L’IMPERATRICE DEI BALCANI Come convien, sul traditor ricada. E, per farlo, su me prendo l’incarco Di condur questa guerra, e mio soltanto, Sia tristo o buono, ne sarà l’evento. Udiste? TUTTI Udimmo. GIORGIO Nella mente, o duci, Vi sorrida il pensier, che la fortuna, A noi sempre fedel, non abbandona Giammai le nostre insegne, e la vittoria Fia nostra, io spero. Chi di noi, chi primo A bere si farà l’acqua di Cumo? Lale, prode guerriero, e mio decoro, Fa che ti trovi il novo sol co’ tuoi, Cui nullo avanza di valore, in riva Di Siglienizza, mentre il valoroso Duce Vaso starà nella riserva Verso Nosizza. Avendo a destra Crasso, Dell’esercito mio l’ala sinistra Voglio guidata dai possenti eroi Pipo e Coto; e timor da quella parte Non ho che prevaler possa il feroce Aborrito rivai. Siete fratelli, Nè l’uno l’altro tradirà. Da prima, Non vi punga desìo d’opporvi all’urto Dell’inimico con vigor. Lasciando — 180 —