- 106 - della coltivazione delle acque in un modo singolarissimo. Torquato Tasso lo descrisse cosi: Come il pesce colà, dove impaluda Nei seni di Comacchio il nostro mare, Fugge dall'onda impetuosa e cruda, Cercando in placide acque ove ripare : E vien die da sè stesso ei si racchiuda In palustre prigion, nè può tornare, Che quel serraglio con mirabil uso Sempre all’ entrare è aperto, all’ uscir chiuso. Ecco ora la spiegazione dei versi del grande poeta sorrentino. Fu osservato che le anguille ed i muggini, alle prime piogge ed alle prime torbide di agosto, nelle notti più oscure e nuvolose e — come dicono i pescatori — nel l'impunto della luna, cominciano a calar in grossi stuoli dalle acque dolci di laghi e fiumi alle salse del mare, dove depositano le ova e dove queste si fecondano. Poi anguillette e pesciatelli appena nati risalgono per le foci dei fiumi alle acque dolci, cominciando la montata al principio di febbraio, terminandola a tutto aprile. I vallanti di Comacchio favoriscono l’istinto dei pesci aprendo nella duna, che separa le valli dal mare, quanti canali possono perchè la montata abbia luogo con la massima abbondanza, e chiudendoli per la calata. Negli argini del Reno e del Po di Volano, che circoscrivono le valli a mezzogiorno ed a tramontana, i Oo-macchiesi hanno praticato venti aperture a saracinesca per introdurre le loro acque nelle valli, o precluderle. Dal porto di Magnavacca penetra nella laguna (anche esso tenuto su da solide arginature) il canale, che nel 1631 il cardinale Pallotta condusse dall’Adriatico ad Ostellato, paesello in fondo alle valli. Come nel Reno e nel Po, nel canale Pallotta sono praticate le saracinesche, ed anche nelle diramazioni del canale, che portano le acque salate dentro