- 104 — Dista da Ravenna 7 chilometri dentro la pineta la borgata di Glasse, antica stanza dell’arsenale ravennate costruito dai Romani, dove dello splendore passato rimane la torre rotonda di Sant’Apollinare, chiesa bizantina mirabile. La torre fu il faro di Glasse, che sorgeva sul lido, del quale Dante cantò: Ma con piena letizia l’óre prime Cantando, ricevieno intra le foglio Che tenevan bordone alle sue rime, Tal qual di ramo in ramo si raccoglie Per la pineta in sul lito di Chiassi Quand’Bolo Scirocco fuor discoglie. Ravenna, ultimo asilo di Dante, che vi mori nel 1321, ospite di Guido da Polenta signore della città, si raccomanda sopratutto all’ attenzione degli studiosi. Splendida capitale del goto re Teodorico, residenza degli esarchi greci, vale a dire dei viceré degl’imperatori di Costantinopoli, contesa tra Francia, il Pontefice e Venezia in memorabili guerre, serba intatti i monumenti di parecchie età. La tomba di Teodorico, il sepolcro di Galla Placidia, San Vitale, Sant’Apollinare in Classe, Sant’A-pollinare in città, dove sono ora il museo bizantino e la famosa biblioteca Classense, il palazzo di Teodorico, stanno a dimostrare la magnificenza degli ultimi imperatori romani, dei primi re goti e degli esarchi greci, che li sostituirono durante il periodo in cui Ravenna fu la capitale d’Italia. 3. La casa Matha e la scuola piscatoria. — In tempi remotissimi, quando dai paduli affioravano gli isolotti, sopra cui i Romani costrussero poi Navenna (da navis, che. significa nave), Classis (che significa armata) e Cesarea in onore di Augusto imperatore ampliatore delle due città, i pescatori dei dintorni rizzarono certi casolari di stuoie. Per regolare i mutui diritti di pesca compilarono statuti e si costituirono in società sotto il nome di schola