— 98 — raneo, intesero quanta ricchezza può giungere dal mare alla terra. Egli è per questo motivo che nelle pagine precedenti sono riprodotti i monumenti al duca Ferdinando dei Medici a Livorno, e i due, che Genova ha innalzati al duca di Galliera ed a Raffaele Rubattino. Ferdinando dei Medici, secondo granduca di Toscana, dotò Livorno del porto e ne assicurò l’avvenire con leggi sì opportune, che generarono la prosperità della città. Di fronte al porto sorge ora la sua statua marmorea, al piedistallo della quale stanno quattro mori incatenati. Il marchese De Ferrari, duca di Galliera e principe di Lucedio, dopo aver passato in Francia gran parte della vita ed accumulatavi una sostanza vistosissima, non dimentica della sua Genova, a tarda età vi fece ritorno. Da tutti sentivasi il bisogno di ampliare il porto, ornai riconosciuto angusto per il traffico, che aumentava ogni giorno. Il Comune di Genova, la Provincia e lo Stato, oppressi da altre spese, non sapevano o non potevano fornire i capitali necessari per dar mano al lavoro. Il duca li offrì, e, per la sua ragionevole munificenza, Genova è oggi il più ricco, operoso porto della Patria. Raffaele Rubattino non nacque ai piedi del trono come Ferdinando dei Medici, non acquistò ricca sostanza fuor della sua città nativa ; anzi nella lunga vita ebbe spesso a lottare con scarsezza di capitali. Sino dal 1838 indovinò che la marina a vapore avrebbe dominato i mari e fe’ costruire a Livorno un vaporetto, cui diè il nome di Dante. Al Dante seguì il Virgilio. Nel 1840 acquistò altri due piroscafi, anch’essi piccoli. Mentre Raffaele Rubattino faceva questo in Liguria, a Palermo Vincenzo Florio dava vita ad un’altra compagnia di navigazione. Con questi umili principi nacque, per opera di due grandi ed avveduti cittadini, la navigazione a vapore tra noi. Più tardi, costituitasi l’Italia a nazione, le due Società riunironsi e formarono la Compagnia generale di navigazione ita-