64 DELL’ HISTORIA VENETA 1614 Pericoli. Invaderò io il primo, occuperò qualche Viavai aì-? hora s ella i Principi Italiani precorrerà con /efempio, non faremo foli. Quelli, che più fi ricoverano [otto /ali di quella Monarchia, faranno t primi a fpennarle. TSLon fono f In-die, non le Spagne, «0« fiandra quelle, che dovemo temere ; g// JW/ /o#0 / Ceppi del noflro fervitio. Spe^X1 am°li in fine, perche nel Mìlanefe confervandofi, come nel centro, il regiftro di tutta la Monarchia, [concertato quejlo, giacerà lacero, e remoto il refi ante, nè più temere-?/z0 g// Jpagnuoli TSLemici, quando non gli havremo vicini. utrlY'Ìf' gremii concetti s'udivano fenz’ approbatione dal Se-HrZa a\- nato, fin tanto che qualche Speranza appariva di Pace ; e 7"iu%pu. credendo, che Carlo amaffe una gran guerra, e un gran uua. fuoco, per eitendere anche tra le ruine, e gl’incendii la grandezza de gli Stati, e lo fplendore del nome, ricufava di riporre la quiete propria,_ e la comune in groppa del fuo ardentiffimo genio. Il Duca non mancava con altri, portando gli iteifi itimoli al Rè d’Inghilterra, a gli Stati d’Olanda , & a* Principi uniti dell’ Imperio , con forte uguale j perche il primo, quanto era pronto ad interpone-re ufficii, altrettanto diifentiva dalle Armi. Gli Olandeiì profeifavano di feguitare del Rè fletto 1* efempio ; e l'Ale* magna non ancora riconofceva la fua autorità, e le fue forze. 11 Governatore di Milano, per fecondare l’Armi marittime , cedendo a* rimproveri, e all’ accufe de gli emuli, più che fecondando il fuo genio, moife nell’ Autunno i* E-fercito, fe bene afflitto da varie infermità, e nella marchia incomodato da pioggie eccedenti, che inondavano tutto il CàìVMiUn! Paefe. Paflato il Tanaro in faccia del Duca, che procurò fajfain4- d'impedirlo , fi trovò imbarazzato; perche l'attediar’ Arti, dalla Stagione, e dalle forze del Duca, che v ailifteva in perfona, non era permeifo. Alloggiar con larghi quartieri ferviva di giuoco all’ Inimico, che vigilante, e ardito li haverebbe di continuo infidiati. Per tanto deliberò prettamente ritirarli nell’ Aleffandrino contra il fenfo di Giovanni Vives , Ambafciatore Spagnuolo in Genova , Mantice fiero di quefta Guerra, e d’altri principali Miniftri, che haverebbero voluto più tolto disporre gli alloggi nell’ Aiti-