso. Di carte manoscritte senza carattere ufficiale se ne hanno invece, per la Toscana, sin dal secolo XV, Cfr. il mio scritto Una carta della Toscana della metà del secolo XV, in « Riv. Geogr. Ital. », 1921, pagg. 9-17. (3) Per descrizione di essa cfr. Mori Attilio, Le carte della Toscana di D. Stefano Buonsignori, in « La Bibliofilia » di L. Olschki, Voi. IX, disp. 8, ove è anche una riproduzione in dimensioni ridotte. Aggiungo che una copia sciolta della carta del Dominio Fiorentino, estremamente rara, si trova in una miscellanea di carte e stampe geografiche della Biblioteca Angelica di Roma. Anche della tavola del Dom. Fiorentino, dipinta (al pari di quella del Senese) dallo stesso Buonsignori . nella Sala detta delle Matematiche alla Galleria degli Ufizi, esiste una riproduzione fotografica eseguita dall’AIinari. (4) Entro il campo disegnato, la carta del Magini misura circa cm. 43.8X32.5, quella del Buonsignori cm. 46X37* (5) Anche il d’Anville nella sua magnifica Analyse géogr. de V Italie (Parigi, 1744) nota che il Magini ha copiato il Buonsignori (pag. 139). (6) Il Lucchese è poverissimo in questa tavola, come nella carta del Buonsignori. (7) Una ne ho vista in una miscellanea di carte cinquecentesche della Bibl. Comunale di Ferrara. Cfr. indietro cap. II, § 2.