ze possono essere legate all’ estremità di una canna e si possono gettare nell’acqua sia da terra, sia dalla barca. E 1’ arte dei pescatori di canna. I pescatori a mano tengono la lenza fra le dita; alcuni giungono a tal grado di mae- AMI A contrappeso ed a molla stria — specie i na- molto usati in Inghilterra. politani — da tenere quattro lenze contemporaneamente in opera colle mani e coi pollici dei piedi; alcuni anche sei, Scavallandone altre due attorno alle orecchie. Le lenze si legano talvolta alla poppa di un battello e si trascinano a rimorchio. A questa categoria d’ingegni appartiene la tir-lindana. Infine, le lenze si calano a mezz’acqua oppure sul fondo. In ambedue i casi sono numerose e collegate ad un cavo grossicello sorretto a galla da sugheri e le cui estremità si assicurano a due punti fìssi. Pendono da questo cavo sino a due ed anche trecento lenze innescate. L’intero sistema si chiama palamito. Il palamite si cala all’ albore di sera, e si va a salpare nella notte: non troppo tardi però, affinché i pesci colti agli ami non siano divorati da altri pesci, o dalle fameliche pulci di mare. Le nasse sono inge-rastello da riooi di mare. gni di vimini, nell’in-