LIBRO DUODECIMO. 753 piendo fortire , per non efporre a dubbii eventi quel gran 1643 vantaggio del pofto, in cui tanto giovava loro di confer- l'ullT varil. 1 Veneti, a’ quali parimente non conveniva il dare car lapu-battaglia, per non laiciare in cafo di finiftro fucceffo in pre- gn“'niuci/;a da a’nemici un Paefe di tanta importanza, ma di modo pianga aperto, che non poteva, che coll’ efercito confervaril, fi ri- ¿¡¡{¿¿t’. duflero a Fieifo, per piantarvi un quartire, e col Forte di m,f"£a'nJan Figarolo dall5 un canto, e con la Polefella dall’ altro, pen- do gente al favano di ftringer’ il nemico, e tener lo Stato proprio coper-to. Ad ogni modo, per non abbandonare il Duca di Mo- per tenere dona, gli furono due mila huomini rimandati, accioche tra-vagliafle il Ferrarefe, e difendette il fuo Stato. Il Senato , ph* poco delle rilolutioni contento, non meno che de’ fucceili, ù%pubu. eleffe Proveditore in Campo il Priuli, & il Corraro, che già ca’ erano, l’uno in Terraferma, e l’altro nel Modonefe; enei vedimi’» Generalato foftituì Marco Giuftiniani, Procuratore, chiamato c^,'tuite il Pefari a difcolparfi di varie negligenze, che gli s’imputa- ^ p^yi vano: dalle quali, meglio dilucidate le cofe , fu poi aftofuto, anzi di là a pochi anni attunto al Principato della Republi-' ¿hi.™f}a£h ca. II Giuftiniani, giunto all’efercito, abboccoili co’Duchi di Modona, e Parma, eflendo a quefto da5 fuoi Stati giunto J,l^ftatoìg qualche rinforzo di genti; e fù rifoluto , che, inviando il Ge- poi al Prin-nerale oltre al Pò qualch’ altra militia , s’ attaccafferoNnel tem* (ip^!f0ìvefi? po inedefimo i due Forti di Lagofcuro . Appena fciolta la con- *ttacc° de\ ferenza , dimandarono contra Io ftabilito i Duchi tanta gente, Laguro ! e tanti apparati, che lanciavano il Generale fenza forze, per efeguire dal fuo canto i concerti . Quello di Modona ne dalle ricbie-afcriffe poi ad Odoardo la colpa, quafi che non voleffe ridur-il adoperar cofa alcuna. Dunque, benche il Giuftiniani altri *'daiui«r$ mille cinquecento fanti offeriffe, tardando i Duchi con varie «V»-fcufe a rifolvere, forfè, perche conofcendo ardua veramente 1’ daf'™en i m prefa , non voleffero azzardare il decoro, eie forze, fi portò ¿»^7 egli fotto il Forte, dividendo i quartieri, il fuo col Gonzaga G^fiinia' di fopra; l’altro più a baffo del Priuli, e del Vailetta. Oltre accampa-al Fiume ftava il Cardinal’Antonio coll’Efercito di tredici mi-la fòldati ; e non ottante le batterie dagli argini de’ Venetiani, ,onie dair haveva , almeno di notte , comodo il paffo a’ loccorfi ; anzi af- ¿a™ ^on' faliva bene fpelfo gli ftelli quartieri, benche foffero i fuoi tenta-H. TSLani T. 1, JBbb tivi-