talia continentale è circoscritto, a ponente, da tre isole : Corsica, Sardegna e Sicilia ; a levante dalla Grecia, dal-VAlbania, dalla Dalmazia e dall’Istria. La nostra penisola riposa tra il Tirreno e l’Adriatico, vastissime caldaie delle quali il sole è il focolare. I raggi, che il sole dardeggia nella state sulle acque, n’ estraggono copia di vapore, che si solleva nell’atmosfera. Nella seconda metà di settembre principiano a spirare venti alternati da libeccio e da scirocco, che perdurano nell’ inverno e nella primavera. Essi recano gli accumulati vapori contro le vette montane. A quel contatto i vapori si raffreddano e precipitano in pioggia e neve, che alimentano sorgenti e corsi d’acqua e procurano alla terra l’umidità necessaria alla vegetazione. I corsi d’acqua sono il dono che, sulle ali dei venti, il maro reca al nostro suolo ; questo in parte glielo restituisce, ma arricchito dei detriti minerali, vegetali ed animali. A seconda delle stagioni e per mezzo dei venti, che alternativamente spirano dal largo e dalla costa, accade lo scambio non mai interrotto di calorico e di umidità che assicura all’Italia un clima favorevole ed uniforme, di cui la regolatrice è la pioggia. Se l’Italia non avesse ai suoi fianchi le due ampie caldaie, se a tergo e nel mezzo non torreggiassero le Alpi e gli Appennini, refrigeranti condensatori, sarebbe verosimilmente più fredda nell’inverno e più arsa nella state. Il calorico, che tempera i nostri inverni, è contenuto nei vapori, che i venti marini trascinano. Ma se ne sprigiona e si diffonde nell’aria, ogni qualvolta i vapori stessi si condensano in pioggia ed in neve. Durante la state spirano nella notte i venti di terra e portano al lido l’umidità tratta dalla terra, e smorzano l’arsura generata sul lido dal sole. Per via di questo continuato scambio l’Italia deve al mare il suo clima, tanto più mite ed uniforme, quanto più prossimo è il lembo del mare. Là ove la benefica influenza del vento marino giunge (non vinta dall’opposto soffiar delle agghiacciate brezze montane) la flora